Le difficoltà degli studenti-lavoratori

Quali sono le difficoltà degli studenti-lavoratori? Essendo io stessa una studentessa-lavoratrice, mi riserverò di trattare tutte le tematiche che penso sia fondamentale toccare. Dopo essermi confrontata con varie persone, di età e provenienza differenti, sento la necessità di riportare la loro e la mia esperienza.

Cosa implica lavorare e studiare allo stesso tempo?

Sacrifici, felicità, stanchezza, indipendenza economica e tanto altro. Significa rinunciare a una parte consistente di vita sociale, fare le ore piccole in prossimità degli esami e, quando questi ultimi vanno bene, provare soddisfazione nell’essere riusciti a far combaciare un impegno lavorativo con l’Università. Può significare andare fuori corso, fallire sessioni  o sentirsi in difetto nei confronti di coloro che invece sono meglio organizzati di noi. Carina, ad esempio, è una studentessa che nel week-end lavora come cameriera, cercando di acquisire una stabilità economica che le permetta di continuare gli studi.  Quando le ho chiesto come riesce a gestire il carico di studio e l’onere lavorativo, ha risposto che

“Non è semplice ovviamente, sai di avere due responsabilità da affrontare. Per me è però fondamentale lavorare e studiare, è un’esperienza che ti permette di crescere e se hai obiettivi saldi riesci ad organizzarti”.

Erica invece, lavoratrice full-time presso un’associazione di piccole dimensioni, mi ha raccontato di non riuscire a seguire le lezioni, dovendole successivamente recuperare nel fine settimana.

“Mi rimane libero solo il week-end per studiare, ma devo anche conciliare altri impegni, dunque risulta impossibile”

mi ha raccontato. Non essendo iscritta come studentessa-lavoratrice, nonostante lo sia, Erica non gode di alcuna agevolazione da parte dell’Università. Diventa quindi complicato per lei, in quanto non avendo accesso alle lezioni registrate deve dedicarsi completamente da sola allo studio.

 

Quali agevolazioni sono presenti per chi lavora e studia contemporaneamente?

Agli studenti che  lavorano vengono riconosciuti, secondo la Costituzione, alcuni diritti che permettono loro di conciliare la formazione con l’impegno lavorativo. A trattare i diritti degli studenti lavoratori è principalmente l’art. 10 dello Statuto dei lavoratori, il quale ne riconosce la posizione peculiare. Vengono attribuiti a questi ultimi dei diritti e delle prerogative, quali permessi e agevolazioni correlate al diritto di studio, che non vengono usualmente concesse ai normali dipendenti. Per poter fruire però di queste facilitazioni, il lavoratore deve frequentare un corso di studi che garantisca il conseguimento di un titolo che abbia valore legale.

Allo studente-lavoratore vengono infatti riconosciuti il diritto a turni di lavoro che agevolino lo studio, permessi giornalieri retribuiti per sostenere le prove d’esame, un orario di lavoro che permetta la frequenza delle lezioni e il divieto di prestare lavoro straordinario. Le assenze collegate dunque allo studio sono remunerate, a patto che lo studente abbia l’obbligo di frequenza. Alcuni contratti, inoltre, prevedono una quantità di ore retribuite (generalmente 150, le quali vengono suddivise in tre anni) a favore dei dipendenti iscritti a corsi di studio e/o corsi di laurea. Risulta fondamentale sottolineare come questi aiuti facilitino la riuscita degli studenti, ma sono realmente sufficienti? Quale sostegno viene invece concesso da parte delle Università?

Che ruolo hanno le Università in tale processo?

Piero, che frequenta il corso di economia e innovazione aziendale presso l’Università degli Studi di Verona e lavora in un impianto chimico, mi ha raccontato di aver scelto volontariamente di evitare l’iscrizione quale studente-lavoratore. Quando gli ho chiesto il motivo di tale scelta, mi ha risposto che, nonostante le possibili agevolazioni economiche di cui avrebbe potuto usufruire, ha preferito rendere una priorità il numero di esami annuali. Presso Univr, uno studente che nel contempo lavora, ha un massimo di tre esami annui che può dare. Ciò comporta dunque un prolungamento del corso di studi di circa il doppio rispetto a un ragazzo che frequenta come studente “normale”. Piero però lavora 40h settimanali, oltre alle quali deve inoltre ricavare il tempo necessario per preparare gli esami. La pressione sociale e la voglia di laurearsi in tempo hanno permeato questo racconto, così come accade in tante altre situazioni similari. Marianna invece, lavoratrice part-time, ha affermato che

il lavoro è per me una necessità pagando 500 euro di affitto. Fortunatamente riesco a frequentare le lezioni ed il connubio lavoro/studio è stato proficuo, nonostante la vita sociale si sia ridotta al minimo indispensabile”.

La Ca’ Foscari, dove studia Marianna, concede agli studenti lavoratori delle riduzioni sulla retta annuale. Lei mi ha però raccontato di come, nonostante le lezioni registrate dovrebbero essere garantite, la scelta è del professore singolo.

Quali sono dunque le motivazioni che spingono migliaia di ragazzi nella ricerca di un lavoro finché studiano?

Parlando per esperienza personale e traendo spunto dalla mia storia, posso porre come input primario la necessità e la voglia di divenire indipendenti dal punto di vista economico. Riuscire a scollarsi dal nido famigliare e, con le proprie ali appena piumate, avere qualche risparmio messo da parte. Un’ulteriore motivazione è la voglia di fare esperienza lavorativa, entrare nel mondo del lavoro e acquisire qualche capacità che altrimenti risulterebbe solo teorica. Senza alcun dubbio, è un’esperienza formativa e arricchente, che ti permette di avere una visione più ampia sul mondo. Toccando con mano l’ambito di lavoro scelto, avrai la possibilità di comprendere se faccia o meno per te, instaurare relazioni e dialoghi con altri dipendenti che quella mansione la svolgono da anni e soprattutto metterti alla prova. Perché alla fine, unire un impegno lavorativo a un percorso di studi, sia esso triennale o quinquennale, è una sfida.


Fonti

  1. laleggepertutti.it

Credits immagini

  1. Copertina
  2. Immagine 1 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *