“Ha fatto anche cose buone”

Non passa mai di moda la barzelletta che inizia con la frase: “Ha fatto anche cose buone”. Tanti sono i sorrisi e le risate che nascono appena si sente questo ritornello. Il problema nasce nel momento in cui il narratore della storia crede davvero che sia una storia vera, che quell’individuo abbia fatto davvero qualcosa di utile e meritevole. E allora lì le risate si moltiplicano osservando che il barzellettiere è a sua volta una barzelletta.

Pensate a questo povero ragazzo che si vede cadere un mito. Credeva di raccontare una storia straordinaria, di aver trovato il suo eroe e invece i presenti lo smontano letteralmente. Pezzo dopo pezzo.

Be’, dai, almeno le pensioni le ha inventate lui, vero? Ah no, giusto, nemmeno quelle, perché c’erano già nel 1898. Però, cavoli, si è impegnato nel bonificare le terre paludose, non è così? Sì, perché prima abitavano ancora tutti sulle palafitte e non era mai venuta in mente a nessuno quest’idea. Peccato che ci aveva già pensato qualche anno prima il governo Giolitti e i progetti di bonifica erano già partiti poco dopo l’unità d’Italia. Quindi arriva tardi anche qui.

“Grazie a lui però vi era ordine e disciplina!”. Diciamo che l’idea di ordine e disciplina non regge molto nel momento in cui se non obbedivi o per sbaglio mettevi un foulard rosso venivi imprigionato o fucilato. C’erano paura e terrore, quelli sì, ma è ben diverso dal concetto di disciplina.

Ma il nostro cantastorie va avanti. Non ci sta, non si dà pace nel sentirsi così sminuito. Impunta addirittura i piedi come i bambini quando vogliono a tutti i costi qualcosa. Ma, purtroppo per lui, anche se ci si impegna non si trova proprio nulla per cui premiare il suo idolo.

“Potete dire quello che volete, ma ha ottenuto il potere in maniera legale”. Altre grosse risate. Per certi versi, chiudendo però più di un occhio, si può tentare un ragionamento su questa frase, che trova però pochi appigli. Ha trovato un monarca che probabilmente era spesso sotto effetto di sostanze stupefacenti, che lo rendevano impassibile e svogliato. Ha avuto una botta di culo enorme con la marcia su Roma del 1922, visto che è stato l’unico giorno in cui Trenord era in orario e non ha avuto problemi. Perché sì, caro mio, non so se lo sai, ma il tuo supereroe è sceso in treno qualche giorno dopo, non a fianco dei suoi seguaci, ma su un vagone letto. Insomma, si è comportato un po’ da coniglio e da fannullone. Ahi ahi, non si fa così.

Altra batosta e altro duro colpo subito dal nostro fan squadrista. Ma nulla da fare, è convinto che ci sia per forza qualcosa di positivo. Non accetta questa sconfitta.

“Era amato e supportato da tutto il popolo”. E qui parte un bel “ma mi faccia il piacere” in stile Totò con una serie incontenibile di sghignazzate. Era talmente amato da tutti che in Piazzale Loreto mi sembra che gli abbiano portato fiori e cioccolatini. Era così ben visto che addirittura suo genero votò per le sue dimissioni e il suo arresto.

Sempre più amareggiato, il nostro cicerone si siede e con lo sguardo perso nel vuoto ordina una bottiglia di grappa per farsi forza e sopportare gli sbeffeggiamenti. Perplesso, si domanda a voce alta: “Com’è possibile? Non riesco a crederci. Eppure, avrà fatto almeno una cosa per cui andar fieri?” Udito questo lamento, gli si avvicina un uomo, che con una pacca sulla spalla e un accenno di sorriso beffardo gli sussurra: “Due cose buone alla fine è riuscito a farle”. Sorpreso di gioia, il nostro protagonista spalanca gli occhi e chiede quali siano.

“Il 27 aprile 1945 non è riuscito a mimetizzarsi come voleva e i partigiani lo hanno scoperto. Questa è stata la prima cosa buona che ha fatto da quando è stato al potere.”

“Se questa è la prima cosa buona che ha fatto mi arrendo, immagino quale sia la seconda”.

La seconda cosa buona che ha fatto è avvenuta il 28 aprile 1945.

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