Il termine inclusione è molto utilizzato: oggi forse il suo significato è diventato improprio, soprattutto all’interno della società odierna, in cui ha perso la sua valenza originale.
Terminologia
Il termine inclusione, deriva dal latino inclusio-nis, e indica l’atto, il fatto di includere, inserire in una serie, in un tutto.
Oltre alla definizione vera e propria della parola, ci sono anche varie accezioni per quanto riguarda il campo scientifico, come quello matematico, biologico e chimico.
Quello inerente alla matematica è molto interessante, infatti si parla di relazione tra due insiemi, dove uno dei due insiemi include l’altro.
Modernità e tempi oscuri
I tempi che stiamo vivendo sono caratterizzati da fenomeni estremi, sia climatici, come quelli attuali, di cui non ci rendiamo conto ma che stanno causando forti disagi.
Vi sono poi la crisi energetica e quella sociale, la peggiori dal dopoguerra, con la guerra in Ucraina e le continue violazioni di diritti in numerosi paesi del Medio Oriente.
Episodi attuali
Ad Aprile 2022, ventisette ragazzi disabili sono stati costretti a scendere dal treno regionale su cui viaggiavano in quanto i loro accompagnatori non si sono potuti sedere nei posti a loro riservati nella carrozza di testa. Ciò è successo sul treno che passava da Genova, direzione Milano.
Il motivo è legato al fatto che alcuni dei posti destinati a questi, fossero già occupati.
Inoltre il convoglio in partenza da Savona era stato cambiato poichè oggetto di atti vandalici.
Nonostante la presenza degli accompagnatori, degli agenti del Polfer, della polizia e del personale Trenitalia, i ragazzi non hanno potuto usufruire dei loro diritti.
Il Presidente della Regione Liguria e l‘assessore ai trasporti Berrino hanno denunciato l’episodio accaduto.
Come affermava don Lorenzo Milani, negli anni Sessanta: “non c’è atto peggiore e ingiusto più grande che fare parti uguali tra diversi.”
Il mondo è composto da persone tutte diverse, il problema però sussiste nel momento in cui il senso di giustizia e correttezza, che dovrebbero tutelare chiunque, a prescindere dal contesto, non emerge.
I più deboli dovrebbero essere tutelati maggiormente, ma ciò non avviene e non è avvenuto in questo caso – come in molti altri.
Oggi l’individualismo sfrenato fa credere e avere la convinzione di poter godere dei vantaggi e tutele che offre la società, senza però ricambiare in alcun modo, tutelando dunque esclusivamente i propri interessi.
Da un eccesso all’altro
Oggi, nelle aziende dei grandi marchi ma anche nelle medie imprese, la tendenza più diffusa è quella rivolta al concetto di diversity: diversity di genere, di etnia, di orientamento sessuale.
E così il cittadino trova in giro per la città pubblicità, foto di persone di diverse nazionalità, frasi scritte che invitano all’accettazione del diverso, poichè arricchisce.
Questa esasperazione però porta molte volte l’effetto contrario: infatti non sempre indica integrazione e dialogo con coloro che sono diversi da noi.
L’accettazione dell’altro avviene nel momento in cui la cultura e l’educazione partecipano in maniera attiva nel processo di integrazione stessa.
Non importano quindi i cartelli pubblicitari, non contano nulla se a scuola non si studia abbastanza l’identità di genere o la sessualità espressa in mille diversi modi.
La base dell’apprendimento in questo campo, ad esempio, parte dall’educazione sessuale e civica. Tuttavia nelle istituzioni di molti paesi, incluso il nostro, non sempre avviene ciò.
Pertanto, le società rischiano di catapultare l’uomo in una dimensione di accettazione, ma non di integrazione e di dialogo veri e propri.
Il processo di adattamento diviene quasi una costrizione poichè la modernità funziona in questo modo, secondo in molti.
Per affermare il dialogo nella sua interezza occorre quindi effettuare un meccanismo di inserimento all’interno della parola stessa, ossia attraversarla mentalmente e culturalmente, farla propria.
Il termine “dialogo”, infatti, deriva dal greco e significa “attraverso la parola“.
Solo così si potrà instaurare un’integrazione vera e propria tra gli esseri umani.
Conclusioni
La convinzione delle parole però non basta, le persone devono essere convinte nella propria anima di voler accettare qualcuno poiché diverso e non perché imposto per legge.
La mente umana infatti funziona per emozioni.
Il mezzo migliore per attuare ciò è la parola e l’esperienza, l’esperienza di poter conoscere tutta la diversità che ci circonda.
Fonti:
corrierefiorentino.corriere.it
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