Il caso Durigon: quando l’antifascismo e l’antimafia si scontrano

Il caso Durigon ha fatto  molto discuterei partiti di tutta la scena politica italiana. Uno dei tanti parchi intitolato a Falcone e Borsellino è diventato l’emblema di questa incredibile vicenda.

Durigon

Claudio Durigon, leghista, la sera del 4 agosto propone di intitolare il parco pubblico della sua città natale, ossia Latina, ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito Mussolini.

Questa proposta potrebbe risultare ripetitiva associata ad un uomo di destra, ma ciò che ha creato maggiore scalpore è stato altro.

Infatti, nel 2017, questo stesso parco simbolo di libertà, era stato intitolato a Falcone e Borsellino.

I due giudici, uccisi fisicamente ma non ideologicamente dalla mafia, sopravvivono ancora oggi grazie ai luoghi pubblici e privati a loro intestati.

L’aeroporto di Palermo e la commemorazione

Nel tentativo di non permettere che Falcone e Borsellino vengano dimenticati, l’aeroporto internazionale di Palermo è dedicato a queste due eminenti figure.

Inoltre, negli ultimi anni ha subito numerose interventi di manutenzione e ha raggiunto il terzo posto in Italia per grandezza e traffico aereo.

E’ necessario ricordare anche il luogo preciso in cui Giovanni Falcone ha perso la vita, sulla strada per Carini e l’aeroporto, oggi simbolo di libertà e di resistenza.

Mentre l’albero di Borsellino è diventato un luogo di memoria quotidiana, il parco preso in questione ha scatenato un’indignazione molto forte da parte dei politici italiani.

Le dimissioni

Dopo che Durigon ha proposto un nuovo titolo per il parco, alcuni politici di sinistra hanno invocato le sue dimissioni, tra cui alcuni leader del PD e del M5sEnrico Letta e Giuseppe Conte.

Inchieste e oscuramenti

Tuttavia, Durigon non è finito sotto i riflettori solamente per questa gravissima affermazione, ma anche perché di ricente la testata giornalistica «FanPage» ha ricevuto un decreto da parte del tribunale di Roma.

Quest’ultimo ha disposto il sequestro tramite oscuramento dell’inchiesta “Follow the Money”. L’inchiesta riguarda i 49 milioni che la Lega avrebbe sottratto allo Stato italiano.

Oltre ad essere un chiaro esempio di cancel culture che in un paese civile e democratico non dovrebbe sussistere, è anche un esempio di come in Italia, oscurantismo e politica vadano di pari passo.

Costituzione italiana

La Costituzione italiana all’Articolo 21 afferma che “la stampa non può essere oscurata e nemmeno soggetta a censure”.

Si tratta evidentemente di nozioni mai pienamente apprese da coloro che hanno condotto l’indagine.

Sempre secondo l’Articolo 21 della Costituzione, il sequestro si potrebbe disporre qualora si possano ipotizzare reati che coinvolgano la diffamazione delle persone oggetto di inchiesta.

Non è dunque il caso della testata giornalistica «FanPage».

Vicende congiunte

Questi due eventi, ossia la polemica riguardo il parco che avrebbe dovuto essere intitolato diversamente secondo Durigon e l’inchiesta aperta nei suoi confronti e a quelli della Lega, hanno portato ad una convinzione: il ministro si sarebbe dovuto dimettere.

Queste richieste evocate un po’ da tutti i partiti sono giunte alle orecchie della Lega. Il ministro Salvini, al riguardo, ha però affermato più volte che il ministro sia un “bravo segretario e artefice di quota 100”.

Ciò nonostante, le richieste di dimissioni e le critiche non si sono di certo spente. Fino a che il segretario della Lega Salvini ha ammesso che potrebbe nascere un dialogo con Durigon.

Idee non convergenti

Alla base di tutte queste polemiche, quindi, vi sono due linee parallele che sembra mai potranno incontrarsi: quella dell’antifascismo e dell’antimafia.

Per antonomasia sono concezioni idealistiche troppo divergenti. Una intende abolire definitivamente il fascismo, come definizione e serie di comportamenti che vanno ad ostacolare la libertà di un individuo qualunque. L’altra vorrebbe invece ostacolare la mafia, fenomeno che è ancora in vigore in Italia, diffuso in tutto il paese.

Fascismo e mafia sembrano due fenomeni distanti, ma in realtà sono molto simili, poiché entrambi vogliono limitare l’essere umano, il suo sviluppo economico e l’affermazione culturale.

Molte persone potrebbero perciò pensare che non sia affatto grave il cambiamento di un nome.

In realtà, il nome dato a un parco o a qualsiasi luogo pubblico è utile per ricordare, in nome della lotta alla mafia. E anche del fascismo.

In sostanza

Dunque, se tutti gli umani si ricordassero di essere critici davanti ad un comportamento che possa risultare già fascista e mafioso alla radice, non vi sarebbe il bisogno di intitolare parchi e aeroporti a persone che non ci sono più.

 


Fonti:

quotidiano.net

giornalettismo.com

Credits:

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