Storia del Pride: 50 anni di lotte

“Say it clear, say it loud. Gay is good, gay is proud.”

(Slogan utilizzato durante i moti di Stonewall; l′anno dopo si celebrerà il primo Gay Pride.)

Sono passati 51 anni dai moti di Stonewall, anni pieni di lotte e tanti traguardi. In molte parti del mondo si festeggia la colorata manifestazione del Pride, ogni anno nel mese di Giugno, a dimostrazione del fatto che la rivolta di Stonewall ha profondamente cambiato la storia dei diritti civili e della comunità LGBTQ+.

Il Primo Pride

Un anno dopo i moti di Stonewall, il 28 giugno del 1970, 50 anni fa, fu organizzato a New York il primissimo Gay Pride della Storia. Inizialmente chiamata con il nome di Christopher Street Liberation Day March, fu una marcia gloriosa, ricca di orgoglio e di forza. Tutti erano vestiti con colori sgargianti e in modo talvolta considerato anche stravagante, nessuno doveva più vergognarsi di apparire “strano” o “diverso”, nessuno doveva più avere paura.

Ed è proprio questo che scaturì dalla rivolta dell’anno precedente: da quella notte fu ben chiara la differenza tra le associazioni omofile, volte a cercare di integrare le persone appartenenti alla comunità LGBT all’interno della società senza apportarle dei cambiamenti, e ciò che invece si è voluto dimostrare con i moti di Stonewall: tutti hanno il diritto di rivendicare i propri diritti. Per far sì che accadesse però era necessario un cambiamento della società, bisognava renderla più aperta: è questo l’obiettivo che oggi si porta avanti con il Pride.

Perché ancora oggi si festeggia il Gay Pride? E perché andare?

Non è una manifestazione volta a garantire i diritti delle persone gay, ma anche delle persone transessuali e intersessuali. È una manifestazione per la società intera, non solo per la nostra. Oggi si sta muovendo qualcosa: in Italia ad esempio sono riconosciute le unioni civili, ma una cosa è la legge, l’altra è il riconoscimento da parte della società. E se alcuni stati sono riusciti a inglobare nel proprio ordinamento leggi a tutela dei diritti della comunità LGBTQ+, è anche vero che altrettanti ancora oggi non li riconoscono legali (può l’amore essere illegale?).

Perché andare al Pride?

GaylyPlanet ha stilato 8 punti che riassumono l’essenza del Pride, eccone alcuni:

  1. Per sentirsi in famiglia: l’aria solidale che si respira al Pride è unica nel suo genere. Non troverete da nessun’altra parte un’atmosfera del genere!
  2. Per far rivivere le lotte: anni di lotte hanno portato il mondo ad essere quello che è oggi, ma si può ancora fare molto e questa manifestazione, che si tiene in tutte le parti del mondo, è la prova che i moti di Stonewall non sono stati invano.
  3. Ultimo punto della lista e, secondo noi, il più importante: essere Voi stessi! Qualunque sia il tuo orientamento sessuale, in qualunque modo tu ti senta, al Pride nessuno è lì per giudicarti e dirti che sei sbagliato e anzi, questo è proprio il momento adatto per poter lottare per i diritti di tutte le persone e di tutte le identità di genere.

Perché “Pride”?

Il termine, in italiano, si riferisce oggi a due principali concetti:

  • Il concetto di “Pride Parade” – come già detto si riferisce alla parata per ricordare i moti di Stonewall
  • Fierezza gay – ovvero essere fieri e orgogliosi di ciò che si è, senza provare vergogna per essere diversi (sia per quanto riguarda l’orientamento sessuale, sia per l’identità di genere).

I Simboli del Pride

  • Il Triangolo Rosa:

Per capirne le origini dobbiamo risalire fino all’Olocausto, dove questo veniva utilizzato per indicare gli omosessuali all’interno dei campi di concentramento. Le stime riportano almeno 100.000 persone omosessuali uccise durante il nazismo; vi erano numerose pene, la peggiore era la morte, ma molti vennero anche costretti a sottoporsi ad esperimenti, trattati come vere e proprie cavie umane per testare dei “trattamenti riparativi”.

Negli anni ’70 il triangolo rosa è poi divenuto simbolo della lotta e si iniziò ad usarlo durante le manifestazioni. Inizialmente ci furono critiche, si riteneva offensivo il simbolo nei confronti di tutte le persone morte durante l’Olocausto. Solo negli anni ’90 il simbolo divenne parte effettiva della comunità LGBT.

L’AIDS in quegli anni stava causando numerosi morti e i governi non sembravano prendere posizione, cresceva l’idea di una “omofobia istituzionale”. Molti politici parlavano dell’AIDS come un dono che avrebbe potuto salvare il mondo dai gay.

Nel 1987 l’associazione ACT UP, in seguito alle durissime parole del giornalista Buckley che sostenne l’idea di tatuare tutte le persone omosessuali per poter proteggere le persone e gli altri omosessuali dal contagio, decise di utilizzare il triangolo rosa capovolto come logo della lotta.

  • La bandiera arcobaleno:

Spesso si tende a far confusione tra la bandiera gay e quella della pace, diverse sia per ordine dei colori, sia per numero. La prima prevede infatti il rosso in alto e sei colori, mentre la bandiera della pace è speculare alla prima avendo quindi il rosso in basso e sette colori.

La bandiera però non è sempre stata così: nasce con ben otto colori!

Rosa: sessualità

Rosso: Vita

Arancione: Salute

Giallo: Sole

Verde: natura

Turchese: magia

Blu: serenità

Viola: Spirito

Ad oggi la bandiera non ha i colori turchese e rosa. Il rosa fu eliminato perché era difficile reperirne la stoffa e, viste le numerose richieste, si eliminò. Il turchese invece fu tolto dalla bandiera poiché quando era appesa verticalmente alcuni colori venivano coperti e quindi si optò per rendere la bandiera pari, eliminando anche il turchese.

Perché festeggiare ancora il Pride?

Spesso ci si chiede se ci sia davvero la necessità di festeggiare ancora la Parata, soprattutto in stati che ormai hanno superato la questione e sono diventati più aperti.

Il motivo per festeggiarlo? L’orgoglio! (daltronde, il nome per intero sarebbe proprio “Parata dellOrgoglio“). L’orgoglio di poter affermare e mostrare di poter vivere liberamente in un paese che rispetta i diritti civili e mostrare come non solo le istituzioni si stiano aprendo, ma anche le società siano aperte (ripetiamo: purtroppo non tutte!).

Ci sono paesi dove le persone considerate diverse vengono torturate, a volte uccise e per questo la manifestazione deve essere portata avanti. Non lo facciamo solo per noi, ma per tutte le persone che ancora oggi si trovano a dover vivere in condizioni di insicurezza, che hanno paura a condividere l’amore per strada, a cui non vengono riconosciuti diritti, e tutti i giorni si battono per far sì che un giorno questo accada. Merita di essere portata avanti.


FONTI:

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