Ehi, tu che stai leggendo, lo sai che molto probabilmente sei un privilegiato?
No, non ti metto in comparazione rispetto alle persone che muoiono di fame nei paesi del Terzo Mondo, anche se sei un privilegiato anche in questo, ma oggi non parliamo di quel privilegio.
Parliamo del privilegio che la società ci dà di default, non ci credete?
Allora facciamo un gioco: il gioco del privilegio. Scopriamo quanto al mondo importa di te e quanto importa alla società se muori male.
Rispondi a queste semplici domande:
- sei mai stato giudicato per la tua religione?
- sei mai stato discriminato per il colore della tua pelle?
- ti hanno mai preso in giro per il tuo aspetto fisico?
- sei mai stato discriminato per il tuo orientamento sessuale o per la tua identità di genere?
- sei mai stato colpevolizzato per un’aggressione subita?
- hai mai perso un lavoro/opportunità di lavoro perché in futuro vorresti avere dei figli?
A ogni risposta affermativa che darai ti verrà dato un punto discriminazione.
Meno punti discriminazioni hai più vali per la società, gioca con i tuoi amici e scopri chi è più importante di te.
Gioco adatto a tutti dagli 0 ai 99 anni.
Essere privilegiato è una colpa?
No, essere privilegiato al pari di essere discriminato non è una colpa perché ironicamente è un’etichetta che ti viene data alla nascita e varia in base a dove nasci.
La colpa inizia quando usi il tuo privilegio per sovrastare gli altri, pensando veramente che la società attuale sia paritaria.
Sei colpevole dal momento in cui assisti a fenomeni di discriminazione e non fai nulla, perché pensi che non sia così importante.
Questo non significa per forza scendere in piazza, perché le differenze si fanno ogni giorno anche se piccole.
Perché le cose magari piccole per te possono valere tanto per altre persone.
Chi decide cosa è discriminatorio?
A dispetto di quanto crediamo, visto che siamo in una società che cerca di spiegare la discriminazione a chi la subisce e come dovrebbe reagire, cosa sia o meno discriminazione lo decide chi viene effettivamente discriminato.
Non sono i privilegiati a scegliere cosa vada bene o no, perché sarebbe come andare dal medico e senza dirgli nessuno dei tuoi sintomi ti diagnosticasse una malattia a caso, così ti ritrovi ad avere un’intolleranza al lattosio quando in realtà ti faceva male un piede.
È importante che i privilegiati si affianchino – e sottolineo affianchino – alle lotte contro le discriminazioni.
Ti devi affiancare perché non sei il protagonista di questa battaglia, perché se fingi che sia così andrai a renderti partecipe di qualcosa che non ti appartiene.
Come andare al compleanno di tua nipote e spegnerle le candeline sulla torta.
Eh, ma poi la libertà?
È ironico vedere come il primo pensiero del privilegiato sia la paura di essere discriminato. Perché allora lo sai che la società non è equa, eh, vecchia volpe.
Nonostante la probabilità di un completo sovvertimento sociale, sia molto improbabile, ma molto molto improbabile.
Immaginate la cosa più improbabile: ecco la moltiplicate per 42 e quella è la possibilità.
Le persone pensano che dare più equità e possibilità ad altri, le tolgano completamente a loro.
Questo potrebbe essere possibile se basi la tua intera esistenza sul sederti in testa agli altri e ritenerti il migliore, ma a quel punto il problema sei tu.
Dare più diritti non ne toglie a te
Tutti quelli che sono contro a dare più libertà a tutti, sono gli stessi che ficcano il naso costantemente nelle questioni altrui.
“Eh ma questo non si può fare, chi lo spiega ai bambini”
“No, ma non sono contro eh, ma penso che ognuno dovrebbe starsene a casa sua”
A tutte queste personcine che chiameremo amorevolmente feccia, non cambierebbe nulla nella loro patetica esistenza, ma non vogliono per una sequela di ragioni completamente campate in aria, che neanche io quando cerco di indovinare la trama di un’intera saga delle prime due pagine.
Quindi in conclusione, se ti senti un privilegiato probabilmente lo sei e sarebbe carino da parte tua cercare di migliorare la società.
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