Lo stupro di guerra: da quando e perché?

Lo stupro di guerra è un fenomeno molto diffuso, sin dai tempi degli antichi greci e latini, i bottini di guerra erano principalmente le donne, eppure il genere umano potrà mai cambiare?

Che cosa rivelano gli stupri?

Molte persone sostengono che gli stupri siano frutto di un impeto sessuale che non è represso eppure questa opinione è abbastanza datata.

Infatti, lo stupro è un’arma minatoria sconosciuta tra gli animali e per gli uomini rappresenta invece un’azione carica di un valore simbolico e devastante.

Coloro che stuprano diventano quindi automaticamente i possessori di quel luogo e quindi.

Mentre nel desiderio sessuale subentrano desideri di reciproca condivisione, nello stupro si rivela tutto l’egoismo e la volontà di sottomettere un popolo, nazione o stato.

La guerra e le donne

La guerra piace tanto a tutti coloro che sostengono la dittatura poiché danneggia e blocca i diritti degli altri.

Con la guerra, le donne perdono completamente ogni diritto, oltre a perdere molto spesso i compagni o mariti al fronte, sono in balia di sofferenze.

Anche l’elevato rischio di attacchi e stupri alle donne aumenta notevolmente.

Emergono inoltre le divisioni dei compiti: le donne solitamente devono scappare e gli uomini invece devono andare al fronte.

Attualità

La guerra in Ucraina ha risvegliato le coscienze latenti degli europei, ha risvegliato le paure e soprattutto i timori.

Gli stupri in Ucraina stanno devastando intere famiglie, separate dalla guerra.

Ultimamente gli occhi dell’Occidente hanno dovuto assistere anche a stupri durati giorni e siamo rimasti inermi di fronte a tutto ciò.

Stupri e storie

Gli stupri degli anni Novanta nella ex Jugoslavia verso donne bosniache musulmane e durante il genocidio in Ruanda sono passati alla storia tramite i tribunali speciali istituiti in seguito ai fatti atroci che per anni hanno insanguinato la storia.

Furono proprio questi tribunali, nati all’Aia, in Olanda, a riconoscere lo stupro come atto di tortura e crimine di guerra.

Nel 2008, inoltre, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha approvato una risoluzione che condanna esplicitamente lo stupro come arma di guerra.

Inoltre, afferma anche che la violenza sessuale in tutte le sue forme rientra nei crimini contro il rispetto dell’umanità unanime.

Non ci sono differenze

Gli stupri, però, sono sempre più frequenti, anche nelle nostre città.

Si deve dunque comprendere che la violenza verso le donne sia uguale in tutti i paesi.

Non c’è un paese in cui la violenza sia più inaudita rispetto a un altro.

Mentre in un paese democratico le istituzioni possono comunque intervenire a favore del soggetto in questione, nei paesi in guerra non c’è alcun istituto che possa intervenire poiché il nemico distrugge tutto, qualsiasi elemento.

Altri casi

Non dobbiamo dimenticarci delle donne yazide ridotte a schiavi sessuali da parte dello stato islamico nel 2014, alle trecento studentesse nigeriane rapite da Boko Haram.

Nadia Murad, una delle cinquemila donne che sono state stuprate dall’ISIS, vincitrice nel 2018 del premio nobel per la pace, ha raccontato come gli jihadisti hanno ucciso sua madre e i suoi fratelli prima di venderla come schiava al mercato di Mosul.

Culture

In alcune culture, lo stupro diventa arma di guerra poiché le donne stuprate non potranno essere più stuprate, il loro corpo non avrà riscatto, sarà solamente martoriato dalle ferite.

Rimarranno dunque sole ed emarginate dalla società intera, alcune delle vittime poi, sono ancora poco più che bambine e sono costrette a crescere da sole figli non voluti, figli di una violenza e di guerra che lascerà per sempre segni tangibili.

La comunità internazionale ha il dovere di fare luce sugli stupri commessi dunque in qualsiasi parte del mondo, i tribunali speciali assieme a tutta la comunità possono e devono dunque svelare fatti che altrimenti rimarrebbero celati tra le macerie di un corpo che ha perso forma e che forse non la recupererà mai più.

Gli uomini che non hanno pietà

Il lato più osceno di queste vicende storiche è che gli uomini non provano pietà alcuna verso persone e donne che potrebbero essere le loro madri, sorelle, zie, cugine.

La violenza offusca i pensieri e il ragionamento umano, non vi è scampo alcuno, è come un gioco da cui non si può scappare e inevitabilmente si finisce per essere i principali protagonisti.

Ci sarà mai una fine a tutto ciò?


Fonti

corriere.it

repubblica.it

Credits

copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Un commento su “Lo stupro di guerra: da quando e perché?”