L’indifferenza umana e le tragedie inarrestabili

L’indifferenza umana uccide ogni giorno migliaia di esseri umani e gli ultimi avvenimenti nel Mediterraneo ce lo confermano.

Dal 2013 a oggi

Il naufragio avvenuto il 26 febbraio 2023 sulla costa calabrese di Steccato di Cutro, vicino Crotone, dimostra tutta l’indifferenza umana di fronte alla speranza.

Un evento così funesto non accadeva dal 2013, prima della missione di ricerca e soccorso Mare nostrum. 

Cosa è successo

L’imbarcazione era stata fotografata per l’ultima volta da un velivolo di Frontex, ossia l’Agenzia europea per il controllo esterno delle frontiere, alle 22.26 del 25 febbraio, diverse ore prima del naufragio.

Navigava esattamente a 40 miglia dalle coste italiane, in zona Sar (search and rescue), ricerca e soccorso italiana. I salvataggi sarebbero stati di competenza delle autorità italiane, secondo quanto stabilito dalle convenzioni internazionali.

La guardia costiera italiana, inoltre, avrebbe diramato un’allerta per l’imbarcazione in difficoltà almeno 16 ore prima dell’avvistamento di Frontex, ma non è intervenuta alla ricerca del barcone. La tragedia era inevitabile.

In fuga dall’Afghanistan

La tratta che collega la Turchia alla Calabria rappresenta una vecchia rotta che si è riattivata durante il corso degli ultimi anni. Il sindaco di Roccella Ionica, Vittorio Zito, sostiene che da quando la discussione sull’immigrazione è diventata ideologica le amministrazioni locali hanno cominciato ad avere numerosi problemi, sia per quanto riguarda le procedure, sia per i fondi disponibili.

Inoltre la rotta turca risulta essere molto più costosa di quella libica o tunisina. Si è calcolato che l’attraversamento del Mediterraneo dalla Turchia possa costare dai quattromila ai diecimila dollari.

Il viaggio

Il viaggio dei migranti per arrivare in Calabria inizia anni prima di giungere alla meta. Come prima tappa si arriva a Istanbul, nei centri di raccolta. Successivamente le persone vengono trasferite in auto o pulmino nelle città lungo la costa, dove si imbarcano.

Cutro e il Ministero dell’Interno

In merito a ciò che è accaduto il 26 febbraio a Cutro, il Ministro dell’Interno Matteo Piantendosi ha visitato la spiaggia in cui proseguono ininterrottamente le ricerche dei corpi e in seguito ha tenuto una conferenza stampa.

Durante quest’ultima ha parlato di “vocazione alla partenza, nonostante il fatto che i migranti abbiano continuato a mettersi in mare e a sfidare l’inverno e le cattive condizioni di viaggio”.

I criteri da tenere a mente

I criteri sottoscritti nelle leggi che devono spingere le autorità a intervenire sono i seguenti: sovraccarico dell’imbarcazione, presenza di donne incinte o minori, cattive condizioni del mare,  presunzione che le condizioni del mare possano peggiorare o assenza di dispositivi di salvataggio a bordo.

Secondo l’esperto di diritto Fulvio Vassallo Paleologo, Frontex avrebbe comunicato alla guardia costiera che l’imbarcazione fosse sovraccarica, rispettando dunque uno dei criteri fondamentali al fine di intervenire. Sarebbe dovuto spettare alle autorità italiane di intervenire.

Dopo diversi giorni di silenzio Aloi, comandante della capitaneria di porto di Crotone, ha dichiarato che la scelta di non intervenire non è stata dettata della condizioni del mare, ma dalle “regole d’ingaggio” della guardia costiera; quindi il tutto dipendeva dal Ministero degli Interni.

I sensi di colpa

Le parole del Ministro dell’Interno non tengono conto del contesto da cui scappano le persone, ossia da una situazione di guerra (come quella dell’Afghanistan), di povertà, di ineguaglianze sociali e umane.

È necessario, quindi, ripensare alla tratta disumana che affrontano coloro che sono in cerca di salvezza ed è altrettanto importante imparare a osservare e porsi molte domande prima di esprimere il proprio pensiero, una fra tutte: sarei disposto a scappare via mare pur di salvare me e la mia famiglia?

Questa domanda personale necessita di un’accurata riflessione e non sempre trova una risposta.


Fonti

internazionale.it 

Credits

copertina

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