Violenza verbale: è meno grave?

La solita storia dell’intenzionalità

La violenza è solo fisica, quella verbale non esiste. Eppure ricordo una frase: “le parole sono affilate come un coltello”, ma quando mai? Non ho mai visto una parola con quelle forme, e voi? Cioè se dico “sfigato” a qualcuno mica lo ammazzo o lo ferisco letteralmente. Se dico “ciccione” a qualcun altro non è che dalla mia bocca esce una parola più grossa e pesante rispetto ad altre. Dico semplicemente ciccione, che sarà mai.

Poi nella maggior parte dei casi non lo si dice seriamente, suvvia. Si fa per scherzare, non saranno tutti così permalosi a questo mondo. Lo dico con amicizia, non con cattiveria. È l’intenzione che conta, l’ho sentito dire da due filosofi vincitori di un premio quest’anno.

Ditelo a Michele Ruffino, morto a 17 anni lanciandosi da un ponte per via degli insulti ricevuti dai compagni. Ditelo a lui che sono solo parole, che era uno scherzo, che lo si diceva per ridere. Ditelo a Michele, a sua mamma, ai suoi parenti. Provate a dirlo a tutte le decine di ragazzi e ragazze che hanno deciso di farla finita per via di parole troppo offensive, dure, cattive e molto più affilate di un coltello. Ditelo ai genitori di questi ragazzi che non c’era intenzione di fargli veramente del male, che erano solo parole…

Nuovi complimenti

E che ne dite di questo catcalling? Anche questa è violenza? A me non sembra che ci sia nulla di male nel fare qualche complimento pubblico ad una ragazza. Per esempio: (suono di clacson) “Aooooo abbella, nun sai che che te farei se te piglio”. No, mi dispiace, non è l’incipit della seconda stagione della serie di Zerocalcare. È quello che alcuni chiamano complimento. Diciamo che i gesti di cavalleria sono altri, però dai, ognuno ha la sua inventiva.

Sta di fatto che anche in questo caso non si tratta solo di parole o di opinioni. Mi dispiace deludervi ma stiamo parlando di vere e proprie molestie. E il menù è davvero ricco; non solo quelle a sfondo sessuale, ma anche gestacci, inseguimenti, battute più o meno azzeccate sull’aspetto fisico e altro.

E qualche volta capita durante una discussione di insultare o di alzare la voce. Sai, stacchi la spina per un secondo e non ti rendi conto di quello che dici, è normale. Magari la tua compagna è uscita senza di te e tu sei geloso e per questo ti sei arrabbiato. Hai iniziato a insultarla, hai alzato la voce, le sei inveito contro. Tutto nella norma. Vero? Capita, dicono. Però passare dalle parole ai fatti è un passo piccolissimo. E se (fortunatamente) le mani restano al loro posto, ciò non toglie che hai commesso un errore bello grosso. Eh no, ti sbagli, l’errore non è aver lasciato uscire da sola la tua compagna, ma averla insultata, offesa e violentata verbalmente. Sei in torto, sempre.

Metodi diversi, risultati identici

Insomma, non c’è un’enorme differenza tra violenza verbale e fisica come pensate voi. Se tu insulti, schernisci, deridi e offendi qualcuno verbalmente non lo ferisci fuori, forse, ma sicuramente lo fai dentro. E alle volte il dolore e la rabbia che proviamo dentro di noi sono le sensazioni più dure da affrontare.

Ci sono decine di modi diversi per compiere una violenza verbale ai danni di qualcuno, ma in ogni caso tutti producono lo stesso risultato: ledere le persone. Giocare a chi insulta nei peggiori modi possibili le persone non fa di te un uomo, ma probabilmente una sottospecie di zanzara che punge per poi essere subito beccata dalla vittima. Insomma, una cosa fastidiosa che se le va a cercare.

E poi non pensare di cavartela se lo fai utilizzando i vari social che il mondo ci offre. Anche se può apparire un mondo a parte dove vige l’anarchia da quel punto di vista, nulla e nessuno ti autorizza a usare la tua tastiera come una pistola spara-immondizia. Tu, che ti chiamano leone da tastiera ma appena spegni il pc sei più impaurito di un gattino bagnato con il raffreddore, ricorda che quello che scrivi non rimane solo online, ma anche impresso nella mente di chi riceve le tue sgradevoli parole. E rimuoverle è cosa ardua.

“Sono solo parole” cit.

Dunque, tirando due somme, possiamo continuare a stare tranquilli quando insultiamo gratuitamente le persone? Quando le offendiamo o quando usiamo parole violente e poco rispettose? Possiamo continuare a raccontarci la solita storia che tanto sono solo parole? La risposta è semplice: no, il contrario.

Le parole non lasciano ferite. Bugia. Le parole vanno e vengono. Sbagliato. Le parole sono meno forti delle azioni. Sbagliato di nuovo. So che non vi fa piacere e che iniziate magari a sentirvi in colpa, però frasi e parole tagliano e feriscono come un coltello. E forse anche di più.

 


Fonti:

open.online

tgcom.mediaset.it

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