Il linguaggio inclusivo che rovina “le festività”

Il linguaggio inclusivo, il politically correct, i bigotti, i politici, gli strillatori e i moderati.

Sembra proprio che l’ultima proposta avanzata – e ritirata successivamente – dalla Commissione Europea (seppur rivolta ai suoi soli funzionari) sia stata in grado di mettere tutti d’accordo riguardo i limiti, la contestualizzazione e l’uso del linguaggio inclusivo.

Le linee guida

Il documento, di trentadue pagine, si poneva come una guida consultiva per i propri dipendenti riguardo il linguaggio, le strutture semantiche e le forme da utilizzare al fine di evitare qualsiasi forma discriminatoria di genere, razza o religione.

Tra le varie direttive espresse dalle linee guida si affrontavano temi riguardanti religioni, comunità LGBTQ+, genere e razza.

Per citarne alcune:

  • Preferire l’uso di espressioni neutre o impersonali,  rispetto a “Mr or Mrs“, al fine di rispettare qualsiasi orientamento di genere
  • Mostrare sensibilità riguardo i festeggiamenti delle feste natalizie, anzi , parlarne in quanto “periodo di festività“, poiché non tutti i cittadini UE condividono gli stessi credi, usanze, e non celebrano in periodi comuni.
  • Preferire formule come “persona gay” o “persona con disabilità” a “gay” o “disabile“, al fine di non offendere la sensibilità altrui.

“L’uguaglianza e la non discriminazione sono valori fondamentali dell’Unione europea. Sono da applicare direttamente al nostro lavoro come istituzione. La Commissione europea deve dare l’esempio. Per farlo in modo efficace, dobbiamo offrire una comunicazione inclusiva, assicurando così che tutti siano apprezzati e riconosciuti in tutto il nostro materiale indipendentemente da genere, razza o origine etnica, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale”.

Questo è il comunicato rilasciato dalla Helena Dalli, commissaria europea per l’uguaglianza, volto a legittimare le buone intenzioni della Commissione, e a sottolineare il fatto che si trattasse soltanto di consigli e non imposizioni verso i dipendenti.

Critiche e controparti

Il tutto, sotto uno tsunami di polemiche, innalzato specialmente dai tradizionalisti e i partiti europei di destra contrari al cosiddetto “perbenismo sociale”, considerato minatorio e nocivo verso le tradizioni, la storia e le identità dei popoli.

Furiose le delegazioni europarlamentari italiane nel rispondere alle linee guida:

Salvini, facendo leva sul suo ormai marchio di fabbrica nazionalista e sarcastico si è espresso dichiarando che: “Un documento della UE – in nome della ‘lotta alla discriminazione’ – invita a non dire Buon Natale, ma Buone feste. Se non li fermiamo, questi ci portano verso il nulla. Il documento è in inglese e sostiene che è meglio lasciare da parte il nome Mary, e di sostituirlo con Malika. O li fermiamo o questi ci portano verso il nulla. Buon Santo Natale a tutti”.

Linea comunicativa simile adottata da Giorgia Meloni la quale in un tweet affermava: “Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano”. In risposta alla faccenda, anche diverse testate come il Financial Times, per le quali: “avrebbero potuto scegliere esempi migliori”.

Abrogazione delle linee guida e conclusioni

Conseguenza di questa bufera mediatica è stato il ritiro del documento, poiché, stando alla stessa Dalli: “non maturo, non raggiunge gli standard e necessita di una maggiore revisione”.

Dichiarazioni che, tuttavia, non hanno escluso possibili eventualità di ritrattare e riproporre queste tematiche, in un prossimo futuro, in quanto, collegate ai primari obiettivi sociopolitici della Commissione Europea.

La strada tracciata dalla politica UE, verso la tolleranza e l’emancipazione, per il momento subisce una battuta d’arresto, da non considerare necessariamente in maniera negativa. Se è doveroso, difatti, combattere ed ostacolare qualsiasi condotta discriminatoria in favore di un progresso comunitario orientato verso l’equità e democrazia, è altrettanto necessario studiare e selezionare con cautela gli strumenti e le linee da percorrere, al fine di evitare eventuali boomerang di ritorno e, seppur involontarie, strumentalizzazioni politiche nocive agli obiettivi prefissati.

Le dinamiche e scenari politici, occupano il terreno più sensibile ed esposto alla mercè dell’opinione pubblica.

Armi a doppio taglio alquanto imprevedibili e dipendenti dagli sviluppi, in certe occasioni particolarmente utili nell’elevare e rafforzare le proprie posizioni, in altre, come questa, estremamente crude e altamente debilitanti e lesive per la propria immagine pubblica.

Natale salvo, dunque, per le fazioni conservatrici, contrarie all’inclusività linguistica e che festeggiano la momentanea vittoria, consci però, del fatto che prima o poi se ne ritornerà a parlare.

La strada verso l’adozione di comportamenti nel rispetto di tutti i cittadini, tracciata dall’UE – seppur vista come una possibile forma di omologazione e antitradizionalista per altri –  appare ben chiara e, se non in un futuro immediato, ma prossimo, tornerà a far valere le proprie posizioni in merito, al fine, come sempre, di non lasciare indietro nessuno.

 


Fonti:

ilpost.it

elle.com

repubblica.it

difesapopolo.it

Credits

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