I prigionieri di guerra

I prigionieri di guerra sono un obiettivo molto ambito. Fin dall’antichità infatti si sono registrati numerosi casi di uomini e donne che sono diventati bottini, sono stati deturpati del proprio corpo, la violenza però non è solo fisica ma anche psicologica. Uomini e donne privati della libertà per violenza di altre persone che li opprimono con prepotenza ed egoismo, caratteristiche del genere umano.

Seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti italiani sono stati fatti prigionieri di guerra dalle Forze Alleate e nel 1943 dai Tedeschi.

Successivamente, vennero portati in Germania in cui, per sottrarli alle tutele poste dalla Convenzione di Ginevra, vennero classificati non come prigionieri di guerra ma come IMI: internati militari internazionali.

Convenzione di Ginevra

La Convenzione di Ginevra riguarda la protezione delle vittime di guerra.

L’atto finale della Convenzione riguarda l’anno 1949 e si basa sul miglioramento delle sorti dei feriti e dei malati degli eserciti in campagna.

Inoltre si occupa anche della sorte dei feriti, e della protezione dei civili in tempo di guerra.

Lungo la storia

Nel corso della storia, dunque, parlando di prigionieri di guerra, possiamo ricordare le guerre Puniche, combattute dai Romani contro i Cartaginesi.

Le guerre Puniche furono 3 ed ebbero origine in Sicilia, a partire dai Marittimi, truppe mercenarie che avevano occupato la città di Messina.

Poiché si trovavano in lotta con la potente Siracusa, chiesero l’aiuto dei Cartaginesi che collocarono in città un loro presidio.

Anche in questa guerra, furono fatti numerosi prigionieri e molte città furono distrutte dalla potenza dell’uomo.

Il caso delle Fosse Ardeatine

Un altro caso storico sono le Fosse Ardeatine che in origine facevano parte del complesso sistema di catacombe cristiane e vennero scelte per occultare i corpi delle vittime.

La storia però comincia con il 23 Marzo 1944: i partigiani italiani fecero esplodere un ordigno a Roma, in Via Rasella, proprio mentre passava una colonna di militari tedeschi.

I partigiani riuscirono a scappare ma il Comandante della Polizia e dei Servizi di Sicurezza tedeschi a Roma e altri comandanti neri decisero che l’azione di rappresaglia consistesse nella fucilazione di dieci italiani per ogni poliziotto tedesco ucciso nell’azione partigiana.

Inoltre, decisero che le vittime venissero selezionate tra i condannati a morte detenuti nelle prigioni gestite dai servizi di Sicurezza e dai Servizi segreti.

I prigionieri furono quindi condotti all’interno delle grotte, con le mani legate dietro la schiena.

Infine, per far scomparire i corpi e non dare loro quindi una sepoltura furono buttati nelle fosse.

Oggi il luogo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è alla periferia di Roma ed è monumento nazionale.

Questo è un chiaro esempio della cattiveria immonda che un uomo può avere nei confronti di altri esseri umani.

RDC e Belgio

In RDC, ossia Repubblica Democratica del Congo, durante l’epoca della colonizzazione, i belgi e prima i portoghesi hanno effettuato drammatiche azioni di detenzione di persone.

Gli abitanti dell’odierna RDC, ai tempi i pigmei, furono imprigionati in gran numero, estradati e condotti lontano dai loro villaggi e dalle loro tribù.

Questa tattica fu instaurata per indebolire gli indigeni, per metterli uno contro l’altro e produrre genocidi come ad esempio quello che avvenne tra gli Hutu e i Tutsi.

I Tutsi, erano più “simili” agli europei, ovvero leggermente più alti degli Hutu e per questo furono impiegati all’interno dell’amministrazione belga, godendo di più privilegi. L’odio che si venne a creare tra le due fazioni fu infinito e, dunque, nel 1994 iniziò un genocidio degli Hutu nei confronti dei Tutsi.

I Tutsi furono imprigionati e massacrati in massa, l’azione fu violenta e rapida.

Infine

Come dimostra la storia odierna, quella passata è quella futura, l’uomo ha sempre dimostrato la propria prepotenza imprigionando uomini.

La guerra in Ucraina è un chiaro esempio di questa brutale ricorrenza che non segue regole precise, l’importante è  annientare più persone possibili.

Si stima infatti che siano spariti 1918 persone dal 24 febbraio, ossia dall’inizio del conflitto.

Finché l’umanità intera non capirà che la guerra e tutto ciò che ne consegue provocano solo atrocità e sofferenze non si riuscirà a debellare questo fenomeno .

Ma dietro alla crisi ci sono interessi economici, politici e commerciali.


Fonti:

raicultura.it

difesa.it

tuttostoria.net

encyclopedia.ushmm.org

Credits:

copertina

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