Linguaggio Unico

Guida Semiseria per aspiranti dittatori (parte 9)

Mi* car* sovversiv*, bentornat*! no non ce la posso fare così per tutto l’articolo.

Ben ritrovato sulla tua guida preferita, l’unica che serve davvero a rovesciare l’ordine costituito col sorriso sulle labbra, almeno le tue.

Oggi trattiamo un argomento fondamentale di qualsiasi regime dittatoriale con i controcazzi: il linguaggio. 

Andiamo A Noi! ma prima ti becchi un suppostone di excursus letterario su George Orwell, perché altrimenti questa diventa una guida di wikihow.

Il suppostone letterario

Correva l’anno domini 1948 nell’ormai non più colonia romana di Britannia, quando un brillante ed aristocratico pensatore, rispondente al nome di Giorgio Orvello, pubblicava la sua più celebre novella distopica dal titolo 1984, nel qual romanzo, ipotizzava l’autore un avvenire di assoluto e completo controllo del governo sopra qualsiasi più minuto aspetto della vita dei propri cittadini.

Di siffatto ruolo era incaricato il ministero della verità, alle cui dirette dipendenze era posta la psicopolizia, detentrice del monopolio legittimo dell’uso della forza per il contrasto degli infami psicoreati, ossia tutti quei comportamenti illeciti, aventi come base comune l’impiego del libero pensiero.

Secondariamente, occupazione principe del miniver era la costruzione della neolingua, idioma giovane e dinamico destinato a sostituire il parlare arcaico dello straniero parlare, denominato inglese (archeolingua).

L’adozione d’un linguaggio di tal risma, nel quotidiano comunicare, non lasciava facoltà alla mente d’elaborare qualsivoglia pensiero sedizioso, poiché lemmi come buonissimo, ottimo, cattivo e pessimo erano argutamente sostitviti rispettivamente dai più pratici, intellegibili ed inequivocabili piùbuono, arcipiùbuono, sbuono ed arcipiùsbuono.

Parole d’uso quotidiano, alle quali il senso comune attribuiva un significato ampiamente condiviso, venivano sapientemente svuotate del loro senso e ricolmate d’un novello contenuto che più si confaceva all’uso strumentale da parte dell’autarchica e dispotica fazione politica della perfida Albione.

Parole come pace e tranquillità venivano in tal guisa indissolubilmente legate alla nozione di guerra.

La guerra è pace

La libertà è schiavitù

L’ignoranza è forza

La lezione da trarre

Orbene, l’applicazione su vasta scala degli anglosassoni principi della neolingua sono auspicabili solo successivamente a l’instaurazione del tvo regime e non in fase prodromica.

Sebbene le difficoltà esistano, ciò non costitvisce un valido motivo a desistere dal sedizioso tentativo di sostituzione linguistica. Difatti, la desistenza è un arte di procedere che ben si confà esclusivamente a vili e pusillanimi.

Il concetto chiave di Orvello, di cui è bene appropriarsi al più presto possibile, è quello del campo semitico semantico, ossia l’impiego sistematico di vocaboli attinenti alla tva visione ed ideologia, che abituino i tuoi ascoltatori a tal guisa di ragionare. Se, a puro purissimo uso esemplificativo, la tva ideologia fosse votata all’esclusione degli attivisti dei centri sociali sarebbe buona norma il reiterato ripetere di tale lemma, seguito da altri peggiorativi e sminuenti, imperciocché siffatta abitudine si radichi nel pensiero de’ tuoi sostenitori, i quali provvederanno individualmente a costruire l’accezione negativa intorno al vocabolo centri sociali.

Secondariamente, un saggio uso indiscriminato del concetto di cui sopra darà il tocco finale nell’alleggerirlo del suo proprio significato originale, facilitando il rimpiazzo con il senso nuovo, analogamente a quanto avvenuto con quella parola che in passato individuava i sostenitori di quel governo che, ad inizio secolo, in Italia, restò in carica per un ventennio. Oggidì tale lemma viene impiegato da facinorosi fallomarmocchi fautori di un comunismo progressista privo di bolscevismo, al fine di silenziare scomode opposizioni di eroiche fazioni tradizionaliste.

Se leggendo codesto rotocalco s’è levato in te un mai sopito ardito spirito patrio o un semplice saluto romano, hai ben compreso quanto il linguaggio possa influenzare il pensiero e come esso sia funzionale ad una dittatura che funzioni.

Se non hai capito o peggio, ti senti offeso da questo articolo, ti rispondo come avrebbe fatto Lvi: Me ne frego!

 

Alessandro Procacci

 


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