Beyoncè ha preso parte alla grande maratona del One World: Together At Home. Il suo breve intervento è stato caratterizzato dalle difficoltà riscontrate dalla comunità afroamericana nel quadro dell’emergenza Coronavirus. Oltre a ringraziare tutta la comunità dei medici e dei lavoratori essenziali, che ci permettono di vivere in sicurezza la nostra quarantena, l’artista ha sottolineato infatti come le persone di colore rappresentino anche il maggior numero di contagiati in America.
“One world: Together At Home”
Si tratta di un grande evento musicale, nato da un’idea della popstar Lady Gaga, che ha unito insieme e virtualmente tantissimi artisti. L’intento era quello di sensibilizzare il pubblico riguardo il momento difficile che tutto il mondo è chiamato ad affrontare, a causa del Coronavirus. In collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e Global Citizen, l’evento ha reso onore specialmente ai medici in prima linea in questa emergenza.
La comunità di colore è la più colpita dal Coronavirus
Numeri alla mano, le contee a maggioranza nera registrano tre volte il numero di contagi e sei volte quello dei decessi rispetto a quelle a maggioranza bianca, riporta Wired.
A fare da sfondo a questo fenomeno c’è, come del resto era prevedibile, la disparità razziale. Di ciò si è discusso con maggiore forza soprattutto da quando Donald Trump ha iniziato a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America. Se alla figura del più alto rappresentante dello Stato si somma anche la lunga storia a stelle e strisce, impregnata di discriminazioni e lotte contro il razzismo, è facilmente intuibile comprendere i motivi di questi dati allarmanti.
Effettivamente, questa categoria di persone, che da sempre riscontra più difficoltà rispetto agli altri, specialmente nel contesto degli Stati Uniti, sembrerebbe costituire l’esempio di vittima ideale per il Coronavirus. Secondo il Chicago Department of Public Health, il 33 per cento delle persone ospedalizzate per Coronavirus sono afroamericane. Inoltre, nella città di Chicago, che conta una grande comunità afroamericana, il 68 per cento di persone morte per questo motivo è di colore.
Le motivazioni sono molteplici
Un’ipotesi è il particolare sistema sanitario americano, che non garantisce cure a chi non può permettersi una copertura sanitaria. Ed è per questo che le persone di colore partono svantaggiate e vengono abbandonate a loro stesse, versando spesso in condizioni economiche sfavorevoli, e non potendo permettersi le spese mediche.
Oltre a questa motivazione, c’è anche da dire che la popolazione afroamericana è predisposta maggiormente a patologie come le malattie cardiache, il diabete, l’obesità e anche virus come il COVID-19. Secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, il 40 per cento delle persone di colore è maggiormente predisposta a morire in età più giovane rispetto alle persone caucasiche.
Un altro interessante dettaglio da non sottovalutare è il fatto che, negli scorsi mesi, in America girava voce che le persone di etnia afroamericana fossero in qualche modo immuni al virus. Infatti non si sono registrati casi di questo tipo in Cina, dove comunque la comunità afroamericana è molto limitata e circoscritta.
Come riporta il DailyMail, a St. Louis 16 persone su 19 decedute per il Coronavirus sono di origine afroamericana. Altre città americane dove questo fenomeno si è manifestato in modo massiccio, oltre a Chicago e St. Louis, sono Detroit e New Orleans.
Le parole di Jerome Adams sul Coronavirus
Il chirurgo generale degli Stati Uniti, nonché portavoce ufficiale delle questioni di pubblica sanità, attualmente è Jerome Adams. Si è occupato personalmente di questa problematica.
Il medico ha sottolineato come i problemi sociali ed economici giochino un ruolo fondamentale nella diffusione del virus nella comunità afroamericana e latina.
Infatti ha dichiarato: Vorrei far comprendere a tutti che non importa se sembrate in salute e giovani. Siete comunque a rischio di prendere e diffondere il Coronavirus. Inoltre la comunità dei neri è meno resiliente alle devastazioni del COVID-19. Diciamo alla gente di lavarsi le mani, ma il 30 per cento delle case nella Riserva Navajo (una riserva indigena negli USA) è senza acqua corrente. Quindi cosa dovrebbero fare?
Ha invitato le comunità minoritarie a consumare meno alcool e a fumare di meno, in modo tale da rallentare i contagi del virus. Inoltre ha sottolineato come la maggior parte delle persone afroamericane non abbia la possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa. Le realtà urbane in cui vivono sono molto popolate, dove mantenere la distanza di sicurezza appare difficoltoso, quasi impossibile.
Infine ha però voluto chiarire: Non pensiamo che le persone di colore siano biologicamente o geneticamente predisposte a questo virus, non c’è niente di sbagliato in loro. Ma sono semplicemente socialmente predisposte all’esposizione al contagio.
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