Cosa c’è che non va nel PNRR

La pandemia, oltre ad averci catapultati in una delle crisi sanitarie peggiori nella storia moderna, ha avuto anche forti ripercussioni economiche. A questo proposito, l’Unione Europea ha avviato un piano strategico, per far fronte a questa emergenza. Ma, nello specifico, cosa si intende quando si parla del nuovo piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)? E soprattutto, quali sono le lacune presenti in esso?

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Il PNRR in breve

Per l’Italia, l’Unione Europea ha stanziato ben 191,5 miliardi di euro, oltre a un Fondo complementare che si attesta sui 30,6 miliardi. Quest’ultima somma è stata integrata dalle casse nazionali. Tutto ciò nell’ottica del nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che andrà a promuovere diverse riforme.

Il PNRR si articola in diverse missioni, che includono:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.

Sul sito del Ministero dello sviluppo economico si può leggere che l’obiettivo è quello di “porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia, garantendo la rapidità di esecuzione dei progetti attraverso una semplificazione degli strumenti”.

Il PNRR punta all’innovazione digitale, specialmente nel contesto delle imprese. Inoltre, si cerca di implementare e favorire la transizione ecologica nazionale, soprattutto nell’ottica dell’importanza data all’uso delle risorse rinnovabili. Sul piano dell’inclusione, ci si è focalizzati invece sul delicato tema dell’imprenditorialità femminile, che va incentivata necessariamente.

Per quanto riguarda  il settore della sanità e quello dell’istruzione, tuttavia, le proposte sembrano essere scarne, o peggio inesistenti. Cosa c’è che non va?

PNRR: salute

Come si può leggere sul sito del Governo, la Salute rappresenta uno dei temi maggiormente caldi del momento, ponendo “il benessere della persona nuovamente al centro dell’agenda politica”. A questo proposito, la missione del PNRR è quella di potenziare il sistema sanitario italiano. Ma come?

  1. Ci si è prefissati la creazione di migliaia di Case della comunità, strutture che offriranno un servizio sanitario completo, che passa dalle visite ai servizi di diagnosi. Ciò allo scopo di “evitare accessi impropri negli ospedali”, specialmente dopo che la situazione pandemica ha mostrato la fragilità del sistema sanitario del nostro paese.
  2. Si è progettato di implementare ulteriormente l’assistenza domiciliare, specialmente nella popolazione maggiormente fragile. Inoltre, è stata ribadita la necessità di rinnovare le infrastrutture ospedaliere.

Istruzione e ricerca

Seguendo le descrizioni presenti sul sito del Governo, per quanto riguarda l’istruzione e la ricerca, è necessario “rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo”. Anche in questo caso, potremmo chiederci: come?

  1. Si cercheranno di implementare i servizi di educazione per la prima infanzia e le infrastrutture scolastiche.
  2. Ci si è prefissati di ristrutturare una grande quantità degli edifici scolastici, oltre ad occuparsi del reclutamento e della formazione del personale didattico.

Ma quindi il problema dov’è?

Anche solo concentrandosi sul settore della salute e su quello dell’istruzione, i progetti sopra elencati sembrerebbero molto promettenti. Tuttavia, le criticità e le problematiche sono tante. Facendo un esempio, infatti, ci sono diverse perplessità per quanto riguarda il reclutamento e l’assunzione dei docenti scolastici.

La proposta di legge, sulla formazione dei docenti, prevede necessariamente una laurea magistrale, il conseguimento di 60 crediti formativi e successivamente una prova di abilitazione. Dopo tutto ciò, gli aspiranti insegnanti dovranno affrontare un anno di prova, e solo in seguito a esso si potrà diventare docente di ruolo. I dubbi sono tanti, dovuti proprio a questa lunga catena di requisiti richiesti. L’iter professionalizzante risulta lungo ed estenuante, e potrebbe portare molti giovani ad abbandonare l’aspirazione verso questo lavoro. Per ora questa proposta è stata approvata dal Consiglio dei Ministri, ma bisogna ancora attenderne l’approvazione definitiva.

Le lacune del PNRR

Per l’istruzione e la ricerca sono stati stanziati 30,88 miliardi di euro, mentre per quanto riguarda i fondi destinati alla salute, si aggirano sui 15,63 miliardi. Tutti questi fondi hanno una validità che scadrà nel 2026.

Tuttavia, sembrerebbe che il PNRR non coinvolga come dovrebbe la società civile, andando a diminuire la propria efficacia ed efficienza. Questo discorso vale soprattutto se si considera il settore della salute. I pazienti, purtroppo, non sono stati coinvolti in prima persona nei progetti sulla sanità pubblica. Tutto ciò risulta paradossale, anche considerando il fatto che la società civile dovrebbe essere la principale beneficiaria dei fondi erogati.

Secondo Lobo Xavier, “coinvolgere la società civile nei piani per la ripresa è una necessità per assicurare che le sfide reali per la salute pubblica e la ripresa economica e sociale siano il perno attorno a cui far ruotare le decisioni e le politiche a favore della crescita”.

Per ora questo coinvolgimento civile sembra mancare. Basti pensare al fatto che “molte regioni hanno deciso dove collocare le Case della Comunità senza aver messo in campo percorsi di dibattito pubblico con le comunità”.

 


Fonti: 

mise.gov.it

eesc.europa.eu

governo.it

ilsole24ore.com

orizzontescuola.it

vita.it

Credits:

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