Le parole proibite: perchè sono controverse e quali sono

L’importanza delle parole

words

Chiunque si trovi a dover parlare in un contesto, anche poco distante da quello privato, ha sicuramente notato come le parole siano importanti.  

È estremamente importante utilizzare le parole giuste, in qualsiasi occasione, in modo tale da far comprendere a pieno le nostre intenzioni e le nostre opinioni. Cerchiamo sempre di evitare fraintendimenti 

Capita comunque di trovarci in difficoltà, quando siamo di fronte alla possibilità di usare determinate parole. Questo accade a causa dell’enorme carica emotiva e significativa che accompagna certi termini.   

Ci sono quindi delle espressioni che hanno un diverso valore rispetto ad altre, che sono definite in un certo qual modo proibite. Ciò può dipendere da diversi e vari fattori. Molto spesso, le parole in questione rappresentano un argomento che è scomodo da trattare in determinati contesti.  

Inoltre, è possibile che un determinato termine vada a rappresentare una specie di denigrazione nei confronti di una categoria di persone. Evitare il suo utilizzo, quindi, intende preservare questi individui che potrebbero sentirsi colpiti.  

La definizione di parola tabù

Il dizionario italiano definisce la parola “tabù” in questo modo:  

[ta-bù] s.m. inv. 

1 Divieto di fare certe cose o di pronunciare parole o di avere rapporti con persone considerate sacre: violare un t.; la cosa o la persona oggetto di tale divieto 

2 estens. Tutto ciò che è oggetto di un divieto senza fondamento oggettivo o ciò di cui si preferisce non parlare: t. Sessuali 

Quindi, un termine che prende questa connotazione va ad intaccare temi e questioni delicate, che sarebbe meglio lasciare fuori dal discorso. Si tratta di parole che sono in grado di suscitare delle emozioni, spesso negative, dentro di noi.  

Il caso delle parolacce

Il caso maggiormente emblematico di parole vietate è sicuramente rappresentato dai termini volgari, le parolacce 

Una recente serie, disponibile su Netflix, intitolata “History of Swear Words”, ci accompagna alla scoperta dell’origine di alcune tra le parolacce maggiormente usate nella lingua inglese. La serie è accompagnata dalla voce di Nicolas Cage.  

Interrogarci su come alcune parole siano entrate nel nostro vocabolario quotidiano è molto importante. Dovremmo cercare di capire per quale motivo usiamo parole volgari legate all’ambito sessuale o a quello degli escrementi.  

Inoltre, dobbiamo interrogarci sul motivo per il quale queste parole siano impiegate oggi in tantissimi ambiti diversi, spesso perdendo la propria connotazione originale.  

Quando sentiamo un bambino che pronuncia una parolaccia, ci mostriamo in qualche modo scandalizzati, poiché i bambini non sono ancora capaci di comprendere la carica emotiva che una parola porta con sé.  

Nonostante ciò, ognuno di noi, specialmente in alcune situazioni in particolare, utilizza dei termini di questo tipo. La censura mediatica del passato è stata molto attenta riguardo l’eliminazione delle parolacce da qualsiasi testo o dialogo. Oggi ci troviamo in un’epoca diversa, in cui le parolacce sono sempre maggiormente diffuse e poco censurate, anche per sdoganarle e renderci liberi di esprimerci.   

Per quale motivo le parole tabù suscitano in noi delle emozioni controverse?

Se proviamo a ragionare logicamente, le parole sono solo parole. Non dovremmo dare potere ulteriore ad un termine, se non quello di esprimere il concetto che vogliamo che esso esprima.  

Nonostante ciò, ci sono alcune parole, come le parolacce, che possono provocare delle reazioni contrastanti. Chi non è abituato ad usarle nella quotidianità, poiché le vede come un gesto di maleducazione e scortesia, si potrebbe sentire scandalizzato a riguardo.  

Nel momento in cui leggiamo o sentiamo un termine, automaticamente lo colleghiamo alla nostra memoria e a ciò che questo termine suscita in noi. Se siamo stati abituati a pensare ad una parola come a qualcosa di sbagliato, automaticamente ci sentiremo di star trasgredendo le regole pronunciandola.  

Il caso delle imprecazioni 

Le imprecazioni vengono utilizzate in diversi contesti, come ad esempio nel momento in cui proviamo un senso di frustrazione o di rabbia. Ci viene quindi istintivo manifestare questo stato d’animo, spesso augurando del male a qualcuno o qualcosa.  

L’imprecazione può diventare una maledizione, nel momento in cui si augura del male, che dovrà avvenire per mediazione di forze soprannaturali. Tra le forme maggiormente controverse dell’imprecazione troviamo sicuramente la bestemmia.  

Nella bestemmia, ci si riferisce ad una divinità e spesso ciò entra in contrasto con la religione, rappresentando una vera e propria mancanza di rispetto per i credenti.  

Per i cristiani, il nome del proprio Dio non deve essere nominato invano, quindi fuori dal contesto religioso. In questo modo, anche solo nominare il nome di Dio senza alcun nesso logico comporterebbe un esempio di bestemmia.  

L’aspetto maggiormente controverso legato al fenomeno delle bestemmie è sicuramente legato alla legislazione. Fino al 1999, in Italia bestemmiare era reato, poiché andava a ledere la religione cattolica. Da quell’anno, tuttavia, questo atto ha smesso di essere punito penalmente, ma è diventato solamente un illecito, con relativa multa.  

Sono molte le polemiche riguardo le bestemmie in Italia. Per evitare disguidi spesso si opta per un mascheramento della bestemmia, tramite eufemismi e vocaboli con assonanza.

Essere liberi di esprimersi 

Una parola “proibita” ci porta anche involontariamente a fare i conti con la connotazione negativa e spiacevole di essa. Ecco perché è importante rendersi conto di cosa ci sia dietro ad una parola, e rendersi conto se sia il caso di usarla oppure no. Molto dipende, come già detto, dal contesto in cui ci troviamo. 

Bisogna comunque prendere in considerazione la libertà di espressione, che ci porta a poter esprimere la nostra opinione nel modo che troviamo maggiormente adeguato, senza comunque ledere la sensibilità degli altri, specialmente in contesti non privati.  

Fonti: 

wired.it 

wikipedia.org

internazionale.it


Credits:

Copertina

 

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