“Strappare lungo i bordi” e la critica alla società

Il successo di Strappare lungo i bordi  

Recentemente, è stata rilasciata sulla piattaforma di streaming Netflix la serie “Strappare lungo i bordi”. Si tratta di un prodotto interamente italiano, ideato e realizzato dal celebre fumettista Zerocalcare.  

Ci troviamo in un’epoca storica in cui le serie televisive sono sempre sulla bocca di tutti. Dal momento dell’uscita, molti prodotti audiovisivi diventano immediatamente dei fenomeni mediatici. Abbiamo assistito, infatti, al successo planetario di Squid Game e a quello di altre serie di produzione estera, come La casa di carta o La regina di scacchi.  

Il fatto che la serie animata di Zerocalcare abbia attirato l’attenzione generale, quindi, è abbastanza sorprendente, accogliendo anche alcune critiche e polemiche, a dirla tutta.  

La polemica riguardo la narrazione in romano 

Nello specifico, c’è chi ha criticato la scelta di attribuire la voce narrante allo stesso Zerocalcare, che per tutte le puntate racconta diverse vicissitudini con una forte cadenza romana. Secondo chi ha criticato la scelta stilistica, una voce narrante professionale avrebbe garantito una maggiore comprensione delle battute.  

Chi ha apprezzato ed elogiato l’opera però, non è della stessa idea. Infatti, trova che la voce narrante sia un valore aggiunto, da preservare. C’è comunque da dire che la serie del celebre fumettista non è sicuramente balzata ai primi post di Netflix semplicemente perché si tratta di un racconto in romano.  

Si tratta infatti di un prodotto ironico, originale e scorrevole, che è stato in grado di avvicinarsi a tematiche importanti, con delicatezza e abilità. La trama, pur partendo in modo leggero e scanzonato, affronta dei temi difficili, in cui ognuno di noi può immedesimarsi, ridendo e piangendo con il protagonista.  

Di cosa parla Strappare lungo i bordi 

 

La storia si suddivide in sei episodi da circa quindici minuti ciascuno. Il primo episodio si apre con la presentazione della vita del protagonista, che anche nei tratti fisici somiglia a Zerocalcare. Infatti, l’autore, nei suoi fumetti, racconta aneddoti ispirati alla propria vita personale.  

La trama si intreccia in una serie di racconti, passati e più recenti, di vicende quotidiane. Si parla dell’infanzia, della paura di deludere le aspettative riposte nei bambini dagli adulti, delle scelte che si compiono durante la crescita. Si affronta il tema del lavoro, delle difficoltà che si possono incorrere nel trovarne uno e dell’attenzione da impiegare per riuscire a seguire una strada lavorativa che faccia apposta per noi.  

Ci troviamo di fronte, in linea di massima, ad una profonda critica verso la società capitalista e verso le pressioni sociali, che sono ormai parte della nostra quotidianità. Il titolo stesso, “Strappare lungo i bordi”, si riferisce alla vita, all’esistenza umana. Essa viene rappresentata come una linea tratteggiata su un foglio, da percorrere e tracciare.  

La linea tratteggiata da strappare lungo i bordi 

La linea tratteggiata indica un percorso da seguire, che poi sono gli obiettivi che ci imponiamo. Di solito, nell’immaginario collettivo, una persona deve seguire un percorso di istruzione, per poi arrivare a conquistare una posizione lavorativa stabile.  

La libertà di mercato, il neoliberismo e il capitalismo sono regole fondamentali, che ci impongono una società e un’economia basata sul successo e sul guadagno. Bisogna avere le giuste conoscenze, entrare nel mondo del lavoro adeguatamente preparati ma anche abbastanza giovani. Le pressioni sociali, al giorno d’oggi, riguardano inoltre anche la sfera privata, come il matrimonio e i figli, visti come traguardi da raggiungere.  

Questa concezione potrebbe farci pensare che la vita sia una linea retta, da appunto seguire, strappandola lungo i bordi e raggiungendo, passo dopo passo, le varie tappe prefissate.  

Un percorso ad ostacoli 

Ma in realtà si tratta di un percorso ad ostacoli, diverso da ciò che immaginiamo inizialmente. Possiamo prendere scelte diverse, imprevedibili, che dipendono da ciò che siamo chiamati ad affrontare durante il percorso della vita. Il sogno che avevamo da bambini può risultare troppo complicato da conseguire. Possiamo iniziare lavori che non ci piacciono, intraprendere una strada e comprendere poi che non fa per noi.  

I diversi personaggi della serie, come ad esempio l’amica del protagonista, rappresentano un autentico spaccato della società odierna, fatta di compromessi e scelte. Durante le diverse puntate, inoltre, viene ribadito come l’azione del compiere delle scelte sia sempre più complicata, man mano che si invecchia. La facoltà di scegliere la propria strada, secondo la mentalità comune, sembra essere limitata ai giovani.  

Chi cambia strada, magari iscrivendosi ad un corso di studi, oppure cambiando lavoro, e ha già raggiunto una certa età, viene giudicato ancora tramite molti pregiudizi. Cambiare strada, essere insicuri è ancora, purtroppo, sinonimo di debolezza. Specialmente in una società che ci vuole sempre pronti, dinamici, scattanti.  

I curriculum inviati  

Il protagonista di “Strappare lungo i bordi” manda vari curriculum. Si trova in una situazione complicata, in cui non sa cosa fare della propria vita. Il tempo passa, le aziende a cui manda una candidatura non lo prendono mai in considerazione. Ed è qui che entra in gioco l’arma a doppio taglio della società contemporanea: le possibilità lavorative al giorno d’oggi sono immense, ma sono anche complicate da raggiungere.  

Per ottenere un lavoro ci vogliono lauree, specializzazioni, raccomandazioni varie, esperienze. I candidati per un posto sono tanti e la concorrenza è spietata. Come lo è anche il tempo, che nella serie viene visto come un autentico problema, un limite da sconfiggere.  

Un filo d’erba in un prato 

L’amica del protagonista, Sarah, rende chiaro il suo pensiero in molte occasioni. Dice infatti: “Sei un numero in mezzo ad un’infinità di numeri. Non porti il peso del mondo sulle spalle, sei soltanto un filo d’erba in un prato”. Questa frase viene pronunciata quando il protagonista si rivela pieno d’ansia, impaurito all’idea di aver deluso la propria insegnante delle elementari, non andando più bene a scuola.  

Crescendo, seguendo il consiglio di Sarah e facendo esperienza, il protagonista si rende conto di essere effettivamente solo un filo d’erba in un prato. Di non avere responsabilità riguardo alcuni problemi più grandi di lui, e di doversene fare una ragione. 

Immobile nei confronti della vita 

Queste ansie ed insicurezze lo hanno portato a rimanere immobile nei confronti della vita. Egli, infatti, avendo paura di sbagliare a strappare lungo i bordi della propria vita, rimane per anni nella stessa situazione. Vede cambiare gli altri attorno a lui e si rende conto di aver sprecato il tempo.  

È consapevole del fatto che, pur risultando difficile, le scelte nella vita vanno fatte. Bisogna correre dei rischi, sperimentare, affrontare le difficoltà e la vita stessa. Anche se essa ci mette di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili, anche se la società ci impone standard troppo alti ed irraggiungibili. Lottando contro la regola del dover essere perfetti, lineari e sempre al passo con i tempi.  

Strappare e vivere 

Gli sbagli servono, come anche le cicatrici, che rimangono in nome delle esperienze vissute. Se non si strappano i bordi del foglio, esso si rovina comunque, con il tempo. Allora tanto vale, secondo Zerocalcare, strappare e vivere, cercando di trovare il proprio posto nel mondo.  

La serie è diventata un successo proprio grazie a queste tematiche, che ci sembrano così attuali, proprio perché ci riguardano personalmente. Inoltre, molto spesso, la società ci porta ad un confronto continuo. Guardiamo le vite degli altri, i successi e i traguardi ottenuti, come confessa lo stesso Zero calcare nella serie.  

Gli altri ci sembrano perfetti, come se avessero capito come strappare i bordi in modo ordinato. Ma andando più a fondo ci rendiamo conto che, banalmente, una persona può nascondere diversi problemi e preoccupazioni, pur avendo conquistato quel lavoro stabile che abbiamo sempre desiderato, ad esempio.  

Pur essendo ragionamenti a tratti retorici, Zerocalcare ci trasporta nel suo mondo frizzante ed esilarante, nella sua autentica quotidianità. Il segreto, che il fumettista ci rivela durante l’ultimo episodio, è uno solo: cercare di trovare il proprio valore, la propria dimensione nel mondo, facendosi scaldare dal foglio in cui abbiamo delineato i bordi della nostra esistenza.  


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