UNICEF: aumentano i suicidi tra i giovani

L’UNICEF, in occasione della giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, ha scelto di diffondere dei dati allarmanti che concernono una situazione delicata. Nel mondo, infatti, sono quasi 46.000 gli adolescenti che muoiono di suicidio annualmente. Più di uno ogni undici minuti. Viene inoltre sottolineato che la maggior parte delle 800.000 persone che muoiono per suicidio all’anno, sono in realtà giovani e adolescenti.

Nella mia mente

Il rapporto UNICEF in Europa, definito come “La condizione dell’infanzia del mondo: Nella mia mente”, pone in evidenza come il suicidio sia la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 ed i 19 anni, superato solamente dalle morti dovute ad incidenti stradali. Ogni giorno, tre ragazzi pongono fine alla propria vita. All’interno della stessa fascia di età, viene inoltre rivelato che il 19% dei ragazzi europei soffre di problemi relativi alla salute mentale, seguito dal 16% delle ragazze. Ponendo invece l’attenzione sugli adolescenti la cui età varia tra i 10 ed i 19 anni, si scoprirà come circa 9 milioni di questi ultimi convivano con un disturbo mentale. Oltre il 40% dei casi è rappresentato da ansia e depressione, in alcuni dei quali il disagio è tale da lasciare i giovani con la sensazione di non avere ulteriori alternative.

La petizione

Tali dati, particolarmente allarmanti, hanno spinto Unicef Italia a lanciare una petizione volta a mobilitare l’opinione pubblica nel sostenere le iniziative dello stesso ente, rivolte ai ministri competenti in materia. Viene dunque richiesta la protezione e il supporto nei confronti della salute mentale dei giovani, garantendo investimenti e incitando azioni di qualità. L’iniziativa è riuscita a raccogliere oltre 13.000 firme. La salute mentale risulta essere alla base delle capacità umane, dal provare emozioni alla possibilità di lavorare ed istruirsi. Essa è parte integrante del benessere dell’individuo nel suo complesso, come dimostra la definizione del termine salute coniata dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest’ultima, ne esplica dunque il significato come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la semplice assenza di malattia o infermità”.

Cause

Le cause della sofferenza psichica insorgono generalmente durante l’adolescenza e sono spesso il risultato di un mix di fattori esterni ed ambientali, quali la scolarizzazione, l’esposizione alla violenza, la qualità delle relazioni e il ruolo dei genitori. In occasione del 20 novembre 2022, Unicef Italia ha promosso e dedicato la giornata al diritto dei minori di poter vivere le proprie emozioni, nonché al diritto ed alla tutela della propria salute psicofisica.

Covid-19 e la correlazione con un peggioramento della salute psicofisica

Come chiunque ha potuto constatare, l’epidemia da Coronavirus ha avuto dei riscontri negativi non solo dal punto di vista relazionale, economico e sociale. Essa ha peggiorato la situazione generale, senza tralasciare l’aspetto psicologico.

La pandemia da COVID-19 ha evidenziato diversi fattori che hanno messo a rischio la nostra salute mentale: isolamento, tensioni familiari, perdita di reddito

ha dichiarato la Regina Mathilde del Belgio, la quale è intervenuta alla presentazione del Brief all’Unione Europea, a Bruxelles. Ha poi inoltre affermato che

Troppo spesso bambini e giovani portano il peso di tutto questo. Dobbiamo investire sforzi, tempo e impegno per rafforzare e migliorare la nostra salute mentale e i sistemi sociali per garantire a ogni bambino accesso al benessere mentale e un’infanzia felice.

Secondo un sondaggio realizzato da Unicef Italia, il quale ha coinvolto 194 partecipanti, il 41% degli adolescenti afferma di non aver chiesto aiuto nonostante le difficoltà incontrate. A prescindere da angoscia, frustrazione, ansia o depressione, solo l’11% di coloro i quali sono stati intervistati si sono confrontati con i famigliari. Il 22% di questi ultimi, invece, ha preferito rivolgersi ad amici e coetanei.

Le circostanze emerse relative alla volontà di non richiedere supporto sono in particolare legate alla situazione economica famigliare, al senso di isolamento o alla distanza percepita o reale nei confronti degli affetti. I giovani affermano la necessità di voler sentire parlare maggiormente di salute mentale e di problematiche annesse. Nonostante ciò, l’8% non si è rivolto a nessun professionista per timore del giudizio altrui, mentre il 10% ha paura di chiedere aiuto. L’analisi europea indica che la perdita annua di capitale umano derivante dalle condizioni generali di salute mentale, prendendo in considerazione bambini e giovani fino ai 19 anni, è di 50 miliardi di euro.

Ora sappiamo che non agire ha un costo elevato in termini di peso sulle vite umane, sulle famiglie, sulle comunità ed economici. Ci sono inoltre chiari interventi che i governi nazionali delle Istituzioni dell’Unione Europea, le famiglie e le scuole possono intraprendere. Li si deve focalizzare la nostra attenzione 

dichiara Geert Cappelaere, ossia il Rappresentante UNICEF per le Istituzioni dell’Ue.

Progetto #WITHYOU e azioni concrete:

Per rispondere in modo urgente al disagio psicofisico di giovani e adolescenti, UNICEF ha scelto di avviare svariate attività con partner scientifici, ordini professionali e associazioni di settore. Sono stati identificati alcuni interventi prioritari per le istituzioni europee e per i governi nazionali, quali maggiori servizi per la salute mentale e migliori infrastrutture regionali. Nel maggio del 2022, l’UNICEF ha firmato un Protocollo d’intesa con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, volto a contribuire alla tutela della salute mentale.

Il progetto, definito come #WITHYOU, nasce dunque con la funzione di incrementare gli sforzi per prevenire e promuovere il benessere psicosociale degli adolescenti nelle scuole. Condivide inoltre la volontà di fornire informazioni alla società ed al Governo sullo stato di salute dei giovani, incoraggiando investimenti nel settore della prevenzione. Sempre quest’ anno, è stato firmato un ulteriore protocollo d’intesa con Redipsi, ossia la Rete degli psicologi per i diritti umani. Quest’ultima è una realtà associativa nata per valorizzare la ricerca e il dibattito tra la professione psicologica e i diritti umani mediante l’unione con esperti, associazioni ed enti che ne condividono le finalità. Il protocollo intende favorire la cooperazione ed una collaborazione stabile per ampliare le reti coinvolte nella tutela dei diritti dei bambini. Ci si auspica, con i dati alla mano, che in un futuro prossimo vengano implementate soluzioni agibili ed efficaci. Non è più possibile rimandare tali interventi, fondamentali per poter assicurare un maggior benessere nei confronti di chiunque.

 


Fonti:

ansa.it

unicef.it

unicef.it

tg24.sky.it

Credits:

Copertina
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