L’arte ai tempi del Fascismo

L’arte ai tempi del Fascismo è stata una tappa della storia italiana che possiamo ancora scorgere nelle piazze italiane e nelle nostre città.

Il Novecento e l’arte

All’inizio del Novecento in campo artistico si svilupparono le Avanguardie, come ad esempio Espressionismo, Cubismo e Dadaismo. Questi movimenti artistici vedevano la morte dell’arte “tradizionale”, classica. Infatti, hanno favorito la nascita di nuove forme artistiche ed espressive.

Nel 1937 fu istituito il Ministero della cultura popolare, attivo già negli anni precedenti, che aveva il compito di controllare le varie forme di comunicazione di massa.

Mussolini organizzò molte esposizioni artistiche, la prima di tutte è l’istituzione della Quadriennale di Roma e la trasformazione della Biennale di Venezia in un’istituzione parastatale, quindi sotto il controllo del regime. Inizialmente però, come afferma anche Mussolini, non vi fu una vera e propria imposizione di temi e iconografie ufficiali.

Arte murale

Il Duce preferì erigere opere di arte murale (pittura o mosaico) poiché erano molto più vicine al pubblico, di facile fruibilità. Gli ideali che erano trasmessi tramite l’arte erano la forza, il coraggio, il patriottismo, il mito del duce stesso e la sua personalità.

Le due maggiori tendenze del momento erano il razionalismo funzionalista e il classicismo neo-romano. La prima è rappresentata a Roma dal Palazzo della Posta di Via Marmorata e il complesso sportivo del Foro Italico. La seconda tendenza, invece, è rappresentata da palazzi maestosi con colonne o archi di travertino sul modello del Colosseo.

Un fatto molto interessante è che gli artisti durante il Fascismo godevano di una distica libertà artistica; lo Stato stesso ordinava opere ad artisti che avevano stili e concezioni molto diverse tra loro.

Monumenti

La stazione centrale di Milano è stata rinnovata proprio in quegli anni. Questa città, insieme a Roma, ospitava un grande numero di architetti lungimiranti dell’epoca, alcuni dei quali molto giovani. Quest’ultimi hanno lasciato opere e monumenti accompagnati da un valore molto alto, una qualità architettonica che non è molto semplice riscontrare in altri paesi europei. L’intento di questi architetti era, infatti, quello di conciliare l’arte romana con il modernismo più avanzato.

Oltre alla stazione di Milano centrale, si possono riscontrare ulteriori opere come ad esempio il Palazzo della Triennale, l’Arengario in Piazza Duomo (ora sede del Museo del Novecento), Piazza San Babila e l’ex Teatro Smeraldo. Ci sono anche moltissimi quartieri privati che rappresentano al meglio l’arte e la cultura fascista, tra cui ad esempio il particolarissimo quartiere dei giornalisti nella zona a nord est della città.

L’architetto Luigi Figini ha costruito la sua stessa villa, caratterizzata da uno stile molto semplice. Infatti, la costruzione è stata definita modello di architettura razionalista poiché raggiunge un equilibrio perfetto tra forma e funzione.

Procedendo verso il centro città, c’è Casa Feltrinelli, un palazzo di dieci piani che prende il nome dal suo proprietario, Dottor Antonio Feltrinelli.

La struttura fu il primo caso di edilizia residenziale con un sistema costruttivo a ossatura d’acciaio e fu montata in soli 70 giorni.

La ricerca dell’altezza

Nei monumenti architettonici si evince una ricerca accurata dell’altezza resa possibile tramite l’utilizzo del ferro nelle strutture degli edifici. Dunque, questo dettaglio rappresenta un desiderio di espressione del potere, tramite l’arte, in voga durante quell’epoca. Inoltre, queste caratteristiche rappresentative dell’arte fascista, incoraggiavano i giovani a testare avanguardie e visioni. Le opere di quest’epoca rappresentano l’esigenza di cercare nuove soluzioni e alternative per adattarsi ad una società in rapida evoluzione.

Architettura nel Sud Italia

Al Sud Italia, invece, un chiaro esempio di arte e architettura fascista si registra a Palermo e in particolare nella Galleria delle Vittorie. Il complesso era un sito commerciale della città di Palermo. Si tratta di un palazzo a cinque piani edificato su pianta quadrangolare. La struttura venne costruita intorno al 1935. All’ingresso della galleria, su ognuna delle entrate c’è un’arcata con scritto “Galleria delle Vittorie”.

La Galleria è stata abbandonata durante gli anni Settanta ed è stata ripresa successivamente nell’estate del 2014, come sede del progetto Hydra, una manifestazione artistica volta a promuovere il lavoro dei giovani talenti del campo dell’arte.

Conclusioni

L’arte fascista rappresenta un percorso che ha disegnato l’Italia durante quegli anni.

Queste opere ricordano un periodo di oscurantismo culturale in cui gli artisti hanno saputo sfruttare quello spiraglio di libertà datogli per erigere opere ancora oggi rappresentative di quel periodo difficile. Hanno saputo, infatti, esprimere la propria vena artistica sfruttando quei pochi diritti che gli erano stati concessi.

 


Fonti

digitalhistoriansunisa.wordpress.com

viaggionelmondo.it

sicilianfan.it

Credits

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *