C’è un tempo per ognuno di noi nel quale pronunceremo la fatidica frase: “Ai miei tempi…”. Bene, tralasciando il fatto che, quando la diremo, dovremmo purtroppo fare i conti con l’essere vecchi, o per lo meno non saremo più dei teenager o dei giovani adulti, proviamo a vedere cosa potremo raccontare alle generazioni future.
Clima e ambiente
Uno degli argomenti che sicuramente fra 30 o 40 anni sarà completamente diverso rispetto a ora è il clima. Sempre se fra così tante decadi non saremo evaporati o estinti prima. Nel frattempo ci immaginiamo un approccio del tipo: “Quando ero giovane era caldo sì, ma mai come adesso. Mi ricordo che in montagna alla sera si poteva arrivare a 10 gradi d’estate; mica come ora che anche le celle frigorifere superano i 30 gradi centigradi…”.
Oppure: “Ai miei tempi la raccolta differenziata si faceva con parsimonia e rispetto dell’ambiente. Carta da una parte, plastica dall’altra e un sacco diverso anche per l’umido. I materiali ingombranti come gomme, vecchi armadi, gabinetti rotti nei boschi o nei prati vicino alle strade. Così ci potevano giocare gli animali.”
Guerre
Come i nostri anziani ci raccontavano aneddoti riferiti alla guerra, anche noi potremmo deliziare i giovani di domani con delle storie di battaglie. “Una volta tutti erano d’accordo per un mondo senza guerra. Firmavano documenti, atti e accordi che inneggiavano alla pace. Poi sì, non li rispettava nessuno, però almeno sulla carta era un mondo di pacifisti.”
Potremmo raccontare di come gli occidentali sono maestri (lo saranno anche in futuro?) nell’esportare democrazia e pace nel mondo, soprattutto in Medio Oriente. Oppure come anche in Europa, nonostante i due conflitti mondiali passati, non ci si stanca mai di progettare, finanziare e fare la guerra. Spero abbiano un bel po’ di tempo i nostri nipoti, perché ne servirà parecchio per raccontare tutti gli scontri che si sono succeduti.
Lavoro
Sicuramente, tra una pastiglia e l’altra, avremmo modo di affrontare il tema del lavoro. Chissà se le generazioni future si troveranno in situazioni come le nostre. “Ai miei tempi c’era poco da sgarrare. Se volevi lavorare bene, altrimenti c’era la fila dietro di te a prendere il tuo posto. 10 o 12 ore filate, senza pause, lavoro in nero, zero contributi e paga minima che non arrivava mai a toccare i 1000 euro. pedalare e faticare.” Mi immagino le facce degli adolescenti futuri che sghignazzando esclamano : “Sfigato!”.
Si dice spesso “verranno tempi migliori”, e dal punto di vista lavorativo lo speriamo tutti davvero…
Fra 30 anni ci saranno lavori che ora nemmeno ci immaginiamo. Magari addirittura la settimana lavorativa verrà diminuita come è successo in alcuni stati. E ancora, il lavoro nero sarà sempre di meno e le retribuzioni spettanti ai lavoratori raggiungeranno picchi mai visti. Saremo pronti a tutte queste grandi novità o ce ne staremo sulla nostra poltrona a lamentarci del fatto che faticavamo di più noi (forse)?
Covid
Ogni generazione ha il suo evento d’eccezione per la quale viene ricordata. C’è quella del ’68, quella del muro di Berlino e forse ci sarà anche quella Covid. Se le prime due che abbiamo accennato possono vantarsi di aver cambiato in parte il mondo in positivo, la “generazione mascherina” potrà dire lo stesso?
Discorso al caminetto tra un anziano e il nipote in un futuro non troppo lontano da qui:
“Tempi duri quelli della pandemia. Morte e desolazione tutt’intorno. Eravamo in guerra con un nemico invisibile che non se ne voleva andare. Sembrava che non ci fosse nulla che potesse fermarlo”
“Beh ma poi ti sei vaccinato ed è tornato tutto alla normalità, vero?”
“Vaccinato? Io? Ma sei impazzito? Mica mi facevo iniettare cose strane nel mio corpo. Chissà cosa c’era dentro…”
Politica
Vuoi poi non passare a un discorso dove si parla di politica? C’è chi raccontava con occhi lucidi e pieni di passioni le parole lungimiranti di De Gasperi, Berlinguer, Pertini. E noi invece di chi potremo parlare alle generazioni future con gli stessi occhi? Non so se rispondere a questa domanda sinceramente.
Mal che vada possiamo raccontare delle audaci e simpatiche barzellette del buon Silvio. Oppure dei mille meme che ritraggono Salvini. Oppure della favola del Movimento 5 stelle, nato da un comico che prima insultava e mandava letteralmente a quel paese politici e governi, poi è cascato anche lui nella trappola della politica. Ok ho capito, forse il discorso politica lasciamolo in sospeso, magari nel frattempo si sistemano le cose e potremmo narrare di grandi figure politiche. Ma a quanto pare non è questo il tempo.
Potremmo elencare altri mille argomenti che susciterebbero interesse nei giovani che verranno, ma il mio consiglio è adesso magari di sistemare un po’ i casini che abbiamo per provare a raccontare qualcosa di carino a chi verrà. Che dite? Meglio iniziare subito allora.
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