Il dramma dei suicidi: dalla Corea del Sud al Giappone

Il dramma dei suicidi

Corea del sud e Giappone detengono uno dei record più tragici al mondo. In queste due nazioni, infatti, c’è il maggior tasso di suicidi al mondo.

Secondo i dati statistici, in un solo mese, i suicidi in Giappone hanno superato i morti totali per colpa della pandemia in corso. Sebbene si possa pensare che la causa scatenante sia stata la situazione tragica dovuta al Covid, essa è solamente un’aggravante.

suicidi

Infatti, la situazione di incertezza globale non ha fatto altro che incentivare le persone verso decisioni tragiche ed irrimediabili. Ma per quale motivo si arriva al suicidio? E inoltre, perché proprio la Corea del Sud ed il Giappone sono interessanti da tutti questi casi?

Le condizioni di stress ed insoddisfazione tra le cause

Chi pensa al suicido lo fa perché, sostanzialmente, si trova in una situazione in cui non vede una via d’uscita. Gli stati d’animo che accompagnano una decisione del genere sono estremamente personali e si legano a questioni drammatiche e molto serie.

Andando ad analizzare il contesto sociale del fenomeno, possiamo però andare ad elencare alcune delle ragioni più rappresentative e ricorrenti. Infatti, molto spesso le cause scatenanti si legano a problematiche quali la vita lavorativa, la situazione nel contesto famigliare e le pressioni sociali.

La pressione sociale in particolare è molto diffusa in tutto il mondo globalizzato e basato sul capitalismo. La logica del guadagno spinge le persone ad orari lavorativi sovrannaturali, che non lasciano possibilità di tempo libero e personale. C’è chi può sentirsi sopraffatto, arrivando ad avere problemi per quanto riguarda la salute mentale.

Queste problematiche, se non trattate adeguatamente, possono peggiorare e portare all’isolamento delle persone, che non esprimono apertamente i propri pensieri e non trovano momenti di sfogo.

Perché in Corea del Sud e in Giappone ci sono più suicidi?

In oriente la pressione sociale è molto alta, a tratti logorante. In Giappone e in Corea del Sud, il suicidio è diventato la prima causa di morte per chi ancora non ha raggiunto i 40 anni. Segnale chiaro del fatto che questa tipologia di fenomeni, come le manifestazioni di depressione, non sono da sottovalutare.

Dall’esterno vediamo i risultati di una politica economica efficace, che ha portato i giapponesi e i coreani a vivere una situazione sociale positiva. Ci sono industrie sviluppate ed un efficace sistema economico, che fa concorrenza all’occidente.

Ma la vita sociale non rispecchia la vita lavorativa delle persone. Ci troviamo di fronte ad una pressione che spinge la popolazione verso la completa eccellenza. Ed è proprio questa la parola chiave: eccellere è l’unica possibilità. Chi non ci riesce è considerato come non degno di attenzione. Bisogna avere talento, stare al passo con i tempi che cambiano e guadagnare, entrando ogni giorno in una competizione spietata con gli altri.

La foresta dei suicidi in Giappone

Se il Giappone si trova ai primi posti tra i paesi con maggiori suicidi, c’è anche un altro inquietante record da aggiungere. Infatti, in questo paese è presente la foresta dove si sono verificati più suicidi al mondo: si trova sotto al monte Fuji ed è la foresta Jukai.

È stato calcolato che, in essa, c’è una media di 30 suicidi all’anno. Il maggior numero di suicidi viene calcolato nel mese di marzo, momento dell’anno in cui i giapponesi sono tenuti a realizzare i propri rendiconti finanziari riguardanti i 12 mesi precedenti. Ciò ci porta a comprendere come la struttura economica e sociale sia colpevole della gran parte di queste decisioni drammatiche.

Non sono chiare le motivazioni che portano così tante persone a decidere di suicidarsi proprio in questa foresta. Sicuramente la fitta vegetazione, il silenzio e la tranquillità del luogo giocano il proprio ruolo, come anche la notorietà del luogo, che lo rende in un certo senso simbolico.

Il fenomeno del k-pop

Chiunque sia aggiornato sulle tendenze musicali avrà sicuramente sentito parlare del fenomeno del k-pop. Si tratta di una varietà musicale molto particolare ed interessante. Consiste in musica pop cantata dai cosiddetti idol, giovani talenti spesso bellissimi, che cantano e ballano in modo impeccabile. Questi artisti vengono tutti dalla Corea del Sud e si raggruppano in band e gruppi.

Team di specialisti di ogni tipo selezionano giovani talenti promettenti, spesso giovanissimi. Una volta conclusa la selezione, questi talenti vengono sottoposti ad allenamenti quotidiani, prove di canto e altri esercizi per la conseguente preparazione a ciò che sarà la loro carriera nel k-pop.

Ciò spiega l’alone di perfezione che spesso associamo ai gruppi k-pop. Si tratta di artisti preparati, con un look e un’immagine estremamente curata, che devono spesso seguire diete per rimanere in forma. Ed è proprio questa “perfezione” che nasconde i pericoli più insidiosi.

I numerosi suicidi tra le star del k-pop

Degli individui che hanno trascorso molti anni della loro adolescenza alla ricerca della perfezione, sono sottoposti a pressioni di ogni genere. Non è ammesso il minimo cedimento. Gli idol devono apparire sempre al meglio, conservando un’immagine impeccabile, specialmente agli occhi dei fan.

Nonostante la Corea del Sud sia un paese che sta vivendo un boom economico non indifferente, la mentalità della maggior parte dei coreani non è molto progressista. Ecco perché è facile che piovano critiche aspre da parte del pubblico, quando si trovano di fronte ad atteggiamenti ambigui o scandalosi delle star. Queste critiche, insieme alla pressione sociale già presente, hanno spinto moltissimi personaggi famosi orientali a decidere di togliersi la vita.

Immaginate di trovarvi in una società arretrata socialmente, che non ha ancora sviluppato politiche di sensibilizzazione verso le malattie mentali. Immaginate di vivere in una società in cui il successo è fondamentale. Dove le star che mostrano atteggiamenti più simili a quelli di una persona normale che a quelli di una star sono aspramente criticate. Dove non esistono leggi riguardo il bullismo online, dove è facile sentirsi indietro rispetto alla società che corre e non ci aspetta.

Ciò può farci comprendere come il contesto in cui si vive può fare la differenza tra la vita e la morte. Siamo individui sociali, nel bene e nel male. Siamo chiamati a confrontarci con gli altri, in ogni momento della nostra vita. Questo confronto, però, deve essere costruttivo, permettendoci di confrontarci e di risolvere i nostri problemi interiori. Ecco perché lo stato, qualsiasi esso sia, deve mostrarsi sensibile verso la felicità e la soddisfazione personale dei suoi cittadini, specialmente tramite la sensibilizzazione.

 


Fonti:

repubblica.it

wikipedia.org

wired.it

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