Ramadan: significato della tradizione e confronto tra culture

Il termine Ramadan deriva dall’arabo رمضان e corrisponde al nono mese dell’anno nel calendario lunare. Le società che seguono altre religioni molto spesso hanno una conoscenza stereotipata di questo termine, eppure dietro agli stereotipi si cela molto altro.

Che cos’è il Ramadan

Il Ramadan, come già detto, corrisponde al nono mese dell’anno nel calendario lunare.

Secondo la tradizione islamica, Maometto avrebbe ricevuto la rivelazione del Corano come “guida per gli uomini per una retta direzione e salvezza” (Sura II, v.45).

La religione musulmana è molto diffusa nel mondo, non solo in Medio Oriente: conta circa 1,3 miliardi di fedeli, numero in crescita.

Digiuno e miti da sfatare

Il Ramadan è il mese sacro per i fedeli musulmani, durante il quale infatti si seguono delle regole molto precise, come il digiuno. Ne sono esenti gli anziani e le donne in gravidanza. Coloro che, invece, sono in viaggio o le donne che hanno il ciclo mestruale sono parzialmente dispensati, fino al termine di queste due condizioni transitorie.

Al tramonto, il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua a cui segue إفطار‎, iftar, pasto serale.

Alcune pietanze variano in base ai numerosi Paesi in cui si professa la religione musulmana.

Per esempio, in Tunisia, Algeria e Marocco viene preparato un cous cous soltanto con agnello farcito con uvetta; in Siria e Giordania si consumano dolci tipici denominati katai, con ripieno di cocco, nocciole tritate e zucchero.

Durante il periodo del Ramadan si bevono anche molti succhi di frutta, soprattutto alla liquirizia, per aumentare la pressione sanguigna durante il giorno.

Momento di raccoglimento

Durante questo periodo sacro, è usanza comune far visita ai parenti per consumare insieme il pasto serale e recitare insieme le preghiere, dette تراويح‎, ossia tarawih.

Calendario e Ramadan

È importante ricordare come il Ramadan sia una festa mobile, che dipende dal calendario lunare e cambia in base ai Paesi.

L’inizio di questo momento sacro coincide con la visione e l’osservazione della luna, هلال, hilal.

In Italia, nel 2021, il Ramadan è iniziato il 13 aprile e dovrebbe concludersi il 12 maggio. Il Ramadan inizia sempre in anticipo rispetto al periodo in cui è stato celebrato nell’anno precedente, perciò in alcuni anni viene celebrato d’inverno, durante il quale le giornate sono più corte e, di conseguenza, anche il digiuno lo è.

In questo periodo storico, nel nostro emisfero il Ramadan cade in primavera/estate e questo crea alcuni problemi.

Per esempio, la durata del digiuno in Islanda raggiunge quasi le 22 ore, dall’alba (che si registra alle 2 del mattino) alla mezzanotte.

In Alaska, in alcuni periodi il sole non tramonta mai e in questo caso si segue il consiglio di alcuni dotti, che suggeriscono di basarsi sul calendario di un altro Paese.

Covid e Ramadan

La pandemia che ha devastato il mondo intero, ha limitato anche il raccoglimento all’interno delle moschee.

I Paesi di religione musulmana, infatti, hanno previsto delle rigide misure per evitare assembramenti e, quindi, il rischio di nuovi contagi.

Le modifiche riguardano il coprifuoco e gli ingressi contingentati per la preghiera.

Un’indicazione chiara, che indica l’approccio perfetto tra questa festa sacra e il proseguimento della vita anche in tempi di crisi pandemica, è la chiara affermazione che il vaccino non rompe il digiuno, così come i test antigenici non creano problemi.

A tal proposito, è interessante notare come l’Arabia Saudita sia inavvicinabile per coloro che non siano immunizzati. Questo Paese, infatti, è meta di pellegrinaggi. Solo chi ha ricevuto il vaccino o è guarito dall’infezione e può quindi certificarlo, potrà raggiungere La Mecca per il pellegrinaggio minore, عمرة‎.

Il presidente della Coreis (comunità islamica italiana), Yahya Pallavicini, ha invitato i cittadini che in questo periodo festeggiano il Ramadan, a “rispettare le norme per proteggere i propri cari e la propria famiglia”.

Ramadan e scuola

Il Ramadan, in Italia, viene affrontato diversamente dalle scuole e dalle famiglie, il problema principale è il fatto che non ci sia un’organizzazione comunitaria negli istituti del nostro Paese.

Alcune famiglie musulmane interrompono il digiuno ai ragazzi, in previsione di esami e scuola superiore.

Infatti, i bambini vengono introdotti gradualmente al Ramadan, gli Imam che guidano le comunità in Italia e fanno riferimento molto spesso al Corano affermano di non costringere i più piccoli al digiuno.

È necessario perciò includere all’interno dell’insegnamento della religione, una visione molto più vasta rispetto a quella attuale.

Ramadan è cultura e tradizione. Sin da bambini è importante superare l’idea del Ramadan nelle sue accezioni stereotipate, per includere tutti coloro che sono di un altro credo religioso e provengono da Paesi diversi, ma allo stesso tempo anche di coloro che sono nati e cresciuti sul suolo italiano.

 

Fonti:

Focus.it

Ilgiorno.it

Giuntiscuola.it


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