Rifugiati di Serie B

Il 2022 non sembra l’anno della rinascita, o tanto meno non sembra stia portando ventate di speranza in questo mondo caotico. Mai una gioia insomma. Nuove guerre, nuovi e vecchi e problemi.

Anche se forse c’è un qualcosa di nuovo in verità. Qualcosa che classifica e divide ancora di più le persone.

Alla luce dei fatti legati alla guerra in Ucraina, si è scoperto che i rifugiati esistono veramente! E che chi scappa dalla guerra ha diritto a ottenere asilo, a essere aiutato o almeno a essere a conoscenza che sta lasciando casa sua per motivi maggiori e incontrollabili.

“Tu sì, loro no”

È partita una sorta di campionato dei rifugiati.

Spieghiamo meglio: molti partiti, personaggi politici o mediali, o addirittura persone comuni, in questo periodo supportano l’arrivo e la spartizione dei rifugiati ucraini. Bravissimi mi verrebbe da dire, ma il punto è capire il perché sono favorevoli e gentili con loro, mentre sono cattivi ed egoisti quando si tratta di rifugiati africani o comunque con cittadinanza non europea/occidentale.

Si tratta in tutti e due i casi di uomini, donne, bambini, anziani che cercano di sottrarsi a una guerra. E le guerre si accomunano tra di loro perché mietono vittime, distruggono città, paesi, sogni e popolazioni. Ma questo poco importa ai nuovi paladini della giustizia.

Rifugiati: Seria A vs Serie B

Per rientrare nei rifugiati di serie A devi avere le seguenti caratteristiche: una carnagione bianca, tendente al pallido o che per lo meno non desti dubbi sull’origine europea o occidentale. Insomma, se hai la melanina sviluppata e al primo sole puoi essere scambiato per un marocchino o un ispanico, sei già fottuto.

Inoltre, devi avere un accento possibilmente dell’est Europa e non avere una barba lunga “da talebano” (se sei uomo). Ma soprattutto, il conflitto da cui scappi deve essere al centro dei telegiornali e di tutti i media. Altrimenti sei uno sfigato oppure un individuo che scappa per poca roba. Non importa a nessuno se scappi da Boko Haram piuttosto che da Assad, se il motivo è troppo vecchio o poco conosciuto non sei nessuno, resta dove sei e non venire qui a rubarci il lavoro.

A quanto pare devono sussistere anche questioni di spazio. Nel senso che, come nell’attuale caso ucraino in cui si parla letteralmente di centinaia di migliaia di persone che fuggono dal Paese in pochi giorni, questi numeri non sembrano preoccupare più di tanto le persone. Eppure quando sbarcano a Lampedusa mi sembra che la situazione inizi già a scaldarsi quando le cifre si aggirano intorno ai 100 o poco più individui. Che strano, si vede che questi stranieri che arrivano dall’Africa sono enormi e uno di loro copre lo spazio di 2000 rifugiati occidentali.

I rifugiati furbetti

Nella confusione generale della situazione, alcuni individui si sono accorti che una parte della popolazione che risiede in Ucraina, quella di origine africana, sta tramando un piano infallibile per poter arrivare nell’Europa, approfittando del conflitto. Analizziamo questo piano diabolico scoperto grazie al super contributo della leghista Susanna Ceccardi, esperta di immigrazione e geografia.

Partiamo dall’inizio. Ci sono persone in Ucraina, di origine africana appunto, che stanno cercando anche loro come le altre di uscire da quel territorio per potersi salvare dalla guerra. Si, avete capito bene, africani in Ucraina. So che sembra strano agli occhi di coloro che non vedono oltre i propri piedi, ma non tutti gli immigrati si fermano in Italia. Detto ciò, questi individui stanno trovando delle difficoltà a uscire dal paese per motivi discriminatori: essi infatti, non vengono trattati al pari dei loro compaesani bianchi, ma bensì ad alcuni non viene data la possibilità di partire subito.

Durante un’intervista, alla domanda “Se c’è una donna africana in Ucraina, la devono accogliere o no?” la risposta dell’esperta Ceccardi è stata: “Bisogna vedere se scappa veramente dall’Ucraina. Non è facile stabilirlo: altrimenti diventa un viatico per tutti quelli che scappano dall’Africa”.

Spegnete l’internet mi verrebbe da dire.

Ora, senza fare studi universitari o scientifici, prendete una cartina dell’Europa. Con il dito, partite da uno stato africano qualsiasi: dalla Libia, dalla Nigeria o un altro a piacere. Proseguite verso l’Ucraina senza passare per le vie marittime; quindi passate per una parte del Medio oriente, poi in Turchia, da li poi a vostra scelta entrate direttamente in Europa da Bulgaria, per poi passare dalla Romania e solo dopo questa raggiungere l’Ucraina. Per poi fare cosa? Aspettare questa guerra e nuovamente ripartire per un altro viaggio estenuante direzione Italia o altro paese membro dell’UE, mi pare ovvio.

No, non è una barzelletta, ma è il percorso che un possibile immigrato africano potrebbe fare secondo la mente dell’esperta in questione.

Signori e signori, benvenuti nello straordinario mondo dei rifugiati africani di serie B, amanti dei viaggi impossibili e dipendenti dalle guerre. Anche quelle degli altri.

Spunti di riflessione seri

Aldilà delle teorie complottistiche, delle differenze tra i vari rifugiati e molto altro ancora, dobbiamo fare un passo avanti nell’analizzare situazioni di questo genere. La domanda che dobbiamo farci, anche se sembra banale, è chiedersi perché facciamo differenze quando si tratta di civili che scappano da guerre e violenze?

Perché ci ostiniamo a non vedere la realtà, ovvero che, indipendentemente dal fatto che sulla carta d’identità ci sia scritto Afghanistan, Ucraina, Mali o Siria, non abbiamo la stessa pietà o compassione per ogni persona?

Cosa ci spinge a “selezionare” le persone anche di fronte alle guerre? Perché loro sì e gli altri no? Qual è la differenza tra un bambino pakistano e uno ucraino che scappano entrambi da da conflitti di cui non conoscono nemmeno le ragioni?

 


Fonti:

repubblica.it

openmigration.org

fanpage.it

Credits:

Copertina

 

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