Gino Strada

È il 13 agosto, sul web e nelle trasmissioni televisive arriva una notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire: viene a mancare Gino Strada. Una notizia difficile da digerire e quasi impossibile da concepire, perché Gino era una di quelle persone che sembrava fossero immortali. Gino era un punto di riferimento, un uomo con la U maiuscola. E lo rimane tutt’ora, anche se fisicamente non è più qui. Quel giorno non ci ha lasciato solo una persona, bensì un esempio, un’istituzione, una certezza.

La vita che ha passato la conosciamo praticamente tutti. Sempre pronto ad aiutare il prossimo, sempre in prima linea per difendere i più deboli e portavoce instancabile dei diritti umani. La sua esistenza l’ha dedicata a chi è meno fortunato di noi, a chi, per colpa di quello stupido gioco chiamato guerra, rischia ogni istante di perdere la vita e il suo futuro. Gino era ed è tutt’ora sinonimo di speranza, impegno e umanità.

Umanità

Uomo forte, deciso e preparato, ha saputo partire quasi da zero e creare nel corso degli anni un’equipe medica specializzata e pronta a tutto come la sua Emergency. Grazie all’associazione da lui fondata migliaia di persone sono riuscite a ritrovare la speranza e un porto sicuro dove attraccare quando la loro vita era appesa ad un filo. Grazie agli ospedali di Emergency il diritto alla salute e alle cure mediche viene esercitato al 100%, senza distinzioni, senza discriminazioni, in maniera trasparente, professionale e solidale.

Il mondo attorno a questa istituzione è un mondo difficile perché circondato da guerre, carestie e situazioni al limite. Ma i principi su cui si basa la fondazione sono quelli di un mondo ahimè utopistico per come vanno le cose oggi. Fratellanza, sostegno reciproco, assenza di razzismo, rifiuto di qualsiasi forma di violenza e molto altro. Tutto ciò di cui le nostre società hanno bisogno, tutto ciò in cui Gino credeva e cercava di portare avanti nonostante le mille difficoltà.

“Io non sono pacifista, io sono contro la guerra è la frase con cui moltissimi lo hanno ricordato. Una frase forte e più sottile di quanto sembra. Gino odiava la guerra, la detestava con tutto se stesso, la disprezzava. E come dice, ancora prima di essere pacifista, è contro la guerra, il male primario di questo mondo. La guerra, affermava, piace a chi non la combatte, a chi non la vive in prima persona. Chiunque la vive sulla propria pelle sa che è uno dei mali peggiori di questo pianeta e farebbe di tutto per evitarla.

Testimonianza

Il progetto di Emergency, cresciuto e maturato negli anni, è il frutto del lavoro e del sacrificio di un piccolo gruppo di persone (all’inizio) che, sotto la saggia guida di Gino, cerca di combattere un problema mondiale che aumenta giorno dopo giorno. Un problema che nonostante la sua grandezza cresce sotto l’indifferenza generale di un’umanità sempre più egoista e cieca: l’accesso alle cure mediche.

Gino ha viaggiato praticamente in tutto il mondo, dall’Afghanistan all’Eritrea, dalla Serbia al Ruanda per dare aiuto medico a chi ne aveva bisogno e a chi non poteva addirittura permetterselo. Ha costruito ospedali dove nessuno li avrebbe mai edificati, ha rischiato quotidianamente la vita per provare a salvare anche solo una vita umana, ha vissuto dove si combatteva realmente la guerra, ha sentito nelle sue orecchie il frastuono delle mitragliatrici e delle bombe, ha visto da vicino e con i suoi occhi civili morire ingiustamente. Tutto sempre con un unico obiettivo: aiutare chi stava male.

Il mondo dovrebbe essere così: chi ha bisogno va aiutato”. Semplice, immediato e preciso, come tutti i suoi messaggi del resto. Riusciva con semplicità ed efficacia a riassumere quello che era il suo pensiero di vita e quello che dovrebbe accompagnare ogni uomo di questo pianeta. Nel suo lavoro non si è mai piegato a compromessi, non ha mai indietreggiato di un millimetro e ha compiuto sacrifici che alle volte potevano sembrare esagerati. Non lo ha fatto perché glielo ha imposto qualcuno, ma perché come uomo non poteva far finta di niente di fronte agli orrori che colpivano persone come lui, come noi.

Esempio

Di insegnamenti e lezioni di vita Gino ce ne ha lasciati tanti. Tutti attuali, seri e mai scontati. Forse certe cose potrebbero sembrare banali, ma se vengono affrontate come le ha affrontate lui non si può dare nulla per scontato. Che la guerra sia un cancro mondiale già si sa, ma provare a contrastarla e cercare di salvarne le vittime come faceva lui è un altro conto. A proposito di guerra, per rimarcarne la brutalità, Gino spiegava sempre, attraverso dati certi e veritieri, che il 90% delle vittime sono persone civili. E questo lo faceva andare su tutte le furie, perché il conto più salato lo paga sempre la povera gente. Non lo pagano i mandanti o i politici che si divertono a progettare attacchi e scontri a fuoco, ma chi perde la vita sono donne, uomini e bambini innocenti che spesso non sanno nemmeno il motivo della lotta che li circonda.

Non so se il mondo si meritasse un’anima come la sua, uno spirito combattivo e una persona saggia e profonda come era Gino. Forse nemmeno noi, che piangiamo ancora oggi la sua scomparsa, ci meritiamo la fortuna di aver trovato un uomo così sulla nostra strada. Sia per chi lo conosceva direttamente e sia per chi lo supportava e seguiva interessato i suoi lavori e le sue dichiarazioni, Gino lascia dentro di noi un vuoto morale e spirituale che non ha eguali. L’unica cosa che possiamo fare e cercare nel nostro piccolo di portare avanti i suoi messaggi, le sue idee per provare a costruire un mondo migliore. Un mondo contrario alla violenza, alla guerra e pronto ad aiutare il prossimo, il più debole, chi soffre.

Grazie Gino

Leggete i suoi libri, testimonianze vere e profonde di quello che succede sui campi di guerra e di quello che lui e la sua squadra affrontano quotidianamente. Leggeteli per capire cosa significhi realmente aiutare il prossimo, il più bisognoso, in qualsiasi situazione. Per non dimenticare tutto il bene che ha fatto. Ascoltate i suoi interventi e riponente dentro di voi le sue parole; vi renderanno donne e uomini migliori.

Caro Gino, tutti noi ti dobbiamo tanto e ti ringraziamo per quello che hai fatto in tutta la tua vita.

Mancherai al mondo interno. Grazie.

 


Fonti:

Emergency.it

Open.it

Credits:

Copertina

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