Il fenomeno del consumo di massa
L’era del consumismo ha rivoluzionato totalmente il mondo dei commerci e dei consumi. La competizione tra le imprese, di anno in anno, si fa sempre più spietata. Ovunque andiamo, siamo bombardati da immagini pubblicitarie di qualsiasi tipo. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta quando decidiamo di comprare un prodotto. Ormai il low cost ha preso piede ovunque.
I prodotti che ci troviamo sugli scaffali dei supermercati e dei negozi sono sempre più variegati, sia da un punto di vista qualitativo che del costo. Il cibo arriva da ogni parte del mondo, le tipologie di alimenti a disposizione sono infinite. I cartellini delle offerte e degli sconti sono posizionati ovunque.
Per non parlare dell’abbigliamento, con tutte le catene di abbigliamento che si sono diffuse negli anni, tracciando la strada delle mode passeggere, che impongono i propri trend di stagione. La competitività commerciale comprende, oltre all’alimentazione e all’abbigliamento, tanti altri prodotti, che si inseriscono tutti nella logica del low cost.
Le compagnie aeree low cost
Quando pronunciamo la parola “low cost”, uno dei primi argomenti che potrebbero venirci in mente è sicuramente quello riguardo i voli aerei low cost e last minute. Infatti, l’industria dei viaggi ed il turismo sono completamente cambiati nel corso del tempo. Fino a pochi decenni fa, infatti, viaggiare in giro per il mondo sembrava essere un privilegio riservato a poche persone, molto spesso con grandi disponibilità economiche.
Oggi invece le compagnie aeree si sono diffuse a macchia d’olio. Le offerte con prezzi competitivi sono all’ordine del giorno, specialmente se parliamo di compagnie low cost e di offerte last minute, che permettono di organizzare un viaggio in poco tempo e con pochi soldi.
Gli svantaggi dei viaggi aerei low cost
Spesso siamo attratti dalle offerte lampo delle compagnie aeree più famose. Ci facciamo abbagliare dall’idea di poter raggiungere le mete più disparate, pagando pochissimo. Il prezzo che viene indicato, però, non è mai il costo finale. Infatti, alla tariffa base bisogna aggiungere un eventuale bagaglio e la tassa sul posto a sedere. Ciò ci fa capire come i voli low cost siano effettivamente convenienti solo in casi particolari di viaggio, in cui si è disposti a partire con un bagaglio ridotto e sedendosi in un posto assegnato in modo casuale.
Il fenomeno del fast fashion
In passato seguire la moda ed essere sempre al passo con i trend di mercato risultava dispendioso. I modelli di riferimento si trovavano solo sulle riviste specializzate nella moda e sulle passerelle, seguite unicamente dagli appassionati.
Con l’avvento dei social network, la moda ed il mondo dell’abbigliamento sono completamente cambiati. È nato il mestiere dell’influencer, che mostra ogni giorno nuovi capi must have. La massa di follower e di consumatori si fa influenzare, desiderando quotidianamente i vestiti proposti.
In questo contesto vanno inseriti anche i negozi di abbigliamento della cosiddetta fast fashion. Le grandi marche low cost, presenti su tutto il territorio globale, hanno un grande impatto sul mercato. Infatti, presentano capi di tendenza a prezzi notevolmente ridotti, tramite prezzi competitivi ed offerte. In questo modo è possibile, per un consumatore medio, avere un vestiario sempre aggiornato, senza dover spendere tantissimo.
I lati negativi del fast fashion
I negozi del fast fashion sono però logoranti sotto diversi punti di vista. I capi che vendono hanno una qualità mediamente bassa, che va a giustificare il prezzo quasi insignificante proposto.
Questa bassa qualità si accompagna molto spesso all’usa e getta dei vestiti, che vengono utilizzati solo per una stagione, per poi essere rimpiazzati dalle nuove uscite. In questo modo, andando ad analizzare le spese, si scopre come i capi low cost vadano a pesare sul portafoglio molto di più rispetto ai capi di qualità superiore. Questi ultimi, infatti, durano per anni senza rovinarsi e permettono di risparmiare sul lungo periodo.
Tutta questa quantità di tessuti prodotti, usati e buttati, porta inevitabilmente ad un costo ambientale altissimo. È innegabile la quantità di rifiuti e di inquinamento che un fenomeno di queste dimensioni riesce a generare. L’industria tessile, infatti, è la seconda industria più inquinante al mondo.
Infine, possiamo considerare il fatto che le grandi catene di abbigliamento non sono attente in alcun modo alle esigenze dei lavoratori nelle proprie fabbriche. Nei paesi in via di sviluppo ci sono, indubbiamente, dei costi di produzione notevolmente bassi. Ciò però ha delle conseguenze sulle condizioni di lavoro indegne della manodopera e sui controlli di sicurezza inesistenti.
Il cibo low cost e i discount
Quando si parla di low cost, ci possono venire in mente anche i discount. Si tratta di catene commerciali, molto spesso supermercati, che propongono prodotti alimentari a prezzi molto competitivi. Spesso si tratta di alimenti privi delle etichette dei grandi marchi pubblicizzati e conosciuti.
Questi discount sono però circondati, nell’immaginario collettivo, da grandi pregiudizi. Quando una famiglia va a fare la spesa, spesso predilige supermercati tradizionali, riservando i discount solo a chi si trova nella necessità di dover risparmiare. Necessità, questa, che è sempre più diffusa.
Stando ai dati, infatti, i discount hanno registrato una crescita nelle vendite del +8,2 per cento in Italia, nel 2020. Questo dato è sicuramente da contestualizzare all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, che ha influenzato negativamente la disponibilità economica di molte famiglie.
C’è chi decide di fare la spesa nei discount e chi, anche in momenti di difficoltà economica, sceglie di rivolgersi verso i supermercati tradizionali. Bisogna comunque ribadire come, in molti casi, i prodotti dei discount presentino la stessa qualità di quelli presenti nei negozi tradizionali. L’importante, in ogni caso, è informarsi sugli ingredienti che portiamo in tavola, aldilà del prezzo. Anche perché il cibo è il principale fattore che influenza la nostra salute.
Quando scegliere il low cost e quando non farlo
La discussione sul low cost è molto accesa. Obiettivamente, come in ogni ambito, ci sono pro e contro. Abbiamo analizzato, in particolare, il caso dell’abbigliamento e del settore alimentare. A questo proposito, bisogna sempre analizzare la qualità dei prodotti che andiamo ad acquistare. Il risparmio non passa sempre attraverso il low cost, ma sta a noi analizzare gli sprechi ed i risparmi.
Ultimamente è in atto una campagna di sensibilizzazione verso le piccole attività, che sono sempre più risucchiate dall’industria delle grandi catene. Piccoli negozi che vengono chiusi per dare spazio al commercio online e ai centri commerciali, l’agricoltura italiana in crisi a causa delle importazioni.
La spinta verso il cambiamento deve arrivare proprio da noi consumatori, che dobbiamo essere sempre più consapevoli. Ciò è possibile iniziando a comprare prodotti alimentari a km 0, scegliendo abiti di seconda mano, sostenendo le attività locali. Sono sicuramente scelte maggiormente dispendiose. A lungo termine portano però vantaggi alla nostra salute, ai lavoratori all’estero che non verranno più sfruttati e ai piccoli imprenditori.
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