Cancel culture: il caso di Travis Scott

Perché Travis Scott è vittima della cancel culture? 

Basta una parola di troppo, una dichiarazione che potrebbe lasciare spazio a fraintendimenti, uno scandalo personale per gettare fango, in modo irrimediabile, su un personaggio pubblico. Ed è ciò che successo a Travis Scott, che ha visto collegato il suo nome ad un evento molto tragico, avvenuto proprio durante un suo concerto.  

Non è la prima volta: il caso dei concerti di Ariana Grande e di Sfera Ebbasta 

Di certo, quando ci apprestiamo ad assistere al concerto del nostro artista preferito, non ci aspetteremmo mai di andare incontro ad una tragedia. Purtroppo, però, non è la prima volta che sentiamo parlare di fenomeni del genere.  

Per citare degli esempi molto recenti, possiamo ricordare cosa è successo nel 2017 a Manchester, durante un concerto della pop star Ariana Grande. 

In questo caso si trattava di un attacco terroristico rivendicato dall’ISIS, lo shock fu tale da generare panico e sgomento nella popolazione. Questa tragedia è costata la vita a ventitré persone, e una quantità di feriti molto alta.  

Spostandoci in avanti di un anno, possiamo citare ciò che è avvenuto durante una tappa del tour di Sfera Ebbasta, a Corinaldo. In questo caso, il numero di vittime è stato pari a sei e l’evento ha scosso molto l’opinione pubblica italiana.  

Tutta la dinamica sarebbe stata provocata da uno spray urticante spruzzato da qualcuno all’interno della sala, ciò avrebbe provocato un delirio di massa. Tutto il pubblico, in un tentativo di fuga, si sarebbe accalcato verso l’uscita provocando la morte di diverse persone, rimaste schiacciate dal fiume di persone in preda al panico. Inoltre, sempre a causa delle persone in fuga, sarebbe crollato il parapetto di un’uscita di sicurezza, causando altre morti.  

Da una parte, quindi, abbiamo un attentato terroristico organizzato e studiato, mentre dall’altra ci troviamo di fronte ad un incidente, le cui cause sono legate in parte al sovraffollamento del locale e alla mancanza di sicurezza. 

Ariana Grande, ovviamente, non è stata colpita nella sua reputazione da questa tragedia immane, che ha visto anche lei come vittima. Nel caso di Sfera Ebbasta, invece, non sono mancate accuse ed indignazione pubblica: la capienza del locale, infatti, sarebbe stata inferiore rispetto al numero di persone effettivamente presenti quella sera. 

Cosa è successo durante il concerto di Travis Scott? 

L’incidente che ha coinvolto Travis Scott è avvenuto il 5 novembre 2021.  

Prima di addentrarci nel racconto della vicenda, è bene sottolineare la portata dell’artista in questione. Travis Scott, infatti, è un rapper americano, con all’attivo otto nomination ai Grammy. Inoltre, ha pubblicato tre album ed è molto conosciuto nel panorama musicale internazionale, anche grazie alle sue numerose collaborazioni. È inoltre originario di Houston, proprio la città in cui è avvenuto l’incidente.  

Il 5 novembre 2021 si apprestava quindi ad esibirsi proprio a Houston, in occasione del suo tour Astroworld. La tragedia venutasi a generare riguarda una presunta negligenza degli organizzatori del concerto e dello stesso artista. I morti sono stati attestati ad una decina, mentre i feriti trasportati successivamente in ospedale sono stati almeno un centinaio.  

Dalle ricostruzioni dei testimoni, le morti sarebbero state causate dalle spinte violente del pubblico, che cercava di avvicinarsi al palco. Ciò avrebbe provocato svenimenti e malori già dai primi minuti dall’inizio dell’esibizione.  

Le cause giudiziarie a carico di Travis Scott 

Nonostante ciò, il concerto sarebbe proseguito. Tutto ciò mentre le ambulanze cercavano di portare via i feriti. Ci si è quindi chiesti se Travis Scott si fosse reso conto della drammatica situazione che si stava sviluppando, oppure se effettivamente fosse stato all’oscuro di tutto. 

Sotto accusa ci sono anche gli organizzatori stessi della manifestazione, sembra essersi trattata, infatti, di una tragedia già annunciata. Inoltre, molti dei concerti precedenti del rapper sono stati caratterizzati da incidenti vari, che si ricollegano tutti al comportamento scorretto e non sicuro da parte del pubblico e degli organizzatori. 

Le accuse giudiziarie si basano, quindi, sull’abitudine di Travis Scott a inneggiare la folla. È risaputo, infatti, che i suoi concerti siano caratterizzati da un clima di fomentazione, che a volte sfocia nel delirio collettivo.  

Tuttavia, è importante sottolineare come in realtà fosse soltanto necessaria una sorveglianza solida da parte dell’organizzazione e delle forze dell’ordine, specialmente in un contesto con un pubblico così ingente. 

A peggiorare la situazione ci sarebbero state, inoltre, le dichiarazioni della polizia di Houston: secondo queste per il rapper ed il suo staff, infatti, l’interruzione dell’esibizione avrebbe causato rivolte ancora maggiori.  

Le conseguenze della tragedia sulla carriera di Travis Scott 

L’opinione pubblica si è divisa, tra chi credeva fosse stato solo un incidente molto spiacevole e chi invece accusava di negligenza Travis Scott e il suo staff.  

Il rapper si trova all’apice della sua carriera musicale e della sua popolarità. In questi casi, un artista contemporaneo deve stare attento a non farsi coinvolgere da nessuno scandalo, le cui conseguenze potrebbero penalizzare i suoi interessi.

Ed è qui che in molti si chiedono se questo avvenimento possa effettivamente contribuire alla fine di Travis Scott. In questi ultimi mesi, infatti, la carriera del rapper ha subito un duro colpo.  

Nonostante l’artista si sia immediatamente mobilitato, tramite scuse, dichiarazioni e risarcimenti verso le vittime, la cancel culture sembra già essersi messa in moto. 

Da Nike a Dior: tutto posticipato 

Dior aveva annunciato una capsule collection di capi proprio con Scott. Proprio a causa di questa vicenda, la maison ha annunciato però la posticipazione a data da definirsi.  

Anche la Anheuser-Busch, multinazionale specializzata in alcolici, ha annunciato di aver cancellato la collaborazione in programma con il rapper. In successione, anche Nike ha deciso di posticipare il rilascio le sue sneakers in collaborazione con il brand di Scott. 

Infine, una canzone del rapper doveva apparire all’interno del videogioco Fortnite. Inutile dire che anche in questo caso, gli sviluppatori hanno eliminato questa traccia dal gioco.  

Questi posticipi, che per il pubblico sono semplicemente decisioni di marketing, rappresentano invece una situazione drammatica per l’immagine e per la reputazione di un’artista.  

Tutto ciò è giusto? 

Ci si chiede, dunque, se sia giusto. La carriera di un artista pluripremiato e apprezzato può subire un colpo così duro, o rischiare addirittura di finire, a causa di una dinamica tragica non causata da lui in persona? 

Le diverse aziende hanno agito bene, scegliendo di non accostare la propria immagine a quella del rapper? Il comportamento del pubblico è una responsabilità dell’artista che si sta esibendo?  

Le domande da porsi sono tante, mentre solo il tempo ci mostrerà quanto questo evento influirà effettivamente sulla carriera di Travis Scott. Tuttavia, le persone che hanno perso la vita devono rappresentare un segnale forte e monito. Le manifestazioni dalla grande portata devono rappresentare situazioni sicure e innocue. Bisogna misurare i rischi, implementare e migliorare i sistemi di sicurezza, rispettare le capienze massime dei locali ed attenersi alle norme, per evitare che fatti del genere accadano nuovamente.  


Fonti:  

wikipedia.org

lastampa.it

ilpost.it

thisishype.ph

fostylen.com

tech.fanpage.it

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