Senza dimora

Senza dimora: un fenomeno all’apparenza distante

Ci sono delle problematiche che sembrano lontane da noi, dal nostro modo di vivere e dalla nostra esperienza quotidiana. Sembrano problemi relegati a un altro contesto sociale. Ma è davvero così? Vedendo una persona senza dimora, che ci chiede l’elemosina per strada, possiamo rimanere indifferenti? Possiamo fare finta di nulla, pensando che non ci riguardi?  

Purtroppo però il fenomeno dei senza dimora non è distante da noi, non è relegato a contesti particolari. Ne possiamo, al contrario, fare esperienza diretta ogni giorno. Si tratta di una vera e propria emergenza, di una strage invisibile. Questo aggettivo, “invisibile”, è appropriato proprio perché spesso si cerca di minimizzare il problema, etichettando i senza dimora semplicemente come persone che non hanno voglia di lavorare, da cui stare lontani.  

Tuttavia, le problematiche che portano una persona a vivere per strada non sono semplici da delineare e possono riguardare diversi fattori. Sicuramente, si tratta sempre di condizioni di vita tragiche e drammatiche, che meriterebbero attenzione e cura.

senza dimora  

Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora

La Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, che agisce tramite opere di solidarietà in questo ambito, realizza delle accurate statistiche. A questo riguardo, sono state redatte delle statistiche chiare e precise, che delineano un quadro drammatico per quanto riguarda la situazione italiana. 

L’emarginazione delle persone senza dimora è un fenomeno molto diffuso, in Italia come all’estero. È sempre più necessario sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questo argomento. L’attivismo della Federazione per le Persone Senza Dimora si occupa della divulgazione di informazioni e dell’implementazione dei servizi di accoglienza. Tutto ciò al fine di accompagnare gli individui verso un percorso di riacquisizione dei propri diritti fondamentali.  

È necessario individuare le diverse tipologie di persone senza dimora, prendendole in carico e aiutandole a integrarsi nella società. Nello specifico, è molto importante che queste persone siano inserite nel contesto lavorativo, al fine di raggiungere una propria indipendenza economica.  

Ma chi sono i senza dimora? 

Analizzando le statistiche, la maggior parte dei senza dimora deceduti tragicamente sono uomini. L’età media è all’incirca di 49 anni. Inoltre, è importante notare come il 65 per cento di essi siano stranieri. Si tratta di persone che non sono riuscite a integrarsi nel contesto sociale di arrivo. 

Chi si ritrova in una situazione talmente tragica può appartenere a diversi strati sociali. Inoltre, ci sono diverse dinamiche scatenanti. La maggior parte dei senza dimora sono persone anziane, che non riescono a sostenersi in modo autonomo. Inoltre, non hanno una famiglia che possa sostenerli. In un’altra categoria di persone, che si trovano senza un tetto sulla testa, si ritrovano individui che stanno attraversando una fase difficile. Essa è dovuta principalmente a problemi con la legge oppure a dipendenze da alcol o da droga.  

Un discorso diverso si potrebbe fare per i senza dimora stranieri, che non sono in possesso di un permesso di soggiorno valido. Ciò non permette loro un concreto inserimento nella società, costringendoli a vivere per strada. Un’altra categoria a rischio è rappresentata dai minori stranieri non accompagnati, che spesso emigrano in modo illegale, senza l’accordo dei propri genitori. In questo caso, la legge italiana cerca di tutelarli, garantendo loro una sistemazione e il permesso di soggiorno. Tuttavia, si tratta spesso di ragazzi adolescenti che, una volta compiuti i 18 anni, perdono qualsiasi tipo di diritto acquisito da minori. Si trovano cosi in difficoltà nell’inserimento sociale.  

Una strage invisibile

Per tutte queste categorie di persone, la vita in strada si prospetta come un’esperienza senza dubbio pericolosa. Spesso si tende, infatti, a pensare che i mesi maggiormente difficili per chi vive per strada siano quelli invernali. Le basse temperature sono estremamente insidiose, specialmente nelle ore notturne. Pensare che una persona possa dormire, sotto pochi e vecchi strati di coperte, in pieno inverno, è straziante. Tuttavia, si tratta della tragica normalità per moltissime persone, che dormono con pochissimo riparo tutto l’anno.  

Le morti dei senza dimora sono tante, troppe. Inoltre, è importante ribadire come non siano isolate al periodo invernale, arrivando a interessare tutti i periodi dell’anno. È stato calcolato che, in media, muoia una persona al giorno in queste condizioni. In Italia, i senza dimora morti nel corso del 2021 sono stati 246. Nella maggioranza dei casi, la mancanza di una sistemazione porta le persone a perdere i propri diritti e la propria “dignità” sociale. Chi non riesce a sostenersi economicamente è giudicato come una persona da evitare, di cui dimenticarsi. L’indifferenza, in questi casi, è un’arma letale.  

Ciò porta le persone verso istinti suicidi, poiché non si riesce a concepire una via di fuga. Si richiede quindi un gesto di solidarietà, dalle persone come dalle istituzioni. Quando ciò non avviene, ci si sente impotenti, invisibili, “inutili”. Ecco perché il fenomeno dei senza dimora è correlato spesso a episodi di violenza, che diviene l’unico mezzo per uscire dall’indifferenza generale.  

Un fenomeno di indifferenza generale

Spesso, specialmente nelle grandi città, si è soliti vedere mendicanti e persone “senza tetto”. Si vedono le loro coperte, i loro rifugi improvvisati. Si vedono queste persone che chiedono un aiuto e che, nella maggior parte dei casi, non ricevono alcuna risposta. L’indifferenza generale è l’arma maggiormente diffusa e pericolosa. Essa non permette a questa categoria di persone di rialzarsi, di trovare un aiuto che potrebbe veramente fare la differenza.  

Ci si potrebbe chiedere: ma quindi cosa si può fare? La risposta a questa domanda non è univoca. Sicuramente, è importante rendersi conto della portata del fenomeno, che non deve essere sottovalutato poiché interessa una grande fetta di popolazione mondiale.  

La povertà estrema dilaga in maniera impressionante e ciò deve essere compreso, in primo luogo, dalle istituzioni. È importante implementare servizi di aiuto e di accompagnamento, come le mense, i centri di accoglienza, i servizi sanitari, i percorsi di supporto psicologico. Questi ultimi risultano fondamentali, al fine di comprendere il disagio psicologico che accompagna spesso un’esperienza del genere.  

Avere un posto in cui tornare, un pasto caldo, una famiglia e degli amici su cui contare, un impiego: si tratta di diritti (o privilegi) che diamo quasi per scontato. Tuttavia, pur vivendo in una società avanzata e sviluppata come la nostra, non sono alla portata di tutti.  


Fonti: 

fiopsd.org

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