Moda e lotte sociali: prese di posizioni e incoerenza

Lotte di posizione e moda 

moda

La moda è da sempre un modo per esprimere la nostra personalità ed è uno specchio della società che ci circonda. Nel corso del tempo e della storia, il mondo del fashion ha apportato delle vere e proprie rivoluzioni.  

Ciò ci porta a realizzare che la storia della moda si collega indubbiamente a quella politica e sociale. Ultimamente il tema maggiormente dibattuto in questo contesto è sicuramente quello dell’inclusività.  

Dopo anni di standard di bellezza irraggiungibili, i tempi sono cambiati. Tutte le diversità personali meritano di essere rappresentate sulle passerelle di moda e sui cartelloni pubblicitari.  

C’è da dire, comunque, che questa nuova presa di posizione è solo l’ultima di tante altre, che si sono sviluppate nel tempo. La moda è da sempre un ambito molto controverso, pieno di contraddizioni. 

La storia dei pantaloni per le donne  

Tra le lotte ideologiche a cui la moda si è interessata, nel corso del tempo, dobbiamo sicuramente ricordare quella riguardo i pantaloni 

Nonostante i pantaloni siano nati circa duemila anni fa, questo capo di abbigliamento è stato per molto tempo riservato esclusivamente al genere maschile. Specialmente se consideriamo le società dell’Occidente, inclusa la nostra, possiamo sottolineare come i pantaloni su una donna fossero uno scandalo.  

Probabilmente i pantaloni andavano a simboleggiare il potere e la forza che gli uomini si attribuivano. La Bibbia stessa fa una distinzione netta tra abiti femminili e abiti maschili.  

Con il passare dei secoli, gli unici momenti in cui anche alle donne era permesso indossare i pantaloni erano quelli in cui praticavano sport. Solo le guerre mondiali e l’emancipazione femminile sono arrivate a sancire i pantaloni anche per le donne.  

Negli ultimi decenni del Novecento, le vendite di questo indumento aumentarono del 167 per cento. Dimostrazione del fatto che le donne, con il tempo, sono riuscite nell’intento di emancipazione. Sicuramente, anche considerando i tempi moderni, le donne sono ancora discriminate in moltissimi casi, ma la possibilità di poter indossare un paio di jeans deve essere stata considerata liberatoria e rivoluzionaria per le generazioni di una volta.  

La moda neutrale  

Se decenni fa il discorso si basava su ciò che potevano o meno indossare le donne, oggi le prese di posizione sono altre. Infatti, attualmente è in corso un dibattito riguardo la teoria gender 

La libertà di esprimersi come si vuole non è (purtroppo) ancora accettata da tutti. Ecco perché vi è chi critica persone di sesso maschile che decidono di indossare abiti tradizionalmente femminili.  

Sembra assurdo pensare che ciò succeda nel 2021, ma è la realtà. Le maison di moda e i personaggi famosi stanno cercando di rompere questo tabù, provocando chi crede che esista un vestiario maschile e uno femminile.  

Eppure, sono decenni che case di moda affermate fanno sfilare uomini che indossano delle gonne e donne che indossano completi maschili. E questa scelta è basata proprio sulla convinzione che sia necessaria una forte presa di posizione a riguardo.  

La moda è una maniera di esprimersi, è la libertà artistica e visiva al suo massimo. Gli stilisti sarebbero limitati, nel loro processo creativo, se dovessero creare capi di abbigliamento basandosi esclusivamente sul genere sessuale.  

L’idea di fondo da sradicare è quella secondo la quale un uomo possa perdere di virilità, indossando una semplice gonna. Il carattere, la forza e la tenacia di una persona non dipendono dal modo di vestirsi, come neanche dal proprio sesso o orientamento sessuale.  

Il bodyshaming nella moda  

Fino a questo momento abbiamo citato due casi in cui la moda, nel corso del tempo, ha cercato di sradicare delle convinzioni sociali. La moda però è anche portatrice di molte contraddizioni 

Quando pensiamo al mondo della moda, viene subito in mente la magrezza. Corpi magri, perfetti, senza un filo di cellulite, creati ad arte per piacere. Le modelle che hanno sfilato per anni sulle passarelle sembravano essere autentiche divinità, proprio per la loro magrezza e quindi appetibilità.  

Vi sono tantissime storie di ragazze, anche molto giovani, che provano ad entrare nel mondo della moda e che provano sulla propria pelle ciò che viene indicato come bodyshaming.  

Gli standard, specialmente nel passato, per entrare in questo mondo di lustrini e abiti costosi, sono molto selettivi. L’altezza e la magrezza rappresentano canoni unici, da seguire alla lettera.  

Ed è qui che entra in gioco la profonda incoerenza della moda. Si tratta di qualche cosa di creato per andare incontro al gusto del pubblico, ma è diventata una rassegna di modelli improponibili.  

Il body positive

Fortunatamente, pare che i tempi stiano cambiando anche in questo caso. Da anni ormai il fenomeno del body positive è entrato nel vocabolario di ognuno di noi. Il mondo della moda si è aperto ad una nuova era, maggiormente inclusiva ed innovativa.  

Le maison e le catene di fast fashion stanno facendo un grande lavoro per creare campagne promozionali e collezioni nuove. I volti che compaiono sulle riviste e sulle passerelle rappresentano le enormi diversità esistenti nel mondo.  

Ed è ciò che ci auguriamo possa continuare ad avvenire anche nel futuro. La moda, con le sue autentiche rivoluzioni, è uno specchio di ciò che siamo stati, di ciò che siamo e di ciò che diventeremo. I vestiti sono un ottimo mezzo per esprimere la nostra personalità in totale libertà. Inoltre, è molto importante sentirci rappresentati da chi fa della diversità una ricchezza da coltivare.  

 

Fonti:

www.lundici.it

thevision.com 


Credits:

Copertina 

 

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