Partiamo con una premessa necessaria, se non credete al cambiamento climatico, chiudete questa pagina, spegnete il pc, mettetevi le scarpe, comprate un biglietto aereo per il polo nord e andate a dirlo in faccia a Pola, il re orso dei ghiacci.
Così almeno vi mangia la faccia e abbiamo un pirla in meno sulla terra.
Il cambiamento climatico è un fatto
Verso la seconda metà del XIX secolo l’umanità oltre ad attraversare la seconda rivoluzione industriale, inizia ad alzare il termostato in quella tiepida stanza chiamata “Terra”.
Adesso nel 2021 ci ritroviamo sudaticci in quella stessa stanza, a chiederci come fare a riparare quel maledetto termostato.
Non abbiamo neanche troppo tempo, perché dobbiamo cercare di azzerare prima del 2050 le emissioni di CO2, così da limitare il riscaldamento globale a 1,5°C – e dobbiamo fare attenzione perché tra una storia di Instagram e l’altra a passare 20 anni è un attimo.
Ci avevano anche avvisato
Sto per fare un nome, che il solo suono evoca il più antico dei terrori: Greta Thunberg (posso sentire il suono di cavalli che nitriscono in lontananza).
Questa ragazza è riuscita a conquistare le antipatie di un discreto numero di persone ed il motivo è semplice ha iniziato a lottare per un problema reale, sotto gli occhi di tutti.
La gente giustamente si è incazzata, voglio dire come osa una ragazzina del 2003 a farmi sentire così superficiale ed inetto per un problema che fondamentalmente mi coinvolge personalmente.
Veramente non ci sono parole, ha pure fondato il movimento “fridays for future” capito?
Io non riesco a riunire cinque persone per giocare al fantamorto e lei crea un movimento, vedi fa la sbruffona, ci vuole proprio sbattere in faccia che è più brava.
Dai lo sanno tutti che queste campagne si vincono a colpi di hashtag dal divano di casa.
Ma che ci posso fare
“Però dai che ci posso fare io, alla fine non valgo nulla, la colpa è delle grande aziende!”
Senza dubbio le grandi aziende hanno le loro responsabilità e per quanto possibile si sta cercando di anteporre il futuro del pianeta al dio denaro.
Ragazzi però quando sento quella frase non riesco a non immaginare chi l’ha pronunciata su un divano in un salotto in fiamme, con il plaid e la tisana in mano, che fa spallucce.
La gente pubblica e segue intere pagine per salvaguardare gli animali, pubblica stati sui social dove ci sono gattini e cagnolini carini, ma se gli fai notare che potrebbe adottare uno stile di vita un pochettino più green devi iniziare a correre a zig-zag.
In più, notizia sorprendente, ti svelo che puoi decidere cosa acquistare! Abbiamo una quantità esorbitante di offerta su tantissimi prodotti.
Quindi, se scopri che l’azienda “OdioAmbiente” preleva degli Iceberg e li lancia sulle foreste, per piallare tutto e colarci il cemento sopra per creare il parcheggio per i dipendenti della fabbrica, potresti considerare l’idea di acquistare prodotti da un’azienda un po’ meno distruttiva.
Cosa può fare il singolo?
Innanzitutto, spegnete quelle cazzo di luci se non vi servono, a meno che non abbiate il dono dell’ubiquità.
Se vi lavate i denti, chiudete l’acqua, che a meno che non stiate anche urinando in contemporanea non vi serve la musica di accompagnamento, ma forse un corso di igiene sì.
E infine non uccidete le api, vi giuro che se vi vedo uccidere un’ape intenzionalmente vi costringo a vedere 100 ore di documentari sulle api e su cosa fanno per l’ambiente.
Adesso non mi viene in mentre altro, ma se volete potete rivolgervi a qualsiasi associazione che tratta temi riguardanti l’ambientalismo, sono lì apposta.
Non avete scuse
Quindi adesso basta, non avete scuse, potete migliorare un pochettino il mondo che vi circonda dando il buon esempio: magari se lo facessimo un pochino tutti, noi che possiamo, la differenza possiamo farla.
Non volete farlo? È giusto che vi becchiate Greta che vi sgrida e vi fa sentire in colpa.
Se scegliete la seconda opzione, che vi devo dire, Milano con il mare è una figata. L’unico problema è che in futuro saremo tutti morti e nessuno potrà godersi una partitina a beach volley tra un fatturato e l’altro. Effettivamente non si può avere sempre tutto.
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