Tratta di esseri umani e schiavitù: il fenomeno

Sì, proprio così: tratta di esseri umani e schiavitù. Pensavi fosse una qualche riesumazione storica di una qualche festa di paese, eh? Invece no, siamo nel XXI secolo e questi due fenomeni sono più che reali, fin troppo. Secondo gli studi dell’Organizzazione internazionale del lavoro, sono circa 40 milioni gli uomini, le donne e i bambini, di tutto il mondo, che devono sottostare a questa condizione. Sul totale, circa il 25% comprende minori e il 71% donne e bambine.

Tratta di esseri umani

Il fenomeno della tratta di esseri umani si basa su un rapporto macchiato dal dominio (psicologico, fisico economico ecc.). In questo dominio l’autore, colui che dispone di maggior “potere”, impone la propria volontà alla sua vittima (tendenzialmente una persona in stato di indigenza economica o sociale), sfruttandone l’impotenza e impiegando mezzi di pressione. Tale pratica è illegale, anche se la vittima è accondiscendente. Inutile dire che in tali circostanze, i diritti umani della vittima non vengono assolutamente rispettati.

Le forme di sfruttamento maggiormente implicate in questo fenomeno sono: sfruttamento sessuale, lavoro coatto, sfruttamento domestico, costrizione a commettere reati, la costrizione alla mendicità e il prelievo e traffico di organi.

Sfruttamento sessuale

La maggior parte delle persone coinvolte nelle tratte, circa il 56%, subisce sfruttamento sessuale. Gli individui più a rischio, come al solito, sono i minori e, soprattutto, le ragazze. I paesi di provenienza più diffusi, per quanto riguarda l’Italia, sono la Nigeria, la zona dei Balcani e i paesi dell’Est europeo. Le vittime, una volta arrivate a destinazione, finiscono nelle mani delle organizzazioni criminali e vengono inserite nel circuito della prostituzione. Il lato psicologico delle vittime ne risente parecchio, a causa di queste circostanze così brutali che, talvolta, trasformano completamente la persona, rendendola inadatta alla vita sociale.

Lo sfruttamento sessuale di vittime così giovani e vulnerabili lascia nelle loro vite un segno indelebile con gravissime conseguenze. Anche nel caso più fortunato di una fuoriuscita, sono diversi gli ostacoli che le giovanissime vittime devono superare durante il percorso di inclusione e integrazione indispensabile per poter costruire un futuro dignitoso e autonomo.[..] Un fenomeno di questa gravità e di queste proporzioni necessità infatti di un intervento nazionale coordinato tra tutti gli attori, in grado di garantire gli standard necessari ad una vera e propria azione di prevenzione, che deve scattare con tempestività appena le potenziali vittime entrano nel nostro Paese, e deve anche fornire i mezzi più efficaci per promuovere la fuoriuscita delle vittime e il loro percorso di integrazione”

Queste sono le parole di Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Schiavitù moderna in Italia

Anche in Italia la schiavitù è una realtà concreta, sono circa 130.000 le persone colpite da questo fenomeno. Con questi dati il paese conquista il terzo posto In Europa per il numero di persone costrette in schiavitù, dietro solamente a Polonia e Turchia. Uno dei fenomeni più diffusi in Italia è il caporalato, cioè lo sfruttamento a stampo mafioso dei braccianti nei campi registra dati altissimi.

Gli individui più vulnerabili sono i migranti e i rifugiati, che nel loro stato di indigenza economica sono una preda facile per le organizzazioni mafiose. Ma, con il tempo, nuove categorie si sono aggiunte all’ignobile lista delle professioni a rischio schiavitù, una di queste è la categoria dei rider e dei fattorini, che eseguono consegne a domicilio.

Il piano dell’OSCE

L’OSCE (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), si è interessata alla tratta di esseri umani, affrontando molte tematiche attinenti a tale fenomeno, tra cui: diritti umani e stato di diritto; corruzione e contrasto al crimine; discriminazione e disuguaglianze e politiche economiche, oltre che occupazionali e migratorie.

Per assistere gli Stati membri a elaborare dei procedimenti efficaci anti-tratta, l’OSCE, nel 2003, ha istituito l’Ufficio del Rappresentante speciale e Coordinatore per la lotta alla tratta di esseri umani. Tale ufficio promuove la tutela delle vittime attraverso un approccio basato sulla protezione e tutela dei diritti umani della vittima. Il piano d’azione dell’OSCE si basa sulle cosiddette “tre P”: prevenzione (sensibilizzazione dell’opinione pubblica), perseguimento penale (con cooperazione delle forze dell’ordine internazionali) e protezione dei diritti delle vittime.

Fonti:

repubblica.it

osce.org

savethechildren.it


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