La cancel culture arriva a teatro

La cancel culture tende ad escludere quei fenomeni culturali che sono considerati illeciti, secondo schemi mentali precisi.

La definizione

Loretta J. Ross, un’attivista nera, ha fornito questa definizione:

La cancel culture è quando le persone cercano di eliminare coloro che non condividono le stesse opinioni piuttosto che rimanere concentrate sulle persone che traggono profitto dalla discriminazione e dall’ingiustizia.

Questa tendenza è molto diffusa su internet poiché i mezzi di comunicazione moderni spesso sono soliti annientare il pensiero umano.

Inoltre, i mezzi di telecomunicazione non lasciano molto tempo per ragionare, l’impulsività quindi prende il sopravvento.

La cancel culture si differenzia dalla “Call-out culture” perché l’obiettivo non è solo limitato all’accusare pubblicamente di immoralità, o di reati veri e propri, una persona qualsiasi (quasi sempre un personaggio pubblico); oltre all’accusa pubblica c’è la volontà di fargli perdere la propria posizione professionale.

C’è anche chi sostiene che la cancel culture non esista, e ritiene infatti che la cancellazione sia temporanea.

Un esempio può essere rappresentato da Louis CK che ha affrontato nove mesi di silenzio dopo che ha ammesso la propria colpevolezza.

In Italia

In Italia, la cancel culture esiste, anche se a volte non è facile da riconoscere.

Lo scorso anno, per esempio, c’è stata una piccola rivolta online relativa al black face di Tale e Quale show.

Questo evento non ha però influenzato il programma.

Non è successa la stessa cosa per l’annullamento della partecipazione di Altaforte, casa editrice vicino Casa Pound.

Il dibattito più evidente riguarda una questione cruciale, ossia il confine sottile tra la libertà di espressione e la tutela delle minoranze dall’istigazione all’odio, tra rispetto dell’altro e responsabilità.

Esempi

Molte persone sono venute a conoscenza del dibattito tra il cantante Fedez e la Rai.

Dalla ricostruzione dei fatti di alcuni testimoni è emerso che il cantante abbia tagliato il video e abbia unito le parti più importanti.

Ciò che è emerso, infatti, è un forte clima di tensione.

Da questa conflittualità nasce quindi il bisogno di acquisire e utilizzare parole feroci, contornate da argomentazioni altrettanto forti. Poiché lo schema è sempre lo stesso (accusare di censura e censurare, creare leggi contro la discriminazione per poi discriminare, ed infine insultare chi insulta) a vincere sono gli odiatori seriali e coloro che attingono da essi.

A teatro

Vittime di questa cultura di oscuramento, rientrano anche alcune opere teatrali secolari.

Un esempio noto è quello di Eschilo.

Questo processo parte dai teatri ed in particolare dal teatro greco di Siracusa, in Sicilia.

Eschilo, Sofocle ed Euripide sono considerati politicamente scorretti proprio da quella corrente americana che giudica con indignazione opere teatrali scritte secoli fa.

Il dialogo tra Apollo ed Atena, se fosse letto con i parametri odierni, non sarebbe sicuramente conforme ed equo nel contesto quando il Dio delle arti e dei piaceri sostiene che le donne accolgano nel proprio seno la vita attraverso l’inseminazione. Però non sono loro a crearla, poiché è l’uomo (di sesso maschile) il creatore vero.

In questo modo si stabilisce un’inferiorità tra i sessi.

David Livermore – uno dei più grandi registi contemporanei  – difende l’attualità del teatro greco contro ogni tentativo di cancel culture affermando che è “la base del teatro moderno”.

I testi sono importanti monumenti e testimonianze. Oreste, diventerà un assassino matricida. Ma questo assassino sarà giudicato in un atto che viene considerato il fondamento della democrazia occidentale, ovvero la rappresentazione di Eumenidi.

In Eumenidi ne comprendiamo tutta la natura, poiché l’atto fondativo di essa è l’assoluzione di un assassino da parte di un giudice, Atena, e di un avvocato, Apollo. Per loro natura determinano un’assoluzione del giudizio.

Cultural studies

I cultural studies insegnano quindi a sapere decostruire e contestualizzare le opere e tutto ciò che ci circonda.

Dobbiamo imparare a ragionare in modo cronologico, soprattutto in merito al perché alcune opere siano state scritte in una determinata epoca, interrogandoci su quello che celano certi fenomeni culturali.

Attuare il decostruzionismo vuol dire quindi estrapolare dal contesto e chiedersi il motivo per cui ci si trovi in certe situazioni: non si deve classificare tutto ciò che accade come “normale” ma porsi domande e cercare risposte.

Il creatore del decostruzionismo contemporaneo è Jacques Derrida.

L’insegnamento che dobbiamo trarre è, quindi, quello di analizzare attentamente prima di giudicare inopportuno un pensiero altrui, senza escludere il nostro.

Questo è il primo passo verso l’accettazione di ciò che è diverso da noi.

Fonti:

wired.it

esquire.com

rivistastudio.it

linkiesta.it

ilmessaggero.it


Credits:

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