Mafia: i pericoli di un male dimenticato nella crisi

In questi giorni di quarantena siamo sommersi di notizie di ogni tipo sullo strano periodo che stiamo vivendo, dagli scontri politici italiani sul MES, alle grandi manovre europee per scongiurare una crisi che si sentirà non solo qui, ma in tutto il pianeta. Proprio in un periodo di difficoltà economica e sociale diffusa è pronto a espandersi sulle debolezze delle persone un male dimenticato: la mafia.

L’attentato di Foggia

A Foggia nei primi di Aprile, in pieno giorno, una bomba è esplosa davanti a una RSA per anziani.    Il motivo è presto chiaro. Il centro è gestito dai fratelli Luca e Cristian Vigilante, testimoni in un processo contro un clan dedito alle estorsioni. Lo stesso Cristian il 3 Gennaio era già stato vittima di un altro attentato. In piena emergenza sanitaria ed economica, nonostante il Coronavirus, la mafia trova lo stesso il modo di agire contro la società civile e contro le istituzioni.

Gli avvertimenti di Nicola Gratteri

L’allarme è stato lanciato anche dagli organi competenti: il primo è stato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica che a Dicembre del 2019 ha guidato un’operazione che ha portato all’arresto di più di 300 persone.

Secondo Gratteri, se le istituzioni ritarderanno o avranno problemi a erogare risorse per i commercianti, questi saranno costretti a rivolgersi alla mafia. E l’esercizio commerciale diventerà un’azienda di riciclaggio di denaro.

La situazione rischia di diventare gravissima. Se la mafia dovesse riuscire a ottenere il controllo di altre attività imprenditoriali sul territorio, lo Stato e la legalità perderebbero terreno e le cosce mafiose inevitabilmente finirebbero con il guadagnare potere.

L’intervento di Franco Gabrielli

Al grido di allarme si unisce anche il capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza Franco Gabrielli, autore di un lungo intervento su un documento che l’Interpol ha spedito ai 194 Paesi membri.

Gabrielli pone l’attenzione su come le forze di polizia italiane si siano già mosse per controllare tutti quei comparti economici che non hanno mai interrotto le loro attività (filiera agro-alimentare, servizi logistica, servizi funebri, imprese di sanificazione e smaltimento rifiuti). Nel documento si pone anche l’attenzione su come l’industria della contraffazione possa riconvertirsi per produrre tutto quel materiale, come per esempio mascherine o indumenti medici, che in questo momento si è trasformato in bene di primaria importanza.

Importante sarà la gestione dell’inevitabile recessione che colpirà le nostre strutture economiche, quando le aziende e le persone fisiche in forte crisi di liquidità dovranno essere fortemente sostenute da denaro pubblico. Le disponibilità immesse nel sistema economico dovranno passare per canali legali e legittimi, e il rischio che risorse mafiose circolino ed inquinino il sistema è concreto.

Mafia e Sanità

Il rischio non è legato solamente al mondo imprenditoriale ed economico ma si allarga anche alla sanità, dove da molti anni le mafie coinvolgono risorse nel commercio dei farmaci, investendo direttamente in farmacie e in società sanitarie private. Gli stessi laboratori medici privati sono stati coinvolti dalle Regioni per le analisi dei tamponi, senza la pubblicazione di un bando ma solo con avvisi pubblici per ridurre i tempi. Questa modalità potrebbe nascondere infiltrazioni mafiose, nonostante i controlli costanti delle forze dell’ordine.

Il rischio non si limita solamente alla sanità privata e al commercio di farmaci, riguarda anche la sanità pubblica.

In Calabria e in Campania nel 2019 vennero sciolte due ASL (ndr. Azienda sanitaria locale) e quattro aziende ospedaliere per associazione mafiosa, indebolendo un sistema sanitario già strutturalmente debole a causa dei continui tagli di spesa perpetrati sistematicamente nel corso degli anni.

Il problema però non si limita al Sud e coinvolge anche il Nord Italia: a Milano a seguito dell’indagine denominata “Contramol”, è stata sequestrata la farmacia Caiazzo, mentre si è scoperto che i proprietari della farmacia “Primo Maggio” di Corbetta sono imparentati con note famiglie mafiose calabresi.

Inoltre, non dimentichiamo che Antonio Chiriaco, direttore della ASL di Pavia, rappresentava l’interlocutore della ‘Ndrangheta nella sanità Lombarda, oppure che il medico Arturo Sgrò, ex dirigente medico dell’ospedale Niguarda di Milano e condannato nel 2017, ha avuto rapporti costanti con la malavita.

Il Rapporto del Cross

I rischi concreti per cui la mafia trarrebbe vantaggio nell’inserirsi nella sanità lombarda sono stati analizzati nel rapporto redatto dal CROSS, l’osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università Statale di Milano: qui si analizza come il settore sanitario lombardo rappresenti un settore importante per la Mafia non solo per il vantaggio economico derivato da investimenti diretti nel settore, ma anche di poter usufruire dei preziosissimi servizi che solo il sistema sanitario può fornire.

Un Problema Europeo

Il problema però non è rinchiuso solo nei confini italiani: la mafia italiana è stata in grado di espandersi con profitto al di fuori dei confini nazionali e in questo millennio si sta trasformando ancora di più in una mafia globale, a maggior ragione se i Paesi sono sprovvisti di una normativa antimafia specifica, al contrario dell’Italia.

La pandemia ha colpito indistintamente tutto il territorio europeo e rischi di associazione mafiosa si moltiplicano per tutti; in Germania già da tempo Cosa Nostra, l’Ndrangheta e la Camorra hanno acquistato un notevole numero di attività commerciali tedesche utilizzate come aziende di riciclaggio di denaro.

Nessun paese europeo è al sicuro: d’altronde, mentre gli accordi bilaterali tra i vari paesi sono sempre lenti nell’essere trovati, la mafia ha raggiunto un grado di adattamento e di internazionalizzazione elevato.

Il problema di una mafia globale estesa sul territorio europeo oltre che dalle istituzioni nazionali deve essere affrontata a livello internazionale. Perché non pensare in grande e creare un Codice antimafia europeo uniforme per un’azione di contrasto più efficace?

 


Fonti:

avvenire.it

espresso.repubblica.it

agi.it

repubblica.it

linkiesta.it

espresso.repubblica.it

it.businessinsider.com

Credits:

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *