Energia blu, l’infinita energia che può venire dal mare

Quante volte abbiamo sentito parlare di energia verde, di pannelli fotovoltaici e pale eoliche, e invece poco dell’infinita energia che può derivare dal mare: l’energia blu.

Il problema del riscaldamento globale ha generato un dibattito intenso sulle forme energetiche che l’uomo utilizza per le proprie attività, da quelle economiche a quelle di tutti i giorni, inquinanti o rinnovabili.

“Pensate al movimento delle onde, al flusso e riflusso, all’andirivieni delle maree. Che cos’è l’oceano? Una enorme forza perduta. Come è stupida la terra a non valersi dell’oceano” Victor Hugo, Novantatrè, (1874), VII, 5

L’energia blu

Principalmente l’energia blu consiste nel ricavare una fonte di energia rinnovabile per sfruttare il movimento delle maree e il moto ondoso; questa potenzialmente rappresenta una fonte di energia illimitata.

Il 75% delle emissioni di gas a effetto serra in Europa è dovuta alle emissioni energetiche. Verso la transizione di neutralità climatica, l’energia blu assume un ruolo importante, al pari di altre fonti di energie rinnovabili e dell’efficientamento energetico.

Se consideriamo che quasi la metà della popolazione europea vive sulle coste, è fondamentale trovare delle soluzioni tecnologiche e ambientali che non impattino ulteriormente e negativamente i luoghi in cui viviamo.

L’esempio della Bretagna

La regione francese della Bretagna rappresenta un esempio virtuoso nell’Europa intera, tanto che si potrebbe parlare di una vera e propria rivoluzione energetica. Infatti sono molti e notevolissimi gli impianti basati sull’energia blu sulle coste bretoni.

Già nel 1966 venne installato e inaugurato il primo sito per la produzione di energie dalle maree, uno dei più grandi, superato soltanto dall’impianto Sud Coreano nel lago di Sihwa nel 2011. Consideriamo inoltre che questa tipologia di impianti è efficiente dal punto di visto energetico, dato che  potrebbero alimentare da soli grandi centri regionali come Rennes o intere zone di rilevante importanza economico regionale come la penisola di Quiberon.

A maggior ragione questi nuovi poli energetici risultano importantissimi considerando che molte comunità della Bretagna sono costrette a importare energia elettrica dalla centrale nucleare di Flamanville e dalla centrale termica a carbone di Cordemais.

L’isola di Ouessant

Se nella penisola francese si sta agendo concretamente nello sfruttare l’energia blu, tanto da farla diventare un punto di riferimento per l’intera Europa, anche la piccola isola di Ouessant, lontano dalle coste francesi e dalla rete elettrica del continente, ha puntato a una completa riconversione verso le energie rinnovabili per diventare indipendente dalla costosa importazione di gasolio dal continente.

Nel 2019 è stato installato in via sperimentale un dispositivo, chiamato D10 e collocato a 55 metri di profondità, che trasforma l’energia delle forti correnti in energia elettrica inviata successivamente verso l’isola tramite un cavo sottomarino.

Se il prototipo dovesse passare la fase sperimentale, e quindi successivamente commercializzato, numerose persone potrebbero usufruire dell’energia prodotta dal mare sull’intero continente Europeo.

L’EMEC

L’Europa fin dal 2003 ha costituito l’EMEC nel nord della Scozia, il centro europeo per l’energia marina, dove tecnici e scienziati testano numerosi prototipi riguardanti il suo sfruttamento.

Nelle isole Orcadi, dove le condizioni del mare sono spesso difficili, sono state fissate delle turbine sotto una nave riducendo così i costi di manutenzione. Se il modello dovesse funzionare in queste zone tempestose, potrebbe essere potenzialmente riproposto in altri luoghi del mondo.

Le potenzialità

Una stima dell’Ocean Energy Europe (OEE) prevede che circa il 10% della popolazione europea potrebbe usufruire dell’energia prodotta dall’Oceano.

L’Europa inoltre non si è fermata qui: la Commissione ha investito 300 milioni di euro negli ultimi 10 anni per lo sviluppo di questo settore, tanto che le imprese europee sono diventate leader mondiali del settore.

Spetta ora ai singoli governi creare politiche di sviluppo a lungo termine. Questa fonte di energia combatte gli effetti dei cambiamenti climatici e creerebbe delle dinamiche economiche positive e virtuose per i singoli paesi oltre che per l’intero continente.


Fonti:

altreconomia

Euronews

ec.europa.eu

Credits:

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