L’apartheid israeliano

L’apartheid israeliano è oggetto di denuncia quotidiana dai media e dalla comunità internazionale.

Eppure, è un’espressione di violenza che ancora oggi è attiva e presente, non lascia tregua alcuna.

Gerusalemme e occupazione

Nel maggio del 2021, alcune famiglie palestinesi proveniente da Sheikh Jarrah, un quartiere che fa parte della Gerusalemme occupata, hanno iniziato a protestare poiché gli israeliani hanno sgomberato con la forza le loro abitazioni per fare spazio ai coloni ebrei.

Molte famiglie hanno trovato rifugio proprio in questo quartiere dopo essere state cacciate con la forza dalle loro abitazioni all’epoca della costituzione dello Stato di Israele, nel 1948.

Gli israeliani hanno sempre preso di mira le famiglie palestinesi: usano leggi discriminatorie per espropriare i palestinesi della loro terra e delle loro abitazioni, a favore delle persone ebree israeliane.

Proteste diffuse

Dunque, in risposta a tale violenza e repressione, moltissimi palestinesi in tutta Israele e nei territori palestinesi occupati, hanno organizzato proteste per sostenere tutte quelle persone, quei bambini, vittime di esproprio, segregazione e divisione sociale.

Sistema privilegiato

I palestinesi devono affrontare quotidianamente spossessamento, repressione del dissenso, violenza, uccisioni e soprusi.

Questo sistema, che favorisce le forze israeliane, provoca molto dolore e strazio.

Di fronte alle morti di bambini che avvengono ogni giorno, la comunità internazionale continua a manifestare dissenso nei confronti di tutto ciò, ma invano.

Apartheid

Il termine “apartheid” consiste in una violazione del diritto internazionale, una grave violazione dei diritti umani, protetti a livello internazionale dalle leggi, un crimine contro l’umanità stessa.

Diffusione del regime apartheid

Questo termine era usato inizialmente per riferirsi a un sistema politico che era diffuso in Sud Africa.

Imponeva la segregazione razziale, il dominio e l’oppressione di un gruppo razziale da parte di un altro.

Il fenomeno era anche molto diffuso in America.

Ai sensi della Convenzione sull’apartheid, dello Statuto di Roma e del diritto internazionale consuetudinario, viene commesso questo crimine quando un atto considerato disumano (in particolare una grave violazione dei diritti umani) è generato e praticato da un regime istituzionalizzato.

Questo regime, però, ha il dominio di un gruppo razziale rispetto a un altro e cerca in continuazione di mantenere quel sistema.

Silenzi e dissensi

Molti paesi del mondo si rifiutano di attuare qualcosa di concreto sul campo, si rifiutano di intraprendere azioni che possano essere importanti, come punti di svolta per fermare Israele.

Inoltre non hanno chiesto esplicitamente a Israele di prendersi le proprie responsabilità e dunque ammettere le proprie colpe.

Cosa fa Amnesty International

Amnesty International, assieme ad altre numerose associazioni che si occupano di denunciare i diritti violati delle persone e delle minoranze, chiede dunque a Israele di porre fine immediatamente al crimine internazionale dell’apartheid.

La popolazione palestinese

La popolazione palestinese è segregata nelle enclave di Israele, Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e all’interno di comunità e campi profughi.

Queste divisioni e sofferenze ledono le famiglie, le separano e aiutano a massimizzare e potenziare il controllo ebraico sulla terra. Israele limita l’unificazione familiare in maniera molto discriminatoria.

I palestinesi dei territori occupati non possono ottenere in alcun modo la residenza o la cittadinanza attraverso il matrimonio. Così non è, invece, per i cittadini ebrei.

Mondo e colpe

In questo periodo storico, il mondo sta affrontando numerosi crimini, come la violazione di qualsiasi diritto da parte della Russia verso l’Ucraina. Le violenze di cui si sta macchiando la Russia vengono criticate da molti e l’Europa e l’intero mondo stanno sostenendo il paese ucraino con donazioni e aiuti umanitari.

Questo paragone è alquanto significativo poiché di fronte alla violenza, l’Europa sta capendo che l’occupazione dell’Ucraina è paragonabile all’occupazione del Vecchio Continente. Succede che nel momento in cui ci sentiamo molto vicini alla Ucraina poiché più vicina anche geograficamente, stiamo capendo cosa voglia dire essere sottomessi e invasi.

Questo non giustifica assolutamente il fatto che la comunità internazionale sia lontana mentalmente e fisicamente dalla Palestina e dagli altri popoli che sono sottomessi. Deve essere piuttosto un monito per svegliare le coscienze europee e occidentali. Questo potrebbe dunque tradursi in una attuazione delle pratiche per bloccare il genocidio che avviene da decenni in Palestina.

Ragionare

È necessario dunque ragionare a fondo riguardo quello che sta succedendo, affinché le sanzioni e le misure attuate dalla comunità internazionale siano realmente uguali in qualsiasi parte del mondo.

 


Fonti:

amnesty.it

Credits:

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