Quando è il patrimonio culturale a salvarci

Il patrimonio culturale, che stagna nelle nostre librerie, aleggia nelle biblioteche e agli angoli delle città, può salvarci.

Definizione

Il termine cultura deriva dal latino colere, che significa coltivare. La definizione stessa di cultura è molto ampia, poiché fa pensare alla coltivazione, a qualcosa da curare ogni giorno.

Però la cultura non è solo ciò che si acquisisce attraverso un metodo scolastico o personale, ma è anche l’elaborazione stessa di quanto si è appreso: le nozioni vanno a costituire e modificare ogni singola particella della personalità.

Sin dai tempi antichi

Partendo dall’antico Egitto per proseguire in Grecia e arrivare ai giorni nostri, la cultura è sempre stata un’ancora di salvezza: aiuta l’uomo a uscire dal caos.

Cultura e benessere

La connessione tra cultura e benessere è al centro delle ricerche dei sociologi di tutto il mondo. Il settimanale britannico «The Economist» ha condotto una ricerca al riguardo.

È emerso che la cultura ha la capacità di regalare un senso di soddisfazione mentale che non ha eguali, producendo effetti positivi sulla psiche.

Perciò l’arte, la storia, la semplice lettura di un libro causano appagamento nell’individuo, che aumenta con l’avanzare dell’età.

Crisi sociale e cultura

Nei momenti di crisi sociale ed economica, l’ancora di salvezza è la cultura. Il patrimonio culturale, infatti, rafforza le comunità: la propensione al mondo dei libri e del sapere in generale parte dalle istituzioni e dalla libreria di casa. Quello che unisce è riuscire a superare gli stereotipi e creare una rete sociale forte; la paura dell’altro e dell’avvenire non fanno altro che spezzare gli equilibri.

La diffusione della passione per la lettura o di un semplice confronto deve partire dai luoghi della società più poveri, dove si annidano le problematiche e le convinzioni maggiormente difficili da sradicare.

Patrimonio culturale e tecnologia

Nei secoli il concetto di cultura è radicalmente cambiato, l’umanità ha affrontato periodi di grandi scoperte e tra questi rientrano quelle degli ultimi anni, soprattutto in campo medico.

Dunque, la diffusione del patrimonio culturale è un obiettivo di molti Paesi del mondo, anche di quelli in via di sviluppo.

La tecnologia, però, a volte può rappresentare un’atrofia a livello mentale, poiché è uno strumento che deve essere utilizzato con attenzione e disciplina.

Infatti, negli ultimi anni, si è diffusa sempre più la percezione del fatto che non serva studiare, basta un touch.

Come affermano molti sociologi, non si deve cadere nel tecnocratismo, ossia la funzione più tecnica della tecnologia: la cultura è qualcosa di più.

L’assimilazione stessa dei concetti da parte della memoria cerebrale aiuta il patrimonio culturale, è necessario studiare e applicarsi, ma non è tutto. Avere un bagaglio culturale significa aver sviluppato nel corso della crescita intellettuale un pensiero critico, capace di discernere ciò che ci circonda. Il pericolo più grande che intercorre tra tecnologia e cultura è quello dell’omologazione, l’essere tutti uguali crea pensieri uguali, non allarga le prospettive a 360 gradi.

Consumatore e cultura

Il bagaglio culturale ha subito delle modifiche, in particolare negli anni Settanta e Ottanta, ossia con l’affermarsi del capitalismo: il modello del cittadino è stato visto come un soggetto atto a consumare. Il sistema vede l’uomo come un semplice cittadino, libero nella società dei consumi. Ci si deve però ricordare che l’uomo non è solo questo, ma è anche uno scrittore, colui che ha scoperto la gravità terrestre e scritto opere che resistono ancora oggi all’oblio del tempo.
Quindi la cultura è l’unico dispositivo in grado di resistere alla società dei consumi, alla violenza verbale e fisica.

Caratteristiche culturali

Le principali caratteristiche che assecondano la nostra anima sono la conoscenza delle lingue e il loro uso, l’approccio con i diversi abiti e i modi di essere dei vari popoli, la lettura di un fumetto, le religioni, le arti e i mestieri.

Oggi gli enti che proteggono tutto ciò, come l’UNESCO, sono molti. Non molto tempo fa, infatti, si usava distruggere aree archeologiche, libri. Non si deve perciò scordare che anche il semplice appunto preso su un foglio può migliorare i punti di vista delle persone.

Cultura e prezzo

Spesso l’uomo tende a chiedersi quale sia il prezzo che si possa dare a un libro o a un quadro. Non è semplice formulare una risposta: la società capitalistica in primis dovrebbe abbattere questo limite e cambiare di conseguenza il sistema in cui viviamo. Solo allora si potrà dire che la cultura non ha un prezzo.

 

Fonti:

treccani.it

panorama.it

fondazionecariplo.it

pensareoltre.org

fascinointellettuali.com


Credits:

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