Cosa sono gli stereotipi
Gli stereotipi sono un insieme di convinzioni che si è portati ad avere riguardo a una certa categoria sociale. Lo stereotipo può riferirsi alla provenienza geografica di un individuo o di un gruppo di persone. Ogni nazione si distingue per un’immagine esterna, dovuta alle sue tradizioni e alla sua cultura. Quando quest’immagine viene generalizzata, si viene a creare lo stereotipo.
Si arriva a semplificare la complessità di cui è dotato qualsiasi individuo o gruppo sociale. Si crede di conoscere qualcuno semplicemente servendosi di una serie di pregiudizi. Gli stereotipi sono difficili da sradicare, proprio perché vengono assorbiti nel contesto sociale in cui ognuno di noi si trova.
Gli stereotipi di genere
Oltre allo stereotipo legato alla provenienza geografica, c’è sicuramente da considerare lo stereotipo di genere. Si tratta del processo che ci porta a sottolineare le differenze tra il genere femminile e maschile, spesso mettendo in risalto il secondo.
C’è da considerare l’obiettiva differenza biologica tra i sessi. Questa differenza, però, non ci deve portare in nessun caso a categorizzare alcuni comportamenti sociali come appartenenti a un solo genere. Il concetto di genere, al contrario di quello di sesso biologico, è più complesso. Questo a causa della sua origine sociale. Qualsiasi costruzione sociale è a tutti gli effetti relativa ed è in continua trasformazione.
Gli stereotipi sugli uomini
Nonostante i confini labili tra i generi, si sono radicati nella società diversi stereotipi, specialmente legati alla figura della donna. Le esperienze di vita che possono vivere persone diverse sono enormemente simili, proprio perché l’esperienza umana è di per sé quasi unica. Siamo portati a sperimentare, in tempi e condizioni diverse, le medesime emozioni e paure.
Nonostante ciò, nella storia si tende a dare maggiore spazio all’esperienza e all’importanza dell’uomo. Al genere maschile è sempre stato dedicato spazio, tempo e gloria. È innegabile la differenza di approccio al genere femminile, che tutti abbiamo avuto modo di sperimentare almeno una volta nella vita. Questo mettere in luce le doti e la forza maschili è così radicato nella convinzione sociale, che anche ai giorni nostri è difficile sradicare queste convinzioni.
La donna nella storia
Nell’immaginario comune della preistoria, l’uomo era dedito alla caccia, mentre la donna era immersa nella procreazione e nella crescita della sua discendenza. Nell’Antica Grecia, le donne non avevano nessun tipo di diritto politico. Esse erano confinate in una parte della casa e la libertà individuale non era rispettata in alcun modo. La convinzione comune era radicata nella credenza che la donna fosse inferiore dal punto di vista intellettuale. Nel Medioevo le donne erano viste come altamente sottomesse alla figura maschile, del padre o del marito.
Durante l’età moderna, la situazione inizia a cambiare, anche se con diverse difficoltà. Le donne, con l’inizio delle varie rivoluzioni, si ribellano alla condizione di inferiorità imposta in precedenza. I primi movimenti femministi e le figure di donne straordinariamente coraggiose, che hanno lottato contro una società profondamente sbagliata, sono il motivo per il quale ci troviamo ora auspicabilmente in una situazione di relativa evoluzione verso l’uguaglianza tra i sessi.
Se dal punto di vista politico i progressi si percepivano, non si può dire lo stesso del ruolo della donna nella società. Esse erano comunque percepite come madri e mogli, che non potevano essere indipendenti dal punto di vista professionale. Per moltissimi secoli la donna, seppur con delle fortunate eccezioni, non ha avuto la possibilità di seguire le proprie ambizioni. Infatti, le donne erano imbrigliate in convenzioni sociali che al giorno d’oggi dovrebbero essere ormai superate. C’è da sottolineare il dovrebbero, proprio a causa del fatto che attualmente non tutte le donne del mondo godono di totale libertà.
La donna nei media
Un contributo fondamentale agli stereotipi di genere viene sicuramente dai media. La televisione, i giornali, i libri, i film, l’arte hanno messo in scena moltissime figure di donne stereotipate. Nel mondo dell’arte visiva, l’uomo è spesso rappresentato tramite la sua forza, la sua determinazione e il suo potere. Il ruolo della donna, invece, è limitato alle sue doti estetiche. Inoltre, sono spesso sottolineate le caratteristiche fragili della psicologia femminile, mentre la fragilità dell’uomo non viene approfondita con cura.
L’oggettivazione della donna
Bisogna evidenziare anche il fenomeno dell’oggettivazione del corpo femminile. Specialmente con l’avvento della televisione e di Internet, siamo stati travolti da immagini di donne seducenti, in abiti succinti. Seppur in molti casi quest’immagine sia voluta e cercata dalla donna in questione, ci sono da considerare fenomeni gravi, tra i quali: l’oggettivazione di corpi troppo giovani e ignari, oppure l’erroneo standard di bellezza che stanno imponendo i social media, senza imperfezioni e artificialmente perfetto.
Il fenomeno del sessismo linguistico
Un fenomeno interessante collegato agli stereotipi di genere è sicuramente quello del sessismo linguistico. Se consideriamo la situazione della lingua italiana, è evidente come in alcuni casi, per esempio, al termine maschile viene attribuita un’idea positiva, mentre lo stesso termine al femminile è visto come dispregiativo. Rendendo il concetto maggiormente semplice, il termine donna facile è usato per indicare una caratteristica negativa, mentre uomo facile non è adoperato per le stesse motivazioni.
I media hanno la tendenza ad associare il cognome di una donna all’articolo la, mentre con i cognomi maschili questo non succede. A tutti sarà capitato di leggere un giornale e di vedere che ci si riferiva a una donna con il nome proprio, mentre ciò non accade mai con personaggi, specialmente se di potere, maschili.
Un processo difficile
Lo sradicamento di queste tendenze non è semplice, venendo da una storia che ci ha inculcato certe convinzioni. Alcuni fenomeni, come quelli legati al sessismo linguistico, in alcuni casi non sono neanche legati a un effettivo pensiero sessista. Il contesto storico e sociale, il nostro percorso d’istruzione, le influenze dei media ci portano spesso a mettere in atto certi stereotipi. Rendersi conto di dover agire in favore di una valorizzazione della donna nella società, oltre che in nome dell’uguaglianza totale tra i generi, è già un grande passo in avanti.
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