Biden nuovo presidente: quale futuro per il mondo?

Dal 20 gennaio 2021 gli Stati Uniti hanno un nuovo presidente e una nuova vicepresidente, la prima donna a ricoprire questo ruolo. Questo primato è sufficiente a comprendere l’ondata di positività che ha accompagnato l’ascesa al potere di questi due politici. Infatti, Joe Biden e Kamala Harris sono chiamati a governare un Paese che ha alle spalle quattro anni di amministrazione Trump, uno dei presidenti maggiormente discussi e controversi della storia americana.  

La cerimonia di insediamento di Biden

Proprio il 20 gennaio, si è svolta anche la cerimonia di insediamento del nuovo presidente. L’inno americano è stato interpretato dalla popstar internazionale Lady Gaga, che ha sempre sostenuto la linea politica di Biden. L’evento non è stato particolarmente sfarzoso, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza COVID. Durante il tradizionale discorso, il primo da presidente, Biden ha evidenziato il difficile periodo storico e la sua volontà di mettersi al lavoro immediatamente.  

Le prime riforme di Biden sull’immigrazione

Per quanto riguarda l’immigrazione, uno dei temi al centro del dibattito pubblico americano, Biden ha le idee chiare. Infatti, le sue posizioni sono molto più aperte rispetto a quelle del suo predecessore. Iquesto momento storico, l’America si è unita al grido di “Black lives matter” e l’integrazione razziale deve essere la priorità assoluta.  

Biden nuovo presidente

In questo contesto, Biden ha deciso di riunire i circa seicento bambini che sono stati separati dai propri genitori, immigrati illegali costretti a lasciare il suolo statunitense. Il presidente Trump, infatti, si è mostrato assolutamente contrario a ospitare nel Paese immigrati senza permesso di soggiorno. Inoltre, ha assunto posizioni altamente restrittive ed estreme, arrivando a mettere in ballo addirittura un muro al confine tra USA e Messico.  

Biden, al contrario, ha affermato di voler fermare l’ampliamento del muro, considerata un’idea dispendiosa, altamente discriminatoria e inutile. La nuova amministrazione americana propone un sistema di immigrazione maggiormente etico e legalizzato.  

Il presidente ha anche promesso, nel corso del suo mandato, di concedere la cittadinanza americana a 9 milioni di persone immigrate con diritto.  

Una schiava sulle banconote

dollari

Un’altra proposta del nuovo presidente, che di certo non è passata inosservata, è sicuramente quella di dedicare le banconote da venti dollari a una donna, schiava e simbolo della discriminazione razziale americana. Il volto è quello di Harriet Tubman, un modello per la lotta ai diritti dei neri e per il femminismo. 

La decisione sulle prigioni

prigioni

Le prigioni gestite da privati sono una realtà che esiste da decenni in America. I detenuti lamentano condizioni di vita altamente cattive, di cui fanno esperienza in questi centri privati di detenzione. Biden ha deciso, come uno dei primi provvedimenti a riguardo, di proibire alle autorità federali di ricorrere a prigioni private. In questo modo dovrebbero diminuire anche le ingiustizie sociali. 

Politica estera 

Se in altri ambiti la nuova amministrazione è rivoluzionaria, per quanto riguarda la politica estera, Biden non si discosta molto dalle idee e le misure di Trump. Infatti, egli sottolinea ancora una volta quanto i cittadini americani debbano sostenere l’economia del proprio Paese. E lo fa lasciando in vigore i dazi su acciaio e alluminio, imposti dal suo predecessore. Inoltre, ha recentemente imposto un altro dazio, questa volta sull’alluminio proveniente dagli Emirati Arabi. 

Riguardo il clima 

Un’altra presa di posizione, decisamente positiva, riguarda il rientro americano negli accordi sul clima, siglati a Parigi nel 2015. Questi accordi mettevano in risalto il gravissimo problema del riscaldamento globale. Chiedono, ai Paesi che sottoscrivono l’accordo, di impegnarsi concretamente ad arginare il problema, che non è più trascurabile in alcun modo. L’accordo era stato siglato da Obama stesso, per poi essere abbandonato dal governo Trump. Una scelta molto criticata e anche in qualche modo assurda. Infatti, basti considerare che gli accordi sono stati siglati dalla maggior parte dei Paesi del mondo. E trovare tra gli assenti la maggior potenza globale, oltre che uno dei Paesi che inquina di più, sarebbe stato anacronistico, oltre che irragionevole.  

La limitazione delle armi

Una delle questioni maggiormente controverse nella società americana è sicuramente quella delle armi. Infatti, negli Stati Uniti le armi da fuoco circolano molto più liberamente che altrove. La facilità con cui si può entrare in possesso di una pistola o di un fucile è molto preoccupante. Questa problematica ha portato nel tempo a diverse conseguenze. Tra di esse le sparatorie nelle scuole. Giovani adolescenti, molto spesso colpiti da bullismo o da depressione, riescono a trovare il modo di acquistare armi da fuoco.  

Ed è proprio in occasione dell’anniversario di una di queste sparatorie che Biden ha lanciato un appello, affinché la diffusione delle armi negli USA sia limitata. Bisognerà concentrarsi sul controllo degli acquirenti, in modo tale da non permettere l’acquisto a chi ha precedenti penali o altri problemi con la giustizia.

 

Fonti: 

Ilpost.it

Fanpage.it

Ilmessaggero.it

Ilpost.it 

Quotidiano.net

Ilmeteo.net

Ilpiccolo.gelocal.it 


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