Se la donna fossi io

Chi vi sta scrivendo è un uomo. Aldilà di tutte le giuste plurime sfumature che la definizione delle identità di genere sta assumendo negli ultimi anni sono abbastanza sicuro di ciò. Non solo ho il privilegio di avere un cromosoma Y in ogni cellula che popola il mio sgraziato corpo; mi identifico anche al cento per cento con l’identità maschile. Per quello che possa significare.

Non sparo a cinghiali, odio la Formula 1 e non ho mai messo una canottiera bianca sporca di olio di motore; i miei bicipiti sono anche abbastanza scarsini. Però sono un uomo. Anzi, sono un mbeb. Sono maschio per i motivi sopra descritti, non ho abbastanza melanina per definirmi nero (nonostante in alcuni forum americani la collocazione etnica degli italiani è dubbia), sono etero fino a prova contraria e per il semplice fatto di stare scrivendo queste cazzate l’etichetta di “basic” non me la leva nessuno.

Tuttavia non sono qui per darmi conferme esistenziali sulla mia identità o per rendervi edotti sulla  mia radiografia antropologica. No, lo scopo di questo articolo è quello di delineare uno scenario ipotetico, distopico, mostruoso sotto certi aspetti. Che cosa succederebbe se la donna fossi io? O meglio se le donne fossimo noi uomini. Se tutte le dinamiche che deve quotidianamente affrontare la donna per ragioni biologiche, storiche o sociologiche (quanto mi piace elencare tutte le discipline umanistiche) riguardassero noi figli di Marte. Che mondo sarebbe?

Il parto

Il parto è la più evidente distinzione funzionale biologica tra gli uomini e le donne. Il corpo femminile ha la particolarità di poterne ospitare un altro in crescita per 9 mesi. Questo ha costituito, secondo molte scuole di pensiero, uno dei principali fattori di distinzione storica tra il percorso delle donne e quello degli uomini. Ma se il parto fosse una funzione attribuita al corpo maschile cosa succederebbe?

Se gli uomini partorissero, l’aborto sarebbe un sacramento. Verrebbe celebrato ufficialmente da religioni monoteiste molto diverse da quelle attuali perché verrebbero meno diversi pilastri dottrinali. I sacerdoti dell’IGV con solennità e gaudio rimuoverebbero feti con metodi industriali e ci sarebbero non solo pillole, ma probabilmente birre, sigarette e accessori automobilistici in grado di garantire un aborto istantaneo. Se qualche donna provasse a obiettare le verrebbe subito rinfacciato che decidere su una gravidanza non  una cosa che le compete (assurdo vero? Menomale che nel nostro mondo non è così…giusto?).

Per i pochi volonterosi che decidessero di partorire il parto avrebbe una dinamica simile a quella di una finale di Champions League, con il nascituro che verrebbe alzato dalle orecchie con tanto di musichetta al termine della procedura.  I benefit per la paternità costituirebbero il 75% della spesa pubblica, i padri partorenti avrebbero almeno 15 anni di lavoro indennizzato con uno stipendio più alto di quello ante-parto.

Le mestruazioni

Altra caratteristica dirimente della donna, il fatto di sanguinare per diversi giorni una volta al mese, con dolori e complicazioni varie annesse, ha costituito sicuramente un grosso ostacolo strutturale per l’affermazione del genere femminile nella storia umana.  Ma se fossero gli uomini ad avere questo fastidioso inconveniente come sarebbe la situazione? Di sicuro non ci sarebbe nessuna vergogna per l’esistenza del ciclo mestruale come avviene per le donne. Espressioni autocensuranti come “le mie cose” non esisterebbero, anzi, le mestruazioni sarebbero un vanto. Si direbbe qualcosa come “sanguazzo” e inevitabilmente sorgerebbero competizioni sulla consistenza, l’intensità e la durata della suddetta funzione biologica. Inutile dire che la ricerca scientifica sarebbe millenni avanti rispetto a oggi nel contrastare dolori mestruali e altre complicanze.

Forse effettivamente il ciclo verrebbe proprio abolito in toto, o si troverebbe il modo per far emettere dopobarba anziché sangue. Se così non fosse, tuttavia, il regime economico riguardo agli assorbenti sarebbe completamente diverso rispetto a ora. Non solo l’iva non sarebbe a regime da bene di lusso, ma gli assorbenti verrebbero probabilmente regalati a pioggia. Le economie nazionali sarebbero riconvertite per produrre quantità di assorbenti tali da essere visibili dallo spazio.

La soluzione finale?

Sarebbero molto diversi anche tutti gli aspetti più strettamente culturali ovviamente. Molestie e catcalling sarebbero puniti con la pena di morte e la tortura, il gender pay gap rimarrebbe a parti invertite ovviamente. Alla fine della fiera quindi le disuguaglianze rimarrebbero, la soluzione non è quella di strani esperimenti genetici per scambiarsi di ruolo, ma quella di raggiungere finalmente una parità reale.


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