Sfruttamento del lavoro minorile: i dati oggi

Il lavoro minorile sfrutta l’incoscienza dei minori che cercano di guadagnarsi da vivere.

Questo fenomeno toglie la libertà a coloro che sono troppo piccoli per difendersi.

Le circostanze in cui si sviluppano questi sfruttamenti sono contesti di povertà, ignoranza e indifferenza.

La definizione di lavoro minorile

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il lavoro minorile è definito come l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico.

Quindi ci sono varie forme di sfruttamento e di abuso causate da povertà, dalla mancata possibilità di educazione, situazioni politiche ed economiche in cui i diritti dei minori non vengono rispettati.

Alcuni dati

Secondo le ultime stime dell’ILO, sono ancora 152 milioni i bambini e gli adolescenti (64 milioni sono bambine e 88 milioni i bambini) vittime di lavoro minorile.

Oltretutto, molti di questi minori vivono in condizioni di guerre, lottano per la sopravvivenza stessa.

Convenzioni

Porre fine al lavoro minorile è possibile, e necessario, e le Convenzioni dell’ILO rappresentano strumenti giuridici a tutela dei minori.

Quindi si chiedono ai governi degli interventi pragmatici e mirati per l’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e la proibizione delle sue forme peggiori. La Convenzione dell’ILO n. 182 del 1999 sulle peggiori forme di lavoro minorile afferma la necessità e l’urgenza di adottare delle strategie di azione per eliminare, con priorità assoluta, le peggiori forme di lavoro minorile.

Dunque, è necessario non perdere di vista l’obiettivo di eliminare tutte le forme di lavoro minorile nel mondo.

Sono molti i paesi che hanno espresso la loro volontà di impegnarsi per annientare le peggiori forme di sfruttamento.

Inoltre, l’ILO lavora coi governi e le organizzazioni dei datori di lavoro e dei sindacati.

In Italia

Dal Nord al Sud, il lavoro minorile si diffonde proprio come un virus, per debellarlo sono necessarie forze politiche.

La percentuale maggiore di coloro che sono sfruttati e percepiscono abusi si riferisce a colore che hanno meno di 18 anni.

Al Nord si registra un incremento maggiore nelle fabbriche tessili ed in particolare in Toscana; mentre al Sud la percentuale aumenta nella stagione estiva, nei campi in cui si coltivano ortaggi e frutta.

I minori spesso sono isolati dalla società nei campi lager, sono vittime di abusi da parte di ragazzi più grandi.

Sono quindi i dimenticati da tutti, quelli che muoiono sotto al sole nelle giornate più cocenti.

I prezzi della manodopera sono molto bassi e le istituzioni spesso sono assenti.

Tra le peggiori forme di lavoro minorile, coloro che subiscono più abusi sono le bambine, bambine schiave per l’appunto.

Nel resto del mondo

Solamente nella città di Dakar c’è un incremento vertiginoso, con circa 8000 bambini che ogni giorno vivono come mendicanti.

Dal 2002 si è verificato in America Latina e Caraibi, una diminuzione del 26% di minori impiegati in lavori pericolosi.

Progressi più lenti invece si registrano in Africa Subsahariana e in Asia, dove ci sono 44 milioni di bambini sfruttati.

Obiettivi da raggiungere

Affrontare il problema del lavoro minorile è di fondamentale importanza anche ai fini del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ossia l’eliminazione della povertà estrema ed il raggiungimento dell’istruzione primaria universale.

Secondo l’UNICEF molti bambini lavorano a contatto con sostanze chimiche pericolose: “è il caso dei bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe, o che fabbricano bracciali di vetro in India”.

Altri raccolgono rifiuti di strada o vendono cibo e bevande.

Coloro che fuggono

Inoltre, le migrazioni sempre più intense e frequenti spingono i minori non accompagnati a scappare, attraversando il Mar Mediterraneo.

Molti vengono protetti nei centri di accoglienza, ma l’affidamento di essi non è semplice.

Alcuni vanno in adozione, altri riescono a scappare dai centri di accoglienza che si rivelano a loro volta dei lager, è come un circolo vizioso.

Combattere la povertà significa quindi partire dai casi più tragici.

L’integrazione deve cominciare da qui, poiché sono gli emarginati quelli che più di tutti rischiano di essere sfruttati.

Pandemia e minori

La pandemia ha aggravato le situazioni economiche di molti paesi. Anche in Italia si è registrato un incremento notevole.

La povertà è infatti aumentata e le famiglie non riescono a garantire il sostentamento.

Si mandano perciò i minori a rubare o elemosinare qualche soldo.

Non c’è limite a tutto ciò, solo con la volontà di tutti si potrà debellare questo fenomeno.

 

Fonti:

ilo.org

unicef.it


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