Basta piazze, comizi, stand, cartelloni pubblicitari e altro ancora. la politica sbarca su TikTok! “Oh mamma” direte voi. E lo dico pure io.
Ora non abbiamo più scuse a quanto pare, ci vogliono intasare ogni spazio della nostra quotidianità pur di essere ascoltati. Si parla spesso di distanza tra politica e giovani e forse la prima ha capito che per colmare questo gap è necessario utilizzare gli strumenti che maneggiano i secondi.
Ora, va bene tutto, ma sicuramente c’è qualcosa da rivedere. Bravi, si impegnano per l’amor del cielo, ma si vede lontano un miglio che sono alle prese con un giocattolo nuovo e non sono ancora molto in grado di utilizzarlo. E alle volte fanno quasi tenerezza nel vederli alle prese con tutto ciò.
Esempi
Vedi per esempio i primi TikTok dell’eterno Silvio. Personalmente mi hanno risollevato la giornata. Perché era come guardare uno di quei programmi per neonati dove scandiscono bene le parole una ad una e dove un anziano con il sorriso cerca di trasmetterti qualcosa di positivo. Tutto molto bello fin qui, ma poi la sostanza è abbastanza povera. D’altronde era difficile aspettarsi che non utilizzassero questi nuovi strumenti per i soliti motti propagandistici e simili.
Stessa cosa vale per il suo alleato di centrodestra Matteo Salvini. Che non solo usa i social in maniera quasi esagerata, e per ultimo TikTok appunto, ma addirittura utilizza quelle funzionalità che non dovrebbero servirgli. Vedi le emoticon con cui risponde ai suo followers, oppure quando durante qualche diretta usa i filtri che modificano il viso e tanto altro ancora.
Il più sbalorditivo, ma forse il più azzeccato è (ad ora) il TikTok di presentazione di Matteo Renzi. Egli si presenta ai ragazzi con autoironia e un pizzico di sano masochismo affermando: “Sono quello di first reaction shock, di Shish, di Becauz” e via dicendo. Bravo Matteo, ma cerca di fare autocritica non solo quando ti fa comodo.
Ho evitato di parlare di Razzi per ovvi motivi. E non fatemeli spiegare altrimenti rischio una denuncia.
Si sa già
Ormai l’influenza dei social a livello politico è banale e fa parte da anni delle discussioni quotidiane in tema appunto di politica. Si rischia proprio per questo alle volte di cadere in semplicismi e discorsi retorici senza fine.
Questo utilizzo, alle volte quasi sfrenato, è un bene? Oppure è un male? Dipende dai casi? Le risposte sono giustamente tante e tutte differenti tra di loro. Certo, se tutto ciò portasse effettivamente ad un riavvicinamento serio delle persone al mondo della politica tutti ne gioverebbero. Dall’altra parte, un loro utilizzo in maniera “simpatica” non porterebbe da nessuna parte. È chiaro che ognuno, anche in questa situazione, tira acqua al proprio mulino, che tradotto, significa che l’obiettivo primario di qualsiasi politico che utilizza social è guadagnare consensi.
Possiamo fare giri immensi, impazzire dietro a numeri e dati, ma il succo è sempre quello. Utilizzano i social in primis affinché tu possa mettere una X sul loro partito alle urne. Stop. Forse alcuni di loro anche perché non sanno cosa fare durante la giornata, anche se di cose, vedendo il ruolo che ricoprono, ce ne sarebbero a frotte.
Aldilà dello schermo
Come ci dovremmo comportare noi di fronte a tutto questo? Beh, mi verrebbe da dire con impassibilità, ma non credo sia la cosa migliore. Diamogli una possibilità, ci mancherebbe. Ma osserviamo il tutto con la lente di ingrandimento e con le pinze, visto anche il prodotto che ci fanno recapitare. Significa sicuramente dargli un occhio e provare almeno ad ascoltarli per vedere il livello di utilità che hanno. Ma appunto, se da ciò ne ricaviamo poco o nulla tanto vale che essi trovino un’altra strada per riavvicinare il popolo al mondo della politica.
P.s. forse iniziare con qualche promessa di meno ma qualche fatto in più non sarebbe male carissimi. È un consiglio, poi fate come volete (come al solito ovviamente…)
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