Centri detentivi come campi di concentramento

Negli Stati Uniti, più precisamente a Clint, nello stato del Texas, c’è uno dei centri detentivi che ha scatenato una bufera mediatica. A fare da cornice a questa vicenda è il leader politico a cui è legata, Donald Trump, chfa da sempre discutere per le sue proposte, oltre che per le sue politiche sull’immigrazione. 

La figura dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America è effettivamente molto controversa. Specialmente per quanto riguarda la sua avversità nei confronti degli immigrati irregolariLa sua politica a riguardo si è mostrata molto rigida e severa, arrivando all’idea dell’espulsione totale. Ormai tutti hanno sentito parlare della sua proposta di un muro al confine con il Messico, che è già di per sé un territorio ampiamente controllato dai militari. Infatti è il confine in condizioni di pace più presidiato al mondo, ed è proprio in questa zona che troviamo uno dei centri detentivi più surreali. All’interno di esso si trovano immigrati provenienti dal Sud America.

IL PUNTO DI VISTA DI ALEXANDRA OCASIO-CORTEZ

A sorprendere e a far infuriare è l’enorme quantità di minori presente nella struttura, oltre alle condizioni pessime in cui versa tutta la struttura. Almeno ciò è quanto sostenuto da chi è riuscito a farci visita, come Alexandria Ocasio-Cortez, una politica ed attivista americana. Secondo quest’ultima, si tratterebbe di un vero e proprio campo di concentramento. Inutile dire, a seguito delle sue parole, ci sono state diverse critiche. Molti l’hanno invitata a dosare meglio le parole e a comprendere come non ci potessero essere accostamenti di alcun tipo con una tragedia immane come l’OlocaustoNonostante ciò, la situazione a Clint sembra realmente tragica.

La stessa Ocasio-Cortez, attraverso i suoi social media, ha affermato:

Gli ufficiali della polizia penitenziaria hanno minacciato sessualmente e fisicamente perfino me. Alle donne che chiedevano dell’acqua, dicevano di berla dallo scarico del water. Si tratta di crudeltà sistematica, le persone vengono trattate come animali.

IL GRUPPO FACEBOOK

In corrispondenza con la sua visita a Clint, le autorità hanno portato alla luce l’esistenza di un gruppo privato di Facebook, formato da agenti doganali e che contava la bellezza di quasi 10 mila membri. In questo gruppo venivano derisi i detenuti e un post in particolare ha attirato l’attenzione dei media. Si tratta di un fotomontaggio, in cui la stessa Ocasio-Cortez sembra intenta in un atto di sesso orale, proprio all’interno del centro di detenzione. Altre testimonianze narrano di come le docce siano troppo poche per il numero di persone detenute, così come le stesse celle. Molti immigrati non avrebbero nemmeno lo spazio necessario per sdraiarsi a terra. Inoltre, i vestiti indossati da questi ultimi sono spesso sporchi, in mancanza di un cambio e di misure igieniche regolamentate.

Secondo alcuni ex-agenti della Polizia di Frontiera, che negli Stati Uniti è denominata “Customs and Border Protection”, gli adolescenti detenuti dovevano prendersi cura dei più piccoli. Sembrerebbe che proprio alcuni agenti abbiano avvisato i loro superiori riguardo questa situazione di emergenza già mesi fa. Ed effettivamente la decisione di trasferire i minori fuori dal centro è stata attuata, se non che successivamente, proprio pochi giorni dopo, ne sono stati riportati indietro circa cento.

L’INVESTIGAZIONE INTERNA NEI CENTRI DETENTIVI

Queste numerose polemiche e denunce hanno portato ad una investigazione interna, che ha cercato di portare alla luce casi di cattiva condotta da parte degli agenti. Queste ricerche hanno rivelato il grave sovraffollamento in cui versa la struttura. Essa non è stata sicuramente studiata per ospitare un così grande numero di persone, che ne risentono, specialmente se si tratta di bambini. A soffrire di questa situazione sono persone di tutte le età.

Ad esempio, una volta intervistata, una giovane madre ha affermato che suo figlio, nonostante avesse la febbre, è stato privato delle medicine necessarie: “Mi hanno portato via qualsiasi cosa, i pannolini, il biberon, i vestiti. Hanno buttato tutto“. La risposta degli agenti alle seguenti lamentele della donna è stata “Chi ti ha obbligata a venire in America con tuo figlio?”. 

Sembra evidente come i detenuti siano trattati con sdegno e sufficienza, da chi dovrebbe costituire una forma di aiuto, oltre che di controllo. Il problema principale di tutta questa vicenda è che la struttura non è stata realizzata per ospitare persone in modo permanente. Al contrario, il massimo di ore di permanenza possibile è 72. Dopodiché, si dovrebbe garantire agli immigrati un trasferimento. Nonostante ciò, molti di loro vengono relegati qui per diverso tempo, sovraffollando la struttura e rendendo la convivenza impossibile. Ci vorrebbe sicuramente più attenzione nei confronti dell’organizzazione di questi centri, che accolgono esseri umani. Essi, in quanto tali, hanno diritti inviolabili, pur essendo immigrati irregolari e pur vivendo in un paese con un presidente che mira alla loro totale espulsione. 


 FONTI:

New York Times

The Guardian

CREDITS:

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