Gli episodi
La notte di Capodanno si è assistito a una serie di violenze di gruppo a cielo aperto e riprese dalle telecamere. Vi ricorderete, probabilmente, di questi episodi poiché avvenuti precisamente a Milano la notte che ha portato all’anno nuovo. In quella serata è successo qualcosa di veramente grave e a dir poco sorprendente: gli episodi di violenza e molestia hanno coinvolto una dozzina di vittime.
A testimonianza di tutto ciò vi sarà capitato di vedere il video dove due ragazze tedesche in piazza Duomo venivano prima accerchiate da un branco di ragazzi e poi, come testimoniato, palpeggiate e molestate in mezzo alla folla.
Le indagini in merito sono ancora in corso e i presunti colpevoli sembrano salire sempre più di numero. Questo perché, appunto, le violenze avvenute sono state diverse, in episodi dislocati tra loro. Infatti, si sono riscontrate, oltre al caso citato sopra, violenze nei confronti di un gruppo di cinque amiche: due studentesse e altre due coetanee, sempre nella città di Milano. La polizia continua a indagare, e nel frattempo le ragazze, ancora turbate e spiazzate dall’accaduto, sono state ascoltate dai giudici.
I fatti descritti fanno sicuramente rabbrividire, soprattutto per il momento in cui sono avvenuti: la sera di Capodanno, in una Piazza Duomo gremita di gente nonostante le restrizioni Covid, circondata anche da forze di Polizia.
Violenze: i numeri
Come dimostra la ricerca fatta dall’Osservatorio diritti umani, le violenze di gruppo sono state ben diciannove nel corso del 2021 nel nostro Paese. Dato aumentato del 19% rispetto al 2020. Un aumento che fa pensare e allo stesso tempo preoccupare. E non bisogna trascurare il fatto che il numero può essere ancora maggiore visto il problema che, come purtroppo spesso capita, lo stupro o la violenza non vengono denunciati.
Violenze: i motivi
Il punto è chiedersi il perché di questo aumento. Cosa sta succedendo?
Proviamo a dare qualche risposta aiutandoci con l’intervista rilasciata nel 2016, e ancora molto attuale, dalla dottoressa Alessandra Graziottin. Sono varie le motivazioni degli stupri di gruppo in sé e del loro aumento.
Tra le varie cause troviamo sicuramente il cambiamento dell’approccio alla sessualità. Cambiamento che ha comportato un minor controllo degli impulsi, soprattutto sessuali, i quali sono diventanti più aggressivi. Impulsi e cattiveria che scattano maggiormente quando si viene rifiutati o si rimedia un “no”. Per alcuni aggressori, al momento del rifiuto, si innesca una sorta di meccanismo che li porta a voler ottenere a tutti i costi ciò che desiderano. La vittima mi ha rifiutato, io non lo accetto e cerco di ottenere quello che voglio, anche con la forza e la violenza. Questo il concetto ridotto ai minimi termini.
A incidere sui comportamenti molesti e violenti c’è sicuramente l’iperstimolazione sessuale, dovuta al fatto che il sesso è ormai ovunque, e su internet i ragazzi trovano letteralmente qualsiasi cosa, quando e come vogliono. Vi è una sorta di pubblicizzazione della sfera sessuale, grazie anche al ruolo della pornografia, che può portare i giovani a pensare al sesso come qualcosa di automatico, dovuto e sempre consenziente.
Osserviamo anche il fenomeno del branco. Il gruppo, composto da un numero ristretto o meno d’individui, è l’organismo all’interno del quale ci si esalta a vicenda. Per i ragazzi farne parte è sentirsi invincibili, sicuri. E se oltre all’esaltazione “sobria” si aggiunge quella derivante dal consumo di alcool e magari anche droghe, ecco che l’irrazionalità e gli istinti primordiali fanno da padroni.
Da non sottovalutare è anche la percezione della figura femminile da parte dei ragazzi, degli uomini. La donna è ridotta in moltissime occasioni puramente al piacere sessuale, al servizio delle volontà maschili. Si parla in questo caso di deumanizzazione femminile. Manca quindi un atteggiamento di rispetto e parità nei confronti del mondo femminile da parte di quello maschile. È dunque necessaria un’educazione che si indirizzi a questo, al rispetto e alla parità in primis delle donne, che si focalizzi su sessualità e consenso, sui sentimenti e l’altro.
Analisi
I fatti accaduti nella notte di Capodanno non possono passare inosservati. Essi devono essere analizzati soprattutto dal punto vista sociale e psicologico per cercare di determinare quali sono effettivamente le cause strutturali dell’aumento del numero delle violenze di gruppo.
E, ovviamente, la giustizia deve fare il suo corso anche in funzione lungimirante, per salvaguardare le vittime e la figura femminile nel suo complesso. Perché troppo spesso il dibattito sulle violenze sessuali cade nel meschino gioco del “se la sono cercata”, e una società civile non può permettersi di abbassarsi a tali argomenti.
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