Carceri minorili: polemiche, abusi e situazione italiana

Carceri minorili

Le carceri minorili sono dedicate esclusivamente alla reclusione di minorenni, che quindi non hanno ancora superato la soglia dei 18 anni al momento del reato. Molto spesso, queste carceri si presentano come una sorta di riformatorio, nel quale il recluso ha modo di seguire un percorso di consapevolezza.  

carcere

La reclusione di individui minorenni è molto discussa dal punto di vista etico. Infatti, c’è chi è dell’idea che un adolescente non debba venire incarcerato, non essendo del tutto autonomo dal punto di vista legislativo.  

Le comunità e i centri di riabilitazione, in cui i giovani vengono inseriti, devono offrire diversi servizi ai detenuti. Tra questi, l’istruzione e l’educazione vengono considerati fondamentali. Nonostante ciò, molte strutture non riescono ad offrire servizi educativi efficienti, rendendo inutile la reclusione ed il percorso riabilitativo.  

Come sottolineato, le polemiche e le controversie riguardo questo tipo di carceri sono state numerose, nel corso degli anni.  

Il sovraffollamento delle carceri minorili

Una delle maggiori problematiche delle carceri in generale è sicuramente quella del sovraffollamento. Le strutture non riescono a gestire la valanga di detenuti che vengono loro affidati.  

Perciò, nel 2014, è stata introdotta una normativa: le carceri minorili possono ospitare detenuti fino ai 25 anni di età. Ciò significa che, se si è in carcere per aver commesso un reato da minorenne, solo al compimento dei 25 anni di età bisognerà essere trasferiti in un carcere per adulti.  

Ciò proprio per evitare che un cospicuo numero di individui venga trasferito da un carcere all’altro. Prima di questa normativa, l’età della soglia di trasferimento da un carcere minorile ad uno generale era di 21 anni.  

La legge italiana sulle carceri minorili

Ricordiamo, inoltre, che la soglia minima per essere imputabili di reato per lo stato italiano è 14 anni. Prima di questa età, un minore non risponde delle proprie azioni ed esse ricadono, inevitabilmente, sui genitori o tutori legali.  

I numeri in Italia  

Al 2020, le carceri minorili in Italia sono 17. La struttura con più detenuti è quella di Nisida, con circa 45 detenuti. Si tratta quindi di strutture con pochi detenuti, se pensiamo che alcune di esse arrivano ad ospitare anche solo un paio di detenuti.  

Ciò porta ad una maggiore semplicità nella gestione dei singoli detenuti. L’obiettivo principale è sempre quello di implementare percorsi formativi ed educativi. I giovani devono avere la possibilità di crescere e di arricchirsi all’interno di spazi appositamente creati per le loro esigenze.   

Abusi e violenze  

Oltre al sovraffollamento, un’altra problematica (maggiormente grave) riguarda gli abusi e le violenze di cui cadono vittime i detenuti delle carceri minorili.  

Nel 2016, ad esempio, sono stati rilasciati dei video a dir poco agghiaccianti. Questi video provengono da un carcere minorile di massima sicurezza, in Australia. Alcuni detenuti di questa struttura hanno dovuto subire dei trattamenti disumani: nei filmati viene mostrato un ragazzo che viene spogliato e legato ad una sedia, dopo essere stato incappucciato.  

Spostandoci in Italia, possiamo ricordare il caso di un ragazzo, abusato in un carcere in Puglia: in un carcere minorile di Lecce, un ragazzino di 15 anni ha subito violenze da diversi agenti della polizia. Il fatto è avvenuto tra il 2003 e il 2005. Pare che questo ragazzo non fosse l’unico ad essere caduto vittima degli abusi.  

Questa vicenda ha portato ad un processo, che però è arrivato al rinvio a giudizio degli agenti imputati. In seguito, è avvenuta la prescrizione, con la chiusura del processo. Gli agenti, quindi, non sono mai stati condannati.  

A rendere maggiormente tragica la vicenda c’è il fatto che, nel 2011, il ragazzo vittima di abusi venne trovato morto suicida, nella sua cella nel carcere di Bari, all’età di 22 anni.  

È molto probabile che dietro questo gesto drammatico si nasconda la sofferenza per le violenze subite negli anni dell’adolescenza e la paura del ragazzo di trovarsi di nuovo a contatto con quegli agenti.  

I diritti fondamentali 

Queste storie sono solo alcune delle numerose, e tragiche, vicende di cronaca sull’argomento. Tutto ciò ci dimostra quanto ancora dilaghino problemi a riguardo. I diritti dei detenuti vengono molto spesso calpestati, a maggior ragione se si tratta di minori. Le autorità e le forze dell’ordine dovrebbero svolgere il loro lavoro, rispettando comunque i detenuti nei loro diritti fondamentali.  

Il carcere deve essere un posto in cui la persona detenuta possa riflettere sul reato compiuto. Non deve in alcun modo rappresentare un luogo in cui si rischia la vita, o in cui vengono giornalmente perpetuate violenze di ogni tipo.  

 

Fonti:  

wikipedia.org

ilfattoquotidiano.it

agoravox.it

ilfattoquotidiano.it

gruppocrc.net


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