Minaccia nucleare e nuovi attacchi

Dopo la penetrazione Russa in territorio Ucraino, a seguito dell’inizio delle ostilità il 24 febbraio, l’esercito di Zelensky sta riconquistando ampie zone della propria nazione. La Russia appare in seria difficoltà sul piano militare, eppure continua a fare paura. Il grande arsenale nucleare a disposizione del Cremlino sono sufficienti per estinguere l’intera umanità. Putin agita la minaccia atomica per scoraggiare il supporto della Nato a un’indomita Ucraina. Il mondo con il fiato sospeso si chiede se lo Zar stia bluffando o meno.

L’andamento delle operazioni militari

La prima fase

I russi, nelle prime fasi del conflitto sono riusciti infatti ad occupare una fascia di territorio nella parte meridionale del paese, una in quella orientale, oltre che delle infiltrazioni anche al confine nord. Quest’ultima linea di avanzata, che da molti analisti veniva considerata come il tentativo di occupare immediatamente la capitale Kiev per “decapitare” il governo ucraino e porre  fine alla guerra, è stata presto abbandonata dalle armate occupanti, per concentrarsi nel consolidamento del proprio controllo sull’est del paese. Questo ha fatto sorgere diverse interpretazioni contrastanti su quale sia il reale obiettivo di Putin, e una risposta definitiva ancora non c’è. Secondo la propaganda russa la meta principale della cosiddetta operazione speciale sarebbe quello di difendere i popoli e l’autonomia delle autoproclamate repubbliche popolari del Donbass e di Lugansk. Questi soggetti protostatuali sono posizionati nell’estremo est del paese, e non si spiega allora il motivo delle altre linee di avanzata.

Gli ulteriori sviluppi

Ad ogni modo, anche la fase successiva del conflitto non è stata particolarmente soddisfacente per i russi. Dopo una lentissima avanzata verso ovest nel corso dei mesi primaverili, culminata nella vittoriosa battaglia per Severodonetsk, le truppe moscovite hanno dovuto cedere il passo e arrestare l’offensiva. L’estate è passata senza particolari sviluppi, ma nel mese di settembre gli Ucraini hanno lanciato una massiccia controffensiva. Sfruttando la maggiore facilità di movimento nelle linee interne del paese, gli ucraini hanno prima finto un attacco a sud, nei pressi di Kherson, per poi lanciare il grosso dell’offensiva nella zona settentrionale, riconquistando le città di Izium e Lyman; per poi tentare seriamente di riprendersi anche Kherson proprio in questi giorni. I russi non sembrano in grado di contrastare la determinazione dell’esercito ucraino, enormemente rinforzato da armi, intelligence e logistica occidentali. Lo zar rischia lo scaccomatto.

Le reazioni Russe, minacce e mobilitazione

Il Cremlino non riesce più a negare le difficoltà che sta incontrando in una guerra che per alcuni sarebbe dovuta essere fulminea. Il Presidente Putin appare furibondo per non riuscire a piegare la resistenza di uno stato che sulla carta dovrebbe essere militarmente molto inferiore alla Russia. Accusa la NATO  di condurre una vera e propria guerra per procura ai danni della Russia, con soldati ucraini ma armi e risorse occidentali. Per rispondere a questa situazione disperata i vertici Russi hanno dichiarato una mobilitazione parziale per rinfoltire le fila dell’esercito, spesso numericamente inferiore agli ucraini. L’obiettivo sarebbe quello di avere trecentomila nuove reclute pronte per i prossimi mesi, ma una parte della popolazione russa non sembra affatto entusiasta di questa prospettiva. In seguito all’annuncio di Putin, infatti, decine di migliaia di cittadini russi sono fuggiti dal paese verso l’Europa o le nazioni dell’Asia centrale. Inoltre, pare che l’addestramento riservato alle reclute di leva sia molto frettoloso e di bassa qualità.

La minaccia nucleare

La vera strategia del Cremlino in questo momento è minacciare l’Occidente. Sapendo di essere economicamente, militarmente e tecnologicamente inferiore all’alleanza atlantica, la Russia ha solo una carta da giocarsi per rimettere in parità la sfida: il suo gigantesco arsenale nucleare. Putin ha a disposizione più di seimila testate atomiche, il più grande arsenale del mondo. L’ombra del fungo atomico e la razionale paura dell’Armageddon che può causare una guerra nucleare azzerano l’enorme divario tra le due parti. Putin minaccia più o meno esplicitamente l’uso della bomba atomica nel caso in cui l’Ucraina o l’Occidente superino una “linea rossa” nell’intensità dell’intervento. La dottrina militare russa riguardo alle armi nucleari sostiene che esse possano essere utilizzate qualora venisse messa in pericolo l’integrità territoriale dello Stato. Ciò significa che la Russia si riserva di utilizzare armi nucleari se attaccata nel proprio territorio anche con armi convenzionali. Questo spiega le annessioni formali dei territori ucraini. La Russia, riconoscendo ufficialmente i territori occupati come propri rafforza la minaccia, dandole una giustificazione legale in base alla sua dottrina militare.

Quanto è probabile l’escalation nucleare e quanto Putin stia bluffando sono domande che dividono gli esperti di qualsiasi categoria. Quello che impressiona è il fatto che l’ipotesi concreta di una minaccia nucleare torna sul tavolo dopo la fine della guerra fredda. La storia non è affatto finita come sostenevano alcuni negli anni novanta; la domanda è: l’umanità le sopravvivrà?


Fonti:

www.limesonline.com

en.wikipedia.org

it.insideover.com

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