“Appellativo ironico e spregiativo, attribuito a persona che mostri atteggiamenti o modi di pensare ritenuti ormai superati dalle nuove generazioni, per estensione a partire dal significato proprio che indica una persona nata negli anni del cosiddetto «Baby boom», e cioè nel periodo di forte incremento demografico che ha interessato diversi Paesi occidentali al termine del secondo conflitto mondiale, tra il 1946 e il 1964.”
Questa è la definizione di boomer, presa direttamente dall’Accademia della Crusca. La descrizione è corretta in ogni minima parte e spiega perfettamente chi e cosa rientra nella categoria dei boomer.
Come li identifichiamo
Ma come si possono identificare nella vita reale? Tralasciamo la data di nascita, che, come spiega la definizione, risale agli anni che vanno dal ’46 al ’64, o forse oltre.
Nel mondo attuale ci sono una serie di attività e dinamiche che non lasciano dubbi circa l’appartenenza di alcuni individui alla categoria in considerazione. Uno dei loro ambiti preferiti è sicuramente Internet, più precisamente i social network. Nonostante una moltitudine di loro utilizzi solo il 10% delle funzioni dei social, e tra l’altro male, i boomer si sentono superiori anche in questo settore che non li appartiene. Sebbene credano di maneggiare con spensieratezza ed efficacia questo tipo di strumenti, sono i primi che cadono nelle malefiche trappole di Internet. A loro insaputa, parecchie volte, sono i portatori di fake news, truffe, catene messaggistiche e di bacheche che si riempiono di insulti e commenti raccapriccianti. Insomma, tutto ciò che c’è di più odioso in internet, loro lo trovano.
Prima di cadere nella morsa della banale generalizzazione, è bene ribadire che ovviamente non sono tutti così. Ci sono utilizzatori preparati e coscienti, ma tanti, purtroppo, sono il contrario.
Un’altra caratteristica che gli si addice è quella di puntare il dito contro i giovani. Di incolparli di scarsa educazione, di svogliatezza e mancanza di sacrificio. “Dovrebbero fare un po’ di naja come una volta, vedi come si svegliano”; oppure: “Gli farebbe bene prendere un paio di sberle a questi”. Wow, cavolo che teorie. Un po’ medievali e autoritarie, ma non fanno una piega. Già me li vedo quando esternano frasi simili darsi una pacca sulla spalla in segno di auto apprezzamento. Sentirsi superiori, saggi, con la soluzione sempre pronta e quel disprezzo per le generazioni future li rende dei boomer allo stato puro. Dei boomer estremisti, potremmo dire.
Ma la colpa, del resto, non è del tutto loro. Il mondo cambia rapidamente, si sa, alle volte è quasi impossibile stargli dietro. Stare al passo con la tecnologia e la modernizzazione è già difficile per i ventenni, pensiamo per un adulto sui cinquanta o sessant’anni. Forse è proprio il fatto di sentirsi arretrati, cosa che durante la loro giovinezza non hanno mai subito essendo stati protagonisti e fautori del boom economico, che li rende alle volte altezzosi e superiori. Il loro atteggiamento è una sorta di scudo difensivo che utilizzano per non essere messi in discussione o perché vogliono ancora essere partecipi e protagonisti.
La sfida
Quella che virtualmente e ideologicamente si sta consumando da ormai più di un decennio è una sorta di sfida generazionale. Questa sfida vede come duellanti da una parte i boomer e dell’altra le nuove generazioni, che per comodità e corretta definizione vengono chiamate millennials (tra i 20 e i 30 anni) e generazione Z (sotto i 20 anni).
Due visioni del mondo opposte. Da una parte la vecchia tradizione, quella del posto fisso, del metter su famiglia a vent’anni e del “quando ero giovane io…”; dall’altra troviamo quelli della fuga di cervelli, quelli che senza telefonino non ci sanno stare, i multiculturali e per i giovanissimi i Tick Tocker, gli Youtuber che fanno soldi senza muoversi dalla sedia. Pregi e difetti di due mondi completamente diversi, che sono stati stravolti e plasmati dal continuo rinnovamento scientifico e tecnologico. Una sfida non alla pari da questo punto di vista, ma che vede il contrasto accentuarsi quando si tratta di discutere di valori ed etica.
Le nuove generazioni, maggiormente libertine, ma allo stesso tempo sempre più colpite dall’instabilità dei sistemi economici e politici presenti al giorno d’oggi. Dall’altra parte i boomer, fedeli alle vecchie tradizioni e spesso schivi quando si tratta di cambiamento o trasformazione.
Questo confronto, nonostante gli intrecci e le vicissitudini, ci mostra effettivamente come abitudini, modi e idee si differenziano nel tempo, ribaltandosi e capovolgendosi in base al momento storico. Quello che prima era eccezione oggi è normalità o viceversa. Se prima c’era poco, in questi anni abbiamo troppo. Fra qualche anno i componenti dell’attuale generazione Z saranno i nuovi boomer e la storia si ripeterà. Un ricambio generazionale che tocca, e toccherà ogni volta, sempre strati diversi di valori e pensieri.
Fonti:
Credits: